domenica, Aprile 28, 2024 Anno XXI


Sono passate alcune ore e stiamo ancora qui con il dubbio se sia peggio lasciare a Napoli i tre punti o uscire dal campo accompagnati dalle note de “’O surdato nnammurato”. Per chi come noi, è inutile negarlo, un po’ per la città e per i suoi abitanti ci pende, la canzone sta alla napoletanità come le scurregge nei film di Thomas Milian stanno al Romanismo. Ma tant’è: tocca esse nnammurati per essere cornuti.

La Roma non va, o meglio, la Roma non va come andava l’anno scorso quando, ad una determinazione diversa e ad una gamba gagliarda, si accompagnava anche una buona dose di culo, che si sa, non guasta mai.

Non vorremmo che qualcuno rischiasse l’acetone se diciamo che c’è molto di episodico nella sconfitta odierna. Dall’ennesimo rigore negato a Borriello a quelle due o tre occasioni nitide in cui le staffilate dei nostri avanti si sono infrante sul difensore napoletano di turno.

Si potrà eccepire che non serviva il mago Bakù per capire che sulla sinistra la copertura offerta da Cicinho era paragonabile a quella che potremmo offrire noi se c’invade lo Zio Sam, ma nel momento in cui il mentore di Testaccio s’è deciso a metterci una pezza è successo il patatrac. La svirgolata dell’Ultimo dei Castori s’è intruppata con il sottopanza di Lobont e, trotterellando, si è andata a insaccare dopo aver sbattuto contro il palo.

Intendiamoci, si è trattato di una occasione nitida come quella che ha portato al secondo gol, nella quale c’è stata una colossale dormita di Brigo Brighi che s’è inciampato da solo, ma nulla ci toglie dalla capoccia che in altre epoche le cose avrebbero preso una piega diversa.

Non vogliamo però prendere in giro nessuno. Da qua alla fine dell’anno ci vorrà tanta tanta passione perché l’annata è dura. Domani le radio saranno invase da giudizi trancianti sulle amnesie di Ranieri e sulla necessità di cominciare a piantare il chiodo al quale il Capitano dovrà cominciare ad appendere i suoi scarpini, il Sacro Muro di CdR, più preciso di un termometro agli infrarossi, già lo testimonia. Ci limitiamo a registrare i fatti senza poterli confutare perché la realtà è sotto gli occhi di tutti ed è da idioti fare finta di non vederla. Siamo però altrettanto convinti che per il nostro Popolo, ahinoi assuefatto alla frustrazione ma mai domo nella sconfitta, almeno la Roma, la domenica, deve essere il lenitivo dei mal di pancia della settimana. E’ una regola ineludibile.

Ci permettiamo però di segnalare il pericolo di non andare oltre il dovuto in un periodo, come quello che ci aspetta, in cui la sosta farà sarà per gli umori della gente come la stanza degli specchi deformanti del lunapark.

Ma, rimanendo nel campo dei di pancia, ci piace segnalarvi che, nella più grande tradizione forchettona nazionale, in settimana si festeggerà in Piazza la pace fatta tra il Sindaco di Roma e Bossi a cucchiai di polenta taragna e coda alla vaccinara. Ci piacerebbe essere cronisti di una grande risposta corale, civile, da parte della città contro questa manifestazione del “volemose bene” ad uso e consumo della TV. E’ inutile far finta. Noi a Bossi nun je volemo bene e a Maroni ancora meno. Ce fanno schifo, c’hanno sempre fatto schifo, i ruffiani e i razzisti.

Confessiamo di avere poche, pochissime speranze che questa risposta verrà con la speranza in fondo al cuor di essere smentiti. E’ inutile nascondere però che, purtroppo, il nuovo che avanza somiglia sempre di più al vecchio che è avanzato. Puzza compresa.

Ad maiora

BL