Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke giovedì, 4 Novembre alle ore 11:40
da Corriere della Sera – laroma24.it Società, sono sei le offerte per acquistarla
Due sono i nomi, uno italiano e uno straniero, sui quali si è accentrato il «favore» di chi scommette sul futuro giallorosso: Giampaolo Angelucci e Aabar, il fondo di investimenti di Abu Dhabi. Angelucci è uscito allo scoperto più di altri concorrenti italiani, Aabar ha una partecipazione importante in Unicredit, cioè il creditore di quella Italpetroli che era la controllante della Roma prima dell’accordo per l’estinzione del debito della famiglia Sensi, la creazione di una Newco e la formalizzazione di Banca Rothschild come advisor per la vendita. Si vocifera anche di offerte cinesi e americane, ma si saprà qualcosa soltanto più avanti, quando Unicredit scremerà i pretendenti in un «short list» e inizierà le trattative personalizzate. La tempistica è molto importante: è difficile ipotizzare un compratore oltre il prossimo febbraio. Non avrebbe margini di manovra per costruire una squadra competitiva, al calciomercato, per la stagione 2011-2012 e nessun nuovo presidente può presentarsi con una politica sportiva al ribasso rispetto al predecessore. Per questo Unicredit garantisce che, anche per il suo buon nome sulla piazza romana, curerà la scelta dell’acquirente con la massima attenzione. La base d’asta era stata fissata a 150 milioni di euro, ma si tratta di un prezzo suscettibile di variazioni. L. VALDISERRI da Milano Finanza – laroma24.it Gara a sei per l’As Roma del futuro
Con l’arrivo delle offerte non vincolanti per l’acquisizione del club sulla scrivania di Rothschild, si è entrati finalmente nel vivo della gara. La dozzina di info memo inviati dall’advisor ai potenziali acquirenti si è trasformata in sei offerte non vincolanti, la maggior parte delle quali provenienti da investitori stranieri: Asia, Penisola Arabica, Stati Uniti e Italia le nazionalità delle offerte. Almeno due sarebbero gli italiani: uno è l’imprenditore Giampaolo Angelucci. Anche se non è escluso che alla lista si aggiunga qualche interlocutore, come il patron di Wind Naguib Sawiris, che già aveva espresso il suo interesse per il club. Diverso il discorso legato a Clessidra. Il fondo di private equity non si è defilato, ma resta in panchina in attesa di essere chiamato a scendere in campo nuovamente (diversi mesi fa aveva studiato una possibile offerta con l’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini) qualora ci fosse l’esigenza di farlo entrare dentro una cordata come socio finanziario. Adesso spetterà a Rothschild e ad Unicredit, che secondo quanto risulta a MF/Milano Finanza ha già pianificato alcuni incontri con l’advisor, con la famiglia Sensi e con le istituzioni locali già nei prossimi giorni per avviare la seconda parte del processo di vendita. La «vendor due diligence», portata avanti da Deloitte & Touche e dagli Studi Legali Grimaldi e Associati, Carbonetti e Lovells, e commissionata dalla banca di Piazza Cordusio, è stata completata e nei prossimi giorni verrà consegnata ai potenziali compratori, i quali al termine dell’analisi di questi documenti saranno invitati a fare un’offerta vincolante. La tempistica di questa nuova fase non dovrebbe andare oltre i primi di dicembre, almeno queste sono le intenzioni dell’advisor. In questo modo si potrebbe arrivare ad una scrematura finale con la trattativa vera e propria con uno o due soli interlocutori e quindi la cessione entro Natale. Per Unicredit la valutazione delle offerte sarà fatta sulla base da un lato del prezzo stabilito per il club e dall’altro dal progetto di medio-lungo termine che accompagna l’operazione. Saranno questi i fattori chiave per definire lchi potrà andare avanti. Nessuna indiscrezione è trapelata circa il valore delle offerte presentate, ma è chiaro che la vendor due diligence sarà determinante per la definizione della cifra finale, comunque lontana da quella offerta dal Soros Fund Management nel 2008 pari a 283 milioni di euro. C. AUGELLI da Il Romanista – forzaroma.info As Roma, 4 offerte dall’estero
Ma chi si è fatto avanti? L’ufficialità in un procedura di vendita come questa, per di più per una società quotata a Piazza Affari, non esiste. Anzi, l’obiettivo di Rothschild e Unicredit è quello di mantenere il più stretto riserbo. Tra gli investitori stranieri ci sarebbero il fondo Aabar, che di Unicredit è il secondo azionista dopo Mediobanca, una società cinese (China Investment Corporation?) e un misterioso americano. Che avrebbe chiesto di sua sponte informazioni sull’As Roma e che si starebbe affidando completamente allo studio legale Tonucci. Lo stesso che nel 2008 fu advisor per conto della Inner Circle Sports LLC nell’affaire Soros. È questo l’elemento che salta agli occhi. La maggioranza delle offerte viene dall’estero. Indicativo. Come è stato sottolineato da “Il Romanista” proprio ieri, significa che, nonostante le difficoltà incontrate sul campo e fuori dalla nostra società – arbitraggi scandalosi, deferimenti sospetti, l’infermeria piena e una legge sugli stadi che il Parlamento non ne vuol sapere di approvare – l’As Roma fa parecchio gola. Questa società è terreno fertile. Qui si possono investire centinaia di milioni di euro facendo leva su una passione straordinaria e su un marchio, un logo, uno stemma, la lupa capitolina, conosciuti in tutto il mondo. Con tutto il rispetto per l’aquila, le pecore di Formello e la bandiera della Grecia. Uno dei due soggetti italiani sarebbe (ma il condizionale, in questo caso, potrebbe essere superfluo) la famiglia Angelucci. E l’altro? Logica impone che sia Angelini. Mica per niente, ma dopo avere espresso per un anno l’intenzione di acquistare l’As Roma, sarebbe davvero strano se non fosse uno degli offerenti. D. GALLI |
