giovedì, Maggio 08, 2025 Anno XXI


«Ho speso un sacco di soldi per alcool, donne e macchine veloci… Tutti gli altri li ho sperperati» (George Best)

Sembra non placarsi ancora il commento agli episodi del derby che ha visto la Roma vittoriosa.
Tutto nel grande calderone che, da sempre, è mescolato dal calcio.
E’ di queste ore la diffusione dei commenti “provocatori” (dicono) del Ministro Maroni, che dichiara che ci vorrebbe il DASPO anche per certi giocatori. I soliti servizi televisivi (montati ad arte) sottolineano che le parole del Ministro sono in parte dovute all’episodio dello sgambetto di Radu (che poi, se si guarda bene, è un calcio), all’indirizzo di un Perrotta esultante nel finale del Derby, o per lo meno prendono spunto dall’episodio per riportare sul problema della violenza nel calcio. Fin qui ci sta bene, argomento comprensibile, reale, attuale e sentito.
Francesco TottiMa quello che proprio non ci va giù sono quelle immagini di tappeto che ritraggono il Nostro Capitano nell’ormai famoso gesto dei pollici versi. Immagini che, d’accompagno alle parole di Maroni, sembrano, anzi vogliono coinvolgere nel marasma mediatico della “violenza” sportiva anche Francesco Totti. Che quasi quasi, adesso, viene fatto passare per “esempio negativo”.
Di “dannati” il calcio ne ha avuto molti.
In un passato non molto remoto troviamo ascesa e declino del Pibe de Oro, grande campione ma non certo esempio per i giovani. Un semidio in campo che finisce la sua carriera da dopato e cocainomane, tra una clinica e l’altra.
Altro campione indimenticato è George Best (pallone d’Oro 1968), asso nel campo, innamorato del calcio e della bella vita, ma specialmente innamorato della bottiglia. Un “amore” che gli toglierà la vita, visto che morirà di un infezione epatica.
In questo excursus anche Paul Gascoigne, l’eccesso fatta persona, oggi addirittura diventato un senza tetto e portato a questo solo dalla sua vita sregolata.
Renè Higuita, grande portiere colombiano, ma anche grande estimatore di sostanze ricreative.
Edmundo, calciatore brasiliano, denominato “O’ Animal” per via del suo carattere aggressivo, e finanche accusato di omicidio. E ancora, Adriano detto “L’Imperatore”… Di cosa? Dei festini a luci rosse? Adrian Mutu, cocaina e doping, recidivo.
Questi, ma anche molti altri campioni del passato e del presente, sono passati spesso dalle cronache non solo per i prodigi calcistici, ma specialmente per la loro vita fatta di eccessi e di cattivi esempi.
Ora ci chiediamo com’è possibile buttare nel calderone mediatico anche Francesco Totti?
Il Capitano è bandiera ed esempio positivo e genuino.
Un ragazzo semplice, umile, con valori sani e un attaccamento alla maglia che ormai si ritrova in pochi calciatori. Una fedina immacolata, neanche mai sporcata da gossip di basso livello che ha tentato di coinvolgerlo.
A questo uomo diciamo grazie per essere ancora baluardo di una fede e per essere un esempio positivo. Come sportivo e come uomo. In un mondo, quello del calcio, che ormai è sempre più fumo che sostanza.