giovedì, Maggio 02, 2024 Anno XXI


da forzaroma.info

Marcel Vulpis, direttore di sporteconomy.it, è intervenuto a Teleradiostereo, nella trasmissione “1927”.

aabarChe cos’è il Fondo Aabar? “E’ un fondo sovrano che ha liquidità per acquistare la Roma, ma al momento siamo in una fase interlocutoria e bisogna esser cauti perchè la Roma è quotata in borsa”.

Ci sono sviluppi possibili per l’azionariato popolare, dato anche il momento storico? “Per rendere fattibile l’azionariato popolare c’è bisogno di un presidente e di una dirigenza mentalmente aperti e ci deve essere volontà di sostenere il progetto, perchè occorre un legame tra un azionariato e la società stessa. Questo sarà il futuro dei club calcistici, ma in Italia ci sono pochi sbocchi per questi associazionismi diffusi. L’amministratore delegato di Rotschild è entrato in MyRoma (l’azionariato popolare romanista, ndr) perchè è appassionato ed attaccato alla squadra. Ma l’azionariato non è la panacea di ogni male”.

C’è la possibilità di un meeting tra il fondo arabo e l’advisor? “Potrebbe esserci un incontro tra il Fondo Aabar e Rotschild Italia, anche perchè gli arabi sono azionisti di Unicredit (al 4,99%,ndr). Però bisogna capire qual è il prezzo di As Roma”.

Il prezzo non è stato fissato a 130 milioni? “Sì, ma bisogna capire qual è il rapporto tra domanda e offerta e capire quanto il nuovo compratore possa mettere sul piatto per acquistare la Roma. C’è bisogno di un compratore, che sia affidabile e che faccia fare il salto di qualità al club, perchè i tifosi sono stanchi. Inoltre c’è anche un altro partner libico in Unicredit, che potrebbe esser coinvolto. Se io fossi in Alemanno, mi interesserei alla vicenda perchè questo fondo potrebbe investire anche per aiutare la Capitale, anche in vista delle Olimpiadi nel 2020”.

Potrebbero esserci problemi tra il Vaticano ed eventuali imprenditori arabi? “No, non credo. Altrimenti saremmo nel Medioevo…”


da romanews.eu

E se il futuro della Roma fosse Arabo

C’è una Roma che sta scaldando i motori in vista di una stagione sportiva, che si preannuncia ricca di impegni. Questa “Roma” ha un futuro ben chiaro davanti a lei, scandito da calendari che usciranno a breve. Al timone di questa nave giallorossa, c’è un nocchiero navigato, Claudio Ranieri, e la ciurma è di tutto rispetto, alla cui testa c’è – per la diciottesima volta consecutiva – Francesco Totti. Equipaggio di cui sono entrati a far parte due mozzi brasiliani, Adriano e Simplicio, e che spera di non veder partire quello argentino(Burdisso, ndr). L’ammiragliato di questa Roma, lavora come se tutto fosse normale, cercando forzieri con monete sonanti – da ottenere attraverso la cessione di qualche “marinaio” – per poter rendere la flotta ancora più competitiva. Come se niente fosse, appunto. Il problema che questa “Nave-Roma” è governata da un’altra “Roma”, che fa parte di una società di “armatori” in procinto di essere ceduta(divisa in veri asset, ndr) al miglior offerente.

L’asset più pregiato è, senza ombra di dubbio, la Roma calcio. Come è ormai di pubblico dominio Unicredit, appena entrerà in vigore l’accordo vincolante con Italpetroli(26 Luglio, ndr), affiderà il mandato a vendere la società giallrossa alla Rothschild, banca internazionale specializzata nella compravendita di società e aziende. Advisor internazionale che si sta già, ufficiosamente, muovendo sia in Italia che all’estero nella ricerca del Santo Graal giallorosso. In questo caso con le fattezze del nuovo proprietario. Da Piazza Cordusio non filtra nulla riguardo alle sembianze del nuovo padrone di Trigoria, anche perchè non è stata formulata nessuna offerta. Questo è quanto trapela da fonti bancarie. I nomi che vanno per la maggiore, in questo momento, sono quasi esclusivamente italiani: Angelucci e Angelini su tutti.

Molti, però, si dimenticano che Rothschild lavora anche, e forse soprattutto, in ambito internazionale e che ultimamente in Unicredit è entrato, in qualità d’azionista, il fondo arabo Aabar (società governativa di Abu Dhabi, ndr). L’ingresso è stato preceduto da un bonifico pari a 1 miliardo e ottocentomila euro, che ha consentito ad Aabar di acquisire il 4,9% della Banca. Questa non è stata l’unica spesa fatta dagli arabi, recentemente, in Europa. E’ di due mesi fa, infatti, l’assegno di 1 miliardo di euro, che gli ha dato il pass per essere nel cda di Daimler-Mercedes. La Rothschild, quindi, sonderà il terreno per capire se ad Abu-Dhabi sono interessati a entrare anche nel calcio italiano da una delle porte principali, ovvero la Roma. Per loro sarebbe una spesa irrisoria – il prezzo della Roma dovrebbe oscillare tra i 130 e i 150 milioni di euro -, confrontata con quelle fatte precedemente. Cosa che gli garantirebbe anche molta “pubblicità”. Questo, però, potrebbe essere un freno, perchè a loro non interessa apparire, l’unica cosa che preme loro è il businness. Una società come Aabar ha una liquidità inimmaginabile per i comuni mortali e ha bisogno di investirli in affari sicuri al 100%. Se la Roma dovesse mostrarsi tale, da Abu Dhabi non esiterebbero a comprarla.

Tommaso Gregorio Cavallaro