venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


E’ innegabile agli occhi di tutti, anche del laziale più accanito, quanto la città risenta delle vicende dell’AS Roma.
La mattina successiva alla vittoria di Madrid c’era un’allegria palpabile, i bar erano pieni di gente che consumava e offriva colazioni, i bambini vociavano nell’andare a scuola e disputavano partite di calcio con qualunque cosa fosse calciabile, dalle lattine vuote ai giornali accartocciati e nastrati da genitori abituati a periodi di minor “grascia”.
Stamattina l’aria è dolce e il sole splende, è uno di quei giorni che te ne andresti al mare, eppure nelle file di auto nervose, nei capannelli di gente davanti alle scuole, negli sguardi sfuggenti di colleghi e compagni di scuola c’è il desiderio, come si dice a Oxford, di starsene per i cazzi propri.
E’ che la Roma non ha giocato male ieri sera, anzi, ma ha trovato un ostacolo difficile da superare.
Una squadra che si è difesa in 10, quando era in possesso di palla lanciava due grandi giocatori, e che possiede in sovrabbondanza quella qualità che a noi è completamente assente: il cinismo.
Un cross nel primo tempo, un nostro pasticcio nel secondo e oplà, la 0-2 è servito.
Non servono recriminazioni, serve una consapevolezza che deve diventare patrimonio comune.
Questa Roma sta lottando forse anche oltre le sue possibilità. Ieri sera 3 laterali su 4 non hanno giocato una grande partita, anzi, mentre il quarto (Cassetti) si è molto spesso sacrificato (e anche egregiamente) nella marcatura di Rooney.
Tonetto ha corso tanto, tirato e crossato, ma si chiama Tonetto, non Lizarazu e manco Candela, Mancini è stato evanescente e Taddei assente come da copione.
Questo per dire che la nostra Roma si sta costruendo pezzo per pezzo, eravamo sull’orlo della serie cara ai cugini di campagna, poi ci siamo compattati e man mano migliorati. Ora guardiamo il primo posto da vicino e siamo tra le prime 8 in Europa.
Per andare allo “step” successivo è necessario acquistare giocatori che abbiano la caratteristica prima citata come qualità primaria.
Alla mia Roma, alla nostra Roma serve cinismo, serve a volte vincere le partite 1 a 0 con un tiro in porta, e non arrivare dentro l’area 7, 8 , 9 volte e al fischio finale ritrovarsi con striminziti pareggi o peggio ancora.
Le squadre che vincono, e vincono tanto, prima ancora della qualità, dell’abbondanza di giocatori, e di ogni altra considerazione fanno del cinismo la caratteristica principale.
Non regalano niente (e noi invece….Doni a profusione in ogni gara senza colpevolizzare più di tanto il nostro portiere) e se hanno l’occasione te la schiaffano dentro.
Il Romapatismo odierno ci fa vedere poi a denti stretti alcune vicende contrattuali.
Chi non dà il “fritto” per la Roma ma scalpita per avere immeritati raddoppi salariali si accomodi pure, ne facciamo volentieri a meno.
Rooney ieri inseguiva Cassetti in ogni discesa e parliamo di Rooney (e di Cassetti con tutto il rispetto).
NOANTRI volemo giocatori che danno il “fritto” per la Roma in ogni istante e contro chiunque. Se restare a Roma dipende dal contratto fori, via.
Se n’è andato Samuel, se n’è andato l’innominabile, se n’è andato Cassano, se n’è andato pure er rumeno…
…ora sono niente, esseri dimenticati, spenti, che fanno cronaca solo in veste di pagliacci ; dei giocatori che incantarono Roma neanche l’ombra
capito Mansini ??

Sempre forza Roma, te volemo bene
redazione@corederoma.it