venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


Ti hanno tolto la Roma ma non la tua curva“.
(I Tifosi in uno striscione a lui dedicato)

Niente parole solo un posto in fondo al cuore. Ciao Ago.
(Striscione a lui dedicato)

La grandezza calcistica di Agostino Di Bartolomei, semplicemente Ago per i sui tifosi, è appurata.
Oggi ricorre l’anniversario del suo passaggio ad una dimensione diversa da quella che lo vide bandiera ed esempio.
Sedici anni fa, ore 10.50, un colpo dritto al cuore sul suo terrazzo della casa cilentana di fronte al mare, pone fine all’uomo ed inizio al rimpianto di chi ancora lo ama.
Ago ancora dopo tanti anni, rimane icona di correttezza e bravura. Binomio sempre più desueto nel calcio moderno.
Era un “giocatore” atipico: mai aggressivo mai inconsulto, esempio di sportività e conciliazione persino con gli arbitri alla quale chiedeva sempre spiegazioni ponendosi anche mimicamente in modo sempre sereno. Nella sua carriera alla Magica conta solo una espulsione, record inesistente presso i moderni calciatori. Ammirato e stimato da tifosi ed allenatori fu davvero un uomo di sport per talento ma anche per carattere. Ma se la maggior parte ricordano il calciatore, chi era l’uomo?
Un uomo che celebrava il rispetto, e che schivava la mondanità preferendo a quest’ultima mostre d’arte e lunghe letture. Schivo, tanto in alcuni casi, da suscitar qualche antipatia. O Invidia. Visto che lui stesso affermava che tra giocatori poteva esserci solo il rispetto, ma raramente l’amicizia, poiché tra uomini che competono è difficile creare rapporti “affettivi”.
Quando lascia l’amata Roma per andare a Milano, il cambiamento è radicale per lui figlio di borgata. Una borgata che si portò sempre dentro nei valori genuini, ma dalla quale contemporaneamente si disgiungeva essendo a volte un romano “diverso”. Non “caciarone”, non esuberante, ma frutto comunque dell’Urbe.
Nessuno sa perché pose fine alla sua vita, al di la delle ipotesi sul presunto “abbandono” della Società Calcistica e su presunti problemi finanziari. Nessuno sa, e ne vogliamo entrare in un ambito così delicato, portando il massimo rispetto proprio verso un uomo che di rispetto e di riservatezza si intendeva parecchio.
Ciò che rimane è il ricordo vivo di un uomo ancora oggi portato come esempio nelle scuole calcio dove crescono piccoli talenti. A lui è stata dedicata una strada, Libri, e canzoni. Il suo sogno era trasmettere i valori sportivi alle giovani leve, quasi a custode di una limpidezza, che purtroppo il calcio attuale ha perso. Nel giorno del ricordo, il dolore e l’amarezza per la sua scomparsa sono normali ma ciò che ci resta di lui è la sua mitezza coniugata nella grandezza del giocatore, ci resta il suo essere “un gran signore” che amava la tranquillità in ogni sua forma. Ci resta l’icona manifesto dell’esempio, a spiegare che si può essere grandi senza strafare.
Grazie Ago.