giovedì, Maggio 02, 2024 Anno XXI


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Titolo: Le conchiglie di Monte Mario
Autore: Gigi Monello
Editore: Scepsi & Mattana editori
Prezzo: Euro 17

Roma, 1850. Ogni giovedì tra i tavoli di un vecchio caffè, una comitiva di giovani si riunisce attorno a un singolare personaggio, un professore di fisica a riposo forzato che conduce brillanti, inesauribili discussioni. Nell’aria è ancora viva l’eco dell’assedio francese alla repubblica democratica, mentre per le strade i vincitori corteggiano le ragazze. Una sera la conversazione inciampa nel caso di un soldato francese ucciso in circostanze dubbie e da qui rimbalza sul mistero delle conchiglie che, da sempre, i romani in gita trovano a Monte Mario. Sullo sfondo di una città stregata da un tempo immobile, due giovani amici cercano la soluzione di questi enigmi: chi ha ucciso il francese di via Macel de’ Corvi? Come può essere che si trovino conchiglie a Monte Mario?

Il libro visto da noi …
Gli appassionati della Roma della metà dell’ottocento, i conoscitori “della meravigliosa storia della repubblica dei briganti”, gli amanti dei films del grande maestro Luigi Magni, troveranno in questo libro un magico filo conduttore che li proietterà, come d’incanto, a “passeggiare” nella Roma che il Belli descrisse con i suoi sonetti e il Pinelli raffigurò con la sua immensa maestria

L’appuntamento con la storia è, precisamente un anno dopo la vittoria a suon di cannonate dei francesi del comandante Oudinot (il gran bugiardo ! ), per ristabilire il potere temporale nella città di Roma.

Il personaggio principale è un giovane che dapprima intraprende gli studi in medicina, e poi dopo una brutale esperienza proprio nel mezzo dell’aspra battaglia con le truppe della “repubblica sorella”, scopre di avere altro a cui pensare.

Grazie alla narrazione della vita del giovane, l’autore con semplicità, ma con estrema precisione, riesce a descrivere, in modo impeccabile, parte dei costumi di quell’epoca e l’atmosfera che si respirava in parte della città.

I francesi che giravano per Roma a corteggiare le ragazze, ma che a volte si infilavano in quei vicoli malfamati e riottosi senza uscirne più vivi … gli intrighi di “Nobili romani” a favore della restaurazione della “civiltà” … gli sgherri venuti dalla campagna proprio nei giorni del carnevale, dove approfittando del baccano commettevano omicidi a richiesta … i famosi caffè dove si riunivano a discutere colti e giovani repubblicani e le malfamate osterie … i preti che con astuzia “comandavano” i poveri, ed infine proprio quest’ultimi con le loro superstizioni.

L’autore sfiora tutti questi punti rendendo così il libro una tangibile testimonianza della vita romana di quel momento.

Ci permettiamo di citare un piccolo tratto del libro :

Pag. 64 capitolo XI – Roma, ultimi del Maggio 1850
Diecimila frati, diecimila prostitute, e diecimila ruderi ammuffiti e maleodoranti di orina animale. Con queste lapidarie parole un molto perbene signore inglese liquidava, anni addietro il suo soggiorno romano.
“La solita supponenza degli inglesi” si sarebbe subito tentare di dire.

E’ dura per noi pensare che nel 1850 Roma non era nient’altro che una piccola cittadina di centocinquantamila abitanti, piena di vagabondi, pellegrini, prostitute, mendicanti con qualche famiglia nobile che invece di far crescere la città, pensava solo ad allargare i propri possedimenti, lasciando un popolo solo e sudicio, morire di malaria e di fame. E’ amaro constatare che quell’elegante e “nobile” comportamento, ce lo portiamo dietro e pesante come un macigno anche oggi … la differenza tra il nord e noi è colpa di questa gente che a differenza della nobiltà o alta borghesia di su, non fece investimenti per la nostra amata Roma e per il suo popolo. Ma queste sono mie considerazioni nel libro non c’è scritto, ma che me rodono dentro 😉 .

Er Pasquino