lunedì, Luglio 07, 2025 Anno XXI


La malasorte del sorteggio è continuata in campo. Lo score dei tiri in porta lascia immaginare un pareggio ma se la mira dei giallorossi è sotto la media il peso dei numeri va a farsi benedire.

I red devils si presenta in campo con un massiccio quattro cinque uno, dove l’uno è Ronaldo e non Rooney che si sistema sulla fascia. Gli ospiti si coprono consapevoli che nella loro tana possono ribaltare qualsiasi risultato.

Uno United eclettico, in grado di cambiare pelle anche durante una partita, quello che forse manca alla Roma di Spalletti, prigioniera di uno schema che tanto ha dato e che a volte andrebbe abbandonato in virtù dello schieramento avversario.

La fortuna aiuta spesso i più forti e cosi i mancuniani si ritrova due reti senza poi sudare cosi tanto. Certo il primo gol è stato un capolavoro di Rooney che con una finta ha aperto la strada verso la porta. Giocatore davvero straordinario, con l’umiltà di coprire fin dentro la propria difesa e la rapacità di trovare il golletto su una cappella della difesa, o meglio del portiere.

In una partita cosi bloccata è mancato lo spunto dei singoli, gente pronta a battere cassa quando gioca un po’ sopra la media per poi sparire per la maggior parte delle partite. La voglia di arrivare a certi traguardi passa inevitabilmente dalla voglia di sacrificio.

C’è il rammarico di non aver segnato e questo fa pesare l’assenza di Totti, l’unico in grado di segnare e far segnare. Il prezzo da pagare è troppo alto, a questi livelli gli errori presentano un conto davvero salato, scioccante. Gli sbagli di Tonetto, Panucci del possibile pareggio e quello di Vucinic nel primo tempo ti fanno capire che hai sprecato la tua chance.

Comunque la sensazione di superiorità è apparsa netta, lo si nota nella sicurezza con cui occupano il campo. La differenza che non si è vista sul piano di gioco si è vista nella diversa mentalità.

Un applauso alla curva che accompagna con le sue dolci note un finale ‘drammatico’. Che sarà sarà, è vero. Giocare certe partite, viverle fanno provare emozioni forti, belle o brutte non importa, ma ti fanno sentire vivi. Pensa a quei poracci che si attaccano alle emozioni di riflesso o alle squadre altrui, sempre nell’ombra, sempre in secondo piano.

petraur@corederoma.net