sabato, Giugno 07, 2025 Anno XXI


da calciomercato.com

A.S. RomaNEL PRIMO pomeriggio di venerdì gli emissari venuti in Italia per conto di George Soros erano convinti che l’affare fosse ormai (quasi) chiuso, che la Roma avesse accettato le loro proposte (circa 250 milioni) e lunedì sarebbe stato fatto il comunicato (congiunto). Gli americani non avevano dubbi sulle intenzioni della famiglia Sensi: Soros pensava già a come sviluppare il marchio Roma nel mondo e dove e come costruire uno stadio tipo Emirates. Poi, il rilancio: dai Sensi era stato fatto sapere che c’erano anche altre offerte. Di chi? Arabi, pare. Che avrebbero offerto il doppio di Soros (500 milioni). Ma chi sono gli arabi? La Roma è legata allo sponsor Wind, il cui presidente è l’egiziano Naguib Onsi Sawiris. Che sia lui? Che l’abbiano convinto a mettere più dei 12 milioni di euro in due anni che sborsa come sponsor? Non si sa. Altri fanno il nome di Tarak Ben Ammar che ha molti affari in Italia (fra cui la tv Sportitalia) ed è amico di Silvio Berlusconi. Che sia lui? Improbabile. A meno che ci siano gli emiri di Dubai, che già avevano tentato di acquistare il Liverpool. E allora? Allora si tratta di un bluff? Non si sa, non si capisce. Di sicuro gli emissari americani si sono alzati dal tavolo della trattativa, seccatissimi: niente di fatto. Probabile, possibile, che a questo punto Soros si ritiri: andrà ad investire da un’altra parte i suoi tanti soldi. Voleva fare una squadra tipo Manchester, conosciuta e temuta in tutto il mondo. Voleva tenere i tanti campioni (De Rossi, Aquilani, Mancini), ambiti dalle altre squadre italiane. Ma i poteri forti, del calcio e anche della politica, si sono subito messi di traverso: non vogliono l’Americano. Che sarebbe l’Olimpico senza la Roma? Gli stessi club sono preoccupati se l’asticella sale, se arriva qualcuno che magari aumenta gli ingaggi e costruisce uno squadrone. Tutti (Inter, Milan, Juve, ecc.) sarebbero costretti, in questo caso, ad investire di più. Intanto l’altro americano interessato alla Roma, cioè Fisher, proprietario della casa di abbigliamento Gap, aspetta. Vuole vedere cosa potrà mai succedere. Non si ritira. Fisher potrebbe allearsi con Soros? Non sempre le alleanze funzionano nel calcio: al Liverpool i due patron, Hicks e Gillett, litigano fra loro. (Repubblica.it) Il futuro societario è incerto, ma occorre risolvere la questione contratti. La Roma ha fissato come priorità i rinnovi di De Rossi, Doni e Mancini. Il portiere e il nazionale italiano hanno dato piena disponibilità, forse fino al 2013, per il laterale brasiliano c’è il richiamo del Manchester City, mentre l’ipotesi Juve è frutto del lavoro dei procuratori, più che delle due società

George Soros(Il Messaggero) Una settimana, poi si saprà, in un senso o nell’altro. Una settimana non perché ci sia stato un ultimatum di George Soros nei confronti della proprietà della Roma. Una settimana perché il prossimo 30 aprile è una data che rappresenta un angolo decisivo per il futuro societario giallorosso.

L’APPUNTAMENTO – È la data ultima, infatti, in cui la Italpetroli, quindi la famiglia Sensi, deve pre­sentare a Unicredit quel piano di ristrutturazione del gruppo che preveda il rientro dei 327 milioni di euro (su 372), o almeno di buona parte della cifra. Ci sono due modi per farlo: vendere la Roma, oppure cedere buona parte dell’altro patrimonio familiare, i terreni di Torrevecchia, i depositi di Civitavecchia, immobili, patrimonio familiare che, Roma a parte, è comunque superiore ai 500 milioni di euro.

BANCA – Unicredit ha dunque convocato la proprietà giallorossa per un in­contro in cui fare chiarezza sulle intenzioni della famiglia Sensi a proposito del piano di ristrutturazione, quindi anche della Roma. Insomma, Unicredit vuole risposte chiare. La decisione della Banca, che è bene ricordare ha il quarantanove per cento di Ital­petroli, certo non è dispiaciuta a Soros che non ha ancora messo da parte l’idea di acquistare la Roma, ma non è intenzionato ad attendere ancora molto prima di rivolgere i suoi interessi da qualche altra parte.

(Corriere dello Sport)