giovedì, Aprile 25, 2024 Anno XXI


Impugniamo la tastiera con ancora negli occhi le splendide, emozionanti immagini di ieri sera.
La nostra storia è sfilata a ranghi compatti, si è presentata a quella moltitudine di bambini con la maglia sangue-oro addosso in braccio a padri fieri e mamme entusiaste, e a noi che di anni ne abbiamo qualcuno in più, ci ha fatto tornare ai bei tempi della spensierata gioventù. E’ stato bello rivedere il fornaretto di Frascati insieme al compagno di squadra e campione d’Italia Krieziu, è stato toccante l’applauso a Giacomo Losi, a Piedone Manfredini, a Sergio Santarini, a Picchio De Sisti, al principe Giannini, a Desideri, gente che per questa maglia realmente ha … “combattuto e se ne vanta” come canta la Sud.
E poi sono arrivati gli eroi della nostra adoloscenza, è lì è venuto giù lo stadio; Roberto “bomber” Pruzzo, Sebino Nela, “lumachina” Prohaska, Ubaldo Righetti, Bruno Conti, Dodo Chierico figlio della Montagnola, Toninho Cerezo, Carlo Ancelotti ed anche lui, Franco Tancredi che ha vanificato l’amore di un popolo con la discutibile ma pur sempre personale scelta di seguire il mascellone a Torino, ma ha avuto le palle di venire a pagare il debito e gli va ascritto a merito perlomeno. Gli applausi e i cori sono stati assordanti e non è possibile stabilire un picco in decibel per chi abbia ricevuto l’ovazione più grande, ma ci sono persone che portano con sé un qualcosa di magico, un’aurea che li accompagna per tutta la vita: uno di questi è il divino, Paulo Roberto Falcao, emozionato ed emozionante. Quando il tabellone lo ha inquadrato in primo piano con gli occhi lucidi salutare e ringraziare il pubblico lo stadio Olimpico ha tremato per l’entusiasmo mentre i laser impazziti saettavano inquadrando migliaia e migliaia di persone in piedi a saltare battere le mani e cantare cori, ognuno per conto suo, ognuno con il proprio.

E’ stato bello. Bello e commovente. Abbiamo cantato insieme a Lando Fiorini “Roma nun fa la stupida stasera” abbiamo riso alla simpatia e alla gratitudine di Lino Banfi ad una città che come insegna la storia è di tutti Mater e matrigna a nisuno.
Ci sono venute le lacrime agli occhi quando hanno inquadrato il nostro presidente, affaticato e segnato dagli anni.
Come in una bella favola il condottiero è vecchio è malato, ma il popolo è compatto si schiera dietro al suo Orlando e gli chiede di andare avanti nel solco della tradizione: contro il vento del Nord, e contro quei senza-patria di ogniddove che sostengono chi gli sputa addosso da una vita.
Ma ci siamo noi, e c’è il nostro Orlando, a Roma si chiama Francesco, nasce sotto le mura millenarie riempie gli stadi di meraviglia per le sue giocate e dice le parole che escono dai nostri cuori: la Roma è tutto, la Roma e Roma non hanno eguali, non è possibile barattarle con nulla.
E poi la presentazione fantascientifica della rosa 2006-07, la bella interpretazione di Tosca che ha ricordato Gabriella Ferri con tanta grinta e tanta voce, le battute di Antonio Giuliani, le immagini di Albertone, la canzone di Daniele Silvestri dedicata alla sua gente e alla sua città, “Testardo” che tutti dovrebbero ascoltare e conoscere; Pluto Aldair, gli applausi sinceri a bimbo Ancelotti, i cori dalla Sud violata e percorsa nella sua parte centrale da una faglia tettonica che la divide; tanto, troppo da raccontare, l’ha riassunto Antonello Venditti 25 anni fa con una canzone che ha fatto il giro del mondo ed è tuttora considerato uno dei più begli inni mai scritti per una squadra di calcio: GRAZIE ROMA…e grazie Mamma aggiungiamo noi, di averci reso così fieri e forti.
Non sono le vittorie, non sono i trofei e nemmeno i soldi cari a Capello a Chivu (per portare mirabili esempi) a rendere la vita unica e consegnarci all’eternità; è quel senso di fierezza, di appartenenza quel non riuscire mai ad abbassare lo sguardo di fronte a nessuno (ancora grande Daniele Silvestri !!) a fare di noi…. NOI e degli altri…. UN CAZZO !!

ROMA SEMPER