domenica, Maggio 05, 2024 Anno XXI


da repubblica.it

Il futuro ds ha perso la pazienza e lo ha fatto sapere a tutti fissando un termine entro cui ricevere i pieni poteri che spettano al suo ruolo. In settimana la situazione potrebbe sbloccarsi con l’annuncio dei primi colpi e del nuovo allenatore

Walter SabatiniOperatività entro domani, altrimenti addio. Walter Sabatini ha perso la pazienza e lo ha fatto sapere a tutti, banca, americani, legali, fissando un termine entro cui ricevere i pieni poteri che spettano al suo ruolo. Possibile? Non esattamente. Ma il futuro ds ha urgenza di operare, mettere piede a Trigoria convocando i giocatori e potendo stringere accordi senza doversi fermare alle promesse. Il messaggio è chiaro: urge un’accelerazione.

EMPASSE –
Un segnale forte, al di là delle intenzioni che potrebbero scontrarsi con l’impegno preso nei confronti di DiBenedetto, di Baldini, della piazza, e con una realtà in continuo divenire, oltre che con le sue stesse ambizioni. Una mossa che, nelle intenzioni di Sabatini, dovrebbe servire a smuovere le acque stagnanti in cui si è impantanato il processo di costruzione della nuova Roma, superando l’empasse che nelle ultime settimane ha bloccato il suo ingresso a Trigoria: quel conflitto di ruoli con l’attuale direttore sportivo Pradè che gli ha impedito di presentarsi ai giocatori prima che partissero per le vacanze (molti però sono ancora a Roma). Anche per questo Franco Baldini si è speso in prima persona per provare a risolvere il problema: ieri a Londra ha voluto incontrare il ds in carica per prospettargli l’eventualità di un nuovo ruolo nella Roma. Di cui, però, parleranno solo dal 7 giugno in poi, dopo i suoi impegni con la nazionale inglese. Un primo passo per provare a fargli accettare l’ingresso di un nuovo direttore sportivo alla Roma.

DEROGA DI FIRMA –
Almeno negli uffici di chi sta lavorando da mesi per conto di DiBenedetto, non si respira preoccupazione per la situazione Sabatini, nonostante quello che poteva sembrare un ultimatum. Ma la soluzione, sotto ogni punto di vista, ha bisogno di un’accelerazione drastica. Per questo, già domani mattina, è prevista una riunione che metta di fronte i legali per trovare una soluzione che consenta di risolvere più di una questione sospesa: il cda della Roma, non quello di Roma 2000, dovrà concedere ad un suo membro interno o a un esterno rintracciabile tra i rappresentanti di DiBenedetto – si sta tentando di far sbarcare il businessman a Roma già nella prossima settimana – la deroga di firma. Un passaggio che, considerati i ritardi per il closing dell’operazione di vendita del club, consentirebbe al gruppo Usa di prendere in mano la situazione. La prossima settimana, tra martedì e giovedì, verrà firmato il contratto di Sabatini da direttore sportivo, poi nel giro di poche ore potrebbero essere annunciati tre acquisti e l’allenatore (Luis Enrique). I primi mattoni sulle fondamenta americane della nuova Roma.

Matteo Pinci


da ilmessaggero.it

La nuova Roma si spacca in due. Ultimatum di Sabatini: via Montali

In attesa di conoscere il nuovo allenatore, non prima del fine settimana, con il testa a testa ormai annunciato tra Luis Enrique e Deschamps, la Roma si spacca improvvisamente in due. Non è la vecchia e nemmeno la nuova. E’ la Roma e basta, quella che aspetta DiBenedetto presidente entro fine giugno. E che entro poche ore deve essere operativa a 360 gradi, perché in grave ritardo sui movimenti in entrata e uscita, compreso l’ingaggio del tecnico per la prossima stagione. Serve chiarezza e domani sarà il giorno della verità. Gli equilibri ormai sono saltati. Perché domani, alle ore 12, scade l’ultimatim di Walter Sabatini. Il diesse in fieri, già ufficializzato da DiBenedetto, è pronto a chiamarsi fuori se la nuova proprietà non gli permetterà di entrare a Trigoria e di prendere subito di petto la situazione, colloqui con giocatori e tecnici (anche quelli delle giovanili), in assoluto con i tesserati del club giallorosso. Sabatini, ancora senza contratto (vuole firmare solo per un anno), non ha alcuna intenzione di parlare e confrontarsi con Montali. «O io o lui» ha fatto sapere ai legali di DiBenedetto, allo stesso futuro presidente via email e a Franco Baldini che il prender tempo non giova soprattutto alla Roma.

Sabatini pretende immediatamente chiarezza e anche per questo ha rinviato i viaggi, in sequenza, in Spagna (dove lo avrebbero visto già giovedì scorso, per un blitz segreto che l’interessato smentisce) e in Francia, per i colloqui decisivi con Luis Enrique e Deschamps: partenza spostata a martedì o addirittura mercoledì. Prima di volare, vuole che sia apra per lui il cancello di Trigoria. E soprattutto vuole parlare da romanista: per spiegare come, in attesa del ritorno in giallorosso di Baldini a ottobre, intende ricostruire la Roma dopo il fallimento di questa stagione. Inutile usare giri di parole: non vuole lavorare con Montali, perché non lo ritiene uomo di calcio o almeno non in sintonia con le sue idee. Non c’è mediazione che tenga, nè trattativa. Sabatini non sopporta di vivere nell’equivoco e domani aspetta una risposta. Se non sarà accontentato, dirà addio al progetto dei bostoniani. Intanto stasera sarà all’Olimpico per la finale di Coppa Italia tra Palermo e Inter e ovviamente tiferà per l’amico Delio Rossi. Baldini da Londra sta cercando di risolvere la grana. Ma da lontano può far poco, dovendo tra l’altro, da manager dell’Inghilterra, pensare sino a sabato prossimo alla gara della nazionale di Capello contro la Svizzera, valida per le qualificazioni. Ha comunque promesso che lunedì prossimo sarà a Roma per definire il nuovo organigramma. Ieri mattina ha incontrato Daniele Pradè e gli ha chiesto di avere ancora un po’ di pazienza: presto saprà. Tanto ha due anni di contratto e può stare tranquillo: se resta, ipotesi già presa in esame, c’è da capire con quali compiti.

A Wembley, invitato proprio da Capello e Baldini, pure Antonio Tempestilli, che tornerà quasi sicuramente a fare il team manager. Fuori dal contesto, Gian Paolo Montali, anche lui a Londra, da giovedì, e sempre con i vertici di UniCredit. Ma lontano da Baldini, nessuno colloquio tra i due, a parte gli incroci informali nell’albergo dei meeting e dei party dell’Uefa e dei suoi sponsor (tra i quali proprio la Banca partner degli americani nel club giallorosso). Spetterà a UniCredit, parlando con i legali di DiBenedetto, decidere come comportarsi con il direttore operativo che ha un contratto di primo piano, con scadenza tra un anno. La soluzione non è facile. Giovane e straniera. Così vogliono la Roma, in tandem, Baldini e Sabatini. Dal Brasile danno per certo il trasferimento in giallorosso del portiere Rafael, 20 anni, del Santos. In Inghilterra sono invece sicuri che il terzino sinistro francese Clichy, 25 anni, saluterà l’Arsenal per spostarsi a Trigoria. Nel tardo pomeriggio, ore 19, ultima gara casalinga, e penultima della Segunda Division, di Luis Enrique con il Barcellona B che affronta il Salamanca. L’addio di Deschamps all’Olympique Marsiglia sul campo del Caen, gara conclusiva di Liga 1. Entrambi sognano la Roma.

Ugo Trani