domenica, Maggio 11, 2025 Anno XXI


Giulio Cesare“Fermo e dominato dalla calma anche nei momenti in cui l’ira gli esplode nell’anima.”
Più grande della gloria di Caio Giulio Cesare (per molti Gaio, ma a Noi piace la prima), forse, sono solo le sue imprese e il ricordo che il mondo ha di lui. In realtà, oltre allo stratega, al dictator, allo scrittore, noi vogliamo soffermarci sulla vita dell’uomo di e per Roma.
Discendente della Gens Julia (originata secondo la leggenda da Julo, figlio di Enea), nell’Historia Augusta si discute molto sulle origini del suo cognomen: tra le varie ipotesi sull’etimo, c’è quella che il significato sia da ricondurre al combattimento con un elefante, al parto cesareo oppure al colore azzurro degli occhi. La descrizione che ci giunge da Svetonio lo vuole con occhi neri, alto, magro, di bell’aspetto (“ricercato anche nel vestire: usava infatti un laticlavio* frangiato fino alle mani e si cingeva sempre al di sopra di esso con una cintura assai lenta”) e Petercolo lo descrive “come il più bello tra tutti i romani”. Un “divus” dunque, moderno per i tempi ed attento alla sua immagine, forte anche del suo carisma, quest’ultimo mesmerico, sia verso le donne, che verso gli uomini.
Si perde molto tempo nel ricordare le “attenzioni” che Cesare riservava ai giovani uomini. Addirittura Cicerone lo definisce “marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti”, facendo forse riferimento alla sua “intesa” con il Re Di Bitinia e ad altre notizie, più o meno veritiere, dell’epoca. In realtà una certa disinvoltura sessuale di ispirazione ellenica era sommessamente diffusa in quel tempo a Roma, per poi prendere piede in modo significativo successivamente.
Cesare, come tutti i grandi, era un uomo chiacchierato, ma impegnato com’era nelle sue apoteosi verso la costruzione del suo mito, più che ai pettegolezzi, era interessato ad altro. Ebbe ben quattro mogli: Cossuzia, Cornelia, Pompea e Calpurnia.Giulio Cesare Con ognuna di loro instaurò un rapporto diverso. Uno stratega anche nei sentimenti dunque, che divide gli storici sulla veridicità della sua capacità amatoria verso il gentil sesso, che a noi però appare nitida nel rapporto con la sua amante più accreditata, che non fu l’astuta Cleopatra come molti pensano, ma Servilia, madre di Bruto. Figlia di un console e sorellastra di Catone e Porcia, questa donna fu quella che più di tutte infiammò e strinse a sé l’uomo ed il “kaiser”*, più di Cleopatra e più di “giovani prestanti” di passaggio nella tenda di un imperatore che non lo fu sulla carta, ma che venne considerato sempre tale. A questa signora regalò terre e gioielli preziosi, la storia ancora riporta una perla da 6000 sesterzi. Di certo lo scenografico incontro con l’ammaliatrice delle piramidi, avvolta in un tappeto e srotolato ai piedi di Cesare da Apollonio, è un episodio che, vuoi per storia, vuoi per la nascita di un figlio, Cesarione, ha molto rilievo nella biografia di Caio Giulio, ma ci chiediamo se a conti fatti ne ebbe nella sua vita. Forse più che ammaliare l’uomo, ammaliò e sedusse lo statista, mentre fu Servilia ad avere l’ingresso libero e costante al cuore del condottiero. Non possiamo non citare tra le sue donne, lasciando da parte che dal suo letto passarono tutte le mogli dei suoi generali, l’abile e torbida Sempronia: donna bellissima e colma di ogni talento, un concentrato di Muse che non sfuggì a Cesare. Ma nelle parole di Sallustio sul suo modo di danzare “con più eleganza di quanto venga richiesto ad una donna onesta” leggiamo chiara l’indole di Sempronia, ricordata dalla storia in modo ambiguo e sicuramente lussurioso. Ma poco importava a Lei l’occhio sospettoso e l’attacco del popolo, visto che l’unica approvazione che le riguardava era quella del suo “dictator”.
Pelagio Palagi, Giulio Cesare detta i Commentari, olio su tela, 1813Cosa dire dunque di questo “semi Dio”?
Amato dai suoi soldati come condottiero, adorato dal suo popolo, adorato da Roma, che fu, in realtà, il suo grande amore. Questo uomo che “amava il tradimento, ma non il traditore” ancora oggi è citato e studiato ed associato all’Urbe sempre come parte fondamentale. Cosa contano i suoi gusti, le sue “divagazioni”? Fino alla fine amò il suo popolo, il suo esercito, regalandolo all’eterno come il più grande di tutti i tempi. La storia lo ricorderà sempre con un ‘importanza pari all’amore che le sue donne avevano per Lui.

  • Laticlavio – Tunica bianca bordata di porpora indossata dai senatori romani
  • Kaiser – dal greco, si riferisce al Titolo di Cesare

Ipse Dixit:
Alla fine diventerai quello che tutti pensano tu sia.
Stando qui inizia la mia rovina. Venendo là inizia quella degli altri.
Preferirei essere il primo in questo modesto villaggio piuttosto che il secondo a Roma.
Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero.
In guerra gli eventi importanti sono il risultato di cause banali.
Si Vis Pacem Para Bellum – (Se vuoi la pace prepara la guerra)
Alea iacta est – (Il dado è tratto)
Veni, vidi, vici – (Giunsi, vidi, vinsi)
Tu quoque,Brute, fili mi? – (Anche tu, Bruto, Figlio mio?)

Dissero di Lui:
Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. (Gesù Cristo)
Aut Caesar Aut Nihil -O Cesare O Nulla- (Cesare Borgia, ma riferendosi ad una frase dello stesso Cesare)