venerdì, Aprile 19, 2024 Anno XXI


NeroneDi questo giovane e discusso imperatore abbiamo già parlato inerentemente alla Domus Aurea, sua volutissima ed estrosa residenza. Ma gli ambiti della sua vita, sulla quale intavolare ed aprire discussioni, sono molteplici e ricchi di fascino.
Senza dubbio il Princeps fu uno dei più vilipesi dalla storia e dagli storiografi, la maggior parte delle volte a torto.
In realtà Nerone era molto amato dal popolo, al punto che, alla sua prematura e tragica morte, fiorirono una serie di leggende sul suo “ritorno“ come salvatore dei deboli. Perché dunque la storia lo relega tra i “cattivi” sovrani? Perché la storia gli attribuisce orribili misfatti tra cui il famoso incendio? E perché, di contraltare e dalle cronache, sappiamo che era in verità molto amato dal volgo?
Nerone e AgrippinaBisogna andare all’origine degli accadimenti: la fama da tiranno sanguinario si ingigantì dopo che ordinò la morte di sua madre. Da lì la lista si allungò in modo copioso, ed infatti troviamo nella “collezione” di nefandezze la morte di Ottavia e Poppea (sue donne), Burro (persona a Lui vicina), Seneca e Petronio (indotti presumibilmente al suicidio) e su tutti e prima di ogni citato evento, anche la morte del fratellastro Britannico. Sempre dunque mandante o esecutore di qualcosa di indicibile, supportato anche dalla sua dissolutezza di costumi, peraltro status molto diffuso tra i romani dell’epoca.Il rimorso_di Nerone per l'assassinio della madre In verità la fama di egocentrico era dovuta al suo amore per i divertimenti e, su tutto, al suo amore per l’ostentazione della grandezza e del potere che ebbe la sua massima materializzazione nella creazione della Domus Aurea, atta proprio a testimoniare la sua egemonia su Roma.
E proprio dalla “residenza dorata” partono le radici* dell’accusa più famosa che ha relegato per secoli Nerone, alla cronaca “nera”.
Il 19 luglio del 64 d.c Roma brucia: “storicamente” la colpa è attribuita al Princeps con, addirittura, la folkloristica immagine dell’urbe in fiamme e sullo sfondo il reo che suona la lira.
Nerone e SenecaAppurato, ormai da tanto, che i fatti si svolsero in maniera diversa: Nerone si trovava nella sua amata Anzio quella notte e, appena saputo dell’incendio, si recò a Roma aprendo addirittura le sue residenze al popolo tutto, per offrire riparo. Inoltre le cronache riferiscono che, addirittura, attuò un piano di spegnimento degno delle più moderne protezioni civili.
I cari Svetonio e Tacito, rispettivamente in Vite dei Cesari e nelle Storie e negli Annali, dove erano mentre Nerone diventava (con loro sommo dispiacere), paladino della plebe?
Roma bruciaSicuramente già a scrivere la storia a loro modo ed i motivi sono evidenti. Svetonio era un conservatore asservito al Senato, più che storico, un vero pettegolo che non riusciva ad apprezzare le ampie vedute di Nerone, assolutamente rispettoso di tradizioni e culture di popoli diversi.
Tacito, influente storico, era invece voce della classe senatoriale notoriamente invisa al Princeps. Far due più due non è difficile, i conti tornano: la plebe che amava Nerone non annoverava prestigiosi storici che potevano portar la loro voce. Quindi quelli che potevano “scrivere” raccoglievano invidie ed umori non sempre veritieri.
Roma bruciaLa notte del fuoco, i primi a confessare furono un gruppo di cristiani (estremisti), cristiani che alimentarono la fama negativa di Nerone.
La congiura dei Pisoni**, già in preparazione all’epoca, poteva essere anche una realtà da prendere in considerazione, ma sempre più storici dibattono proprio sulla colpevolezza dei cristiani, che ritenevano Roma una sorta di Babilonia, patria di dissolutezze ed amoralità.
Questo giovane Imperatore, morto suicida a soli 31 anni, in vero attuò riforme monetarie che favorirono i ceti meno abbienti, riorganizzò l’economia a Roma, intraprese una innovativa politica edilizia e ricostruì l’urbe con criteri urbanistici attuali ancora oggi (introducendo finanche materiali refrattari). Era un’artista: poeta e musicista, amante della bellezza e della “diversità” come modello per andare oltre i limiti propri dell’uomo.Nerone Un ‘uomo che si arricchiva “mentalmente” dopo ogni suo viaggio, portando anche a Roma il fascino di luoghi esotici.
Quid est Veritas? Cos’è la verità?
La storia è scritta dagli uomini e gli uomini prezzolati, si sa, posso anche mentire.
La stessa verità come concetto partorito dagli uomini è soggetto a mendacità, e ognuno di noi ha l’obbligo morale di andare oltre gli scritti ed oltre le “apparenze”.
Oggi ci piace parlare di Lui, come un uomo illuminato, che amò Roma e che fu corrisposto dal popolo, che è la vera essenza.
La verità è un labirinto pieno di entrate e di uscite e sta a noi percorrere la giusta via.
Chi decide di non ascoltare tutte le campane ha già deciso di girarsi dall’altra parte.


* Si narra che Nerone appiccò il fuoco solo per dare “spazio” alla sua Domus Aurea.
** Congiura organizzata per uccidere Nerone.