Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke venerdì, 6 Agosto alle ore 11:12
da ilsole24ore.com
In queste settimane per la «Magica» ci sarebbe stato un incontro tra l’ambasciatore cinese a Roma e il management di UniCredit, la banca che ha in pugno il futuro della squadra giallorossa. L’ambasciatore avrebbe espresso un interesse generico per la Roma e elargito lodi sulle doti calcistiche di Francesco Totti, tra i giocatori più famosi in Cina. Tuttavia l’incontro sarebbe servito anche a manifestare interesse soprattutto per le attività petrolifere di Italpetroli, che sarebbero viste con interesse da Pechino per avere una base d’appoggio in Europa nel settore oil. Per ora le trattative si sarebbero fermate in attesa di altri riscontri: anche perché l’obiettivo di UniCredit che, dopo l’accordo con la Italpetroli della famiglia Sensi, ha in pugno il futuro della squadra giallorossa è quello di valorizzare in modo congruo il club capitolino. Nel frattempo l’advisor Rothschild, che ha ricevuto formalmente il mandato per trovare un nuovo proprietario si sta muovendo con l’obiettivo di presentare sul tavolo di UniCredit, per fine agosto, almeno tre offerte. Ma di concreto, al momento, ci sarebbe soltanto la proposta d’acquisto della famiglia Angelucci, che avrebbe valutato la As Roma attorno ai 100 milioni di euro: troppo poco per UniCredit. Ma a Piazza Cordusio avrebbe bussato anche il magnate egiziano Naguib Sawiris, proprietario del gruppo delle telecomunicazioni Orascom e in Italia azionista di controllo di Wind, già sponsor della As Roma. Sawiris, che negli ultimi anni ha dovuto chiudere qualche falla nel suo impero in Europa a causa dell’eccessivo indebitamento, avrebbe manifestato interesse personalmente per la As Roma. La sua offerta, inizialmente partita da 100 milioni di euro, si sarebbe infine assestata sui 130 milioni di euro. Inoltre Sawiris avrebbe garantito a Rosella Sensi di poter mantenere la presidenza della società. Se si oltrepassa la Manica, dove il football è nato, ovvero in Premier League c’è aria di riassetto anche tra i Reds di Liverpool. China Investment Corporation, infinito colosso sovrano di Pechino lavora da due settimane a un’offerta, forse, imminente, ma prima di avanzarla sta regolando un’altra partita: la cessione di una quota della partecipazione del 9,9% in Morgan Stanley pari a 558 milioni di dollari, ovvero 354 milioni di sterline, il debito dei Reds. L’ipotesi è rocambolesca, ma sta in piedi anche se nessuno conferma e nessuno smentisce. E si basa sulla notizia che alla spalle di Kenny Huang, uno dei tanti imprenditori indicati in queste settimane come possibile acquirente della squadra di calcio in vendita, ci sia Cic, cioè il governo cinese. Che la liquidazione della quota in Morgan Stanley sia destinata a finanziare l’acquisto del club è un’illazione che rimbalza dalla Cina e che si basa sulla straordinaria coincidenza delle cifre: la vendita della partecipazione in Morgan Stanley è pari al debito. Sospetto da declinare con le parole di Kenny Huang uscito allo scoperto con l’annuncio di aver avuto un contatto formale con il presidente del Liverpool Martin Broughton e con gli uomini di BarCap e di aver “comunicato il suo interesse” all’acquisto anche se non esiste ancora un’offerta formale. Si calcola che Cic abbia 332 miliardi di dollari da investire all’estero. In realtà Kenny Huang e la Cic non sono soli. Royal Bank of Scotland che ha la maggiore esposizione sul Liverpool è aperta a tutti. Ci sono trattative con la famiglia kuwaitiana al Kharafi e con il fondo di private equity Rhone Group. Ma soprattutto con un misterioso ex calciatore siriano Yahya Kirdi che sostiene di essere pronto a concludere. Ha negoziato direttamente con Tom Hicks e George Gillett i proprietari del Liverpool, ma non si è mai presentato da Rbs. La partita è in corso ma dovrà concludersi in velocità. La data prevista è entro la fine di agosto, a campionato appena partito. Carlo Festa e Leonardo Maisano |
