Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke venerdì, 15 Gennaio alle ore 08:41
da ilmessaggero.it «Porterei allo Zenit diversi calciatori della Roma. Per uno che ha allenato a Trigoria c’è un’unica preclusione: la Lazio»
Alla domanda su su Iaquinta, il tecnico esclude che «ci siano le possibilità per andare a prendere giocatori che escono da determinate cifre». Poi, tra i giallorossi, «ce ne sono diversi che porterei», ma «la Roma, siccome sta facendo un buon campionato, è meglio non andarla a disturbare», aggiunge, augurandosi di trovarla nella prossima stagione in Champions, ma non da avversaria: «Mi dispiacerebbe enormemente». E i passati problemi con Totti? «Io con Francesco ho avuto sicuramente anche dei confronti ed è giusto così, i ruoli vogliono anche questo», spiega Spalletti, sottolineando però che, sia pure in modi diversi, sia lui sia il capitano avevano lo stesso obiettivo, «il bene della Roma. Il ricordo è quello di una complicità, di un’amicizia importantissima con lui, con De Rossi, ma soprattutto anche con gli altri che vengono citati di meno, che hanno fatto la storia della Roma di questi quattro anni, tipo Perrotta, Taddei, Tonetto, Cassetti, Pizarro». Quanto ad un possibile futuro in Nazionale, Spalletti nega di averne parlato con chi di dovere, ma «se me l’avessero chiesto avrei senz’altro approfondito». Comunque – aggiunge – «Lippi è veramente la persona adatta per condurre la Nazionale», e «anche se dovesse smettere mi auguro che gli venga mantenuto un ruolo istituzionale a livello nazionale perchè sarebbe un peccato disperdere una personalità e una forza come la sua». Spalletti precisa di non essere stato cercato dalla Juve, e parla delle difficoltà che avrebbe comunque avuto con club italiani, perché allenare la Roma significa trovarsi in una «realtà dove la passione totale della gente ti avvolge e ti coinvolge. La maglia della Roma, anche da allenatore, te la togli, però ti rimane la pelle macchiata. Ci puoi mettere qualsiasi cosa sopra, ma il giallorosso sotto ti rimane sempre», ammette, aggiungendo però qual è secondo lui l’unica vera preclusione: «Penso che per un allenatore che è stato alla Roma, “mai” si può dire per la Lazio». A Spalletti «un po’ è pesato» non allenare in Italia. «Mi è mancata l’amicizia e la collaborazione dei giocatori della Roma, ho cominciato ad avvertirlo già dopo una settimana, dieci giorni. Poi, inizi a valutare le cose con più razionalità». |
