venerdì, Maggio 16, 2025 Anno XXI


Un classico esempio del fervore che incendiava ogni attività tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Un classico esempio del fervore che incendiava ogni attività tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Questo rappresenta secondo me l’Atalanta Bergamasca Calcio.
Un nome che evoca la mitologia greca ed una tradizione fatta di squadre dure e che non mollano mai.
La Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma era sorta nel 1878 ed era di gran lunga la società sportiva orobica più prestigiosa. Il Football Club  Bergamo fu la prima società di calcio nata nel 1903 grazie alla passione di un gruppo di studenti svizzeri del Collegio Facchetti di Treviglio.
E’ soltanto nel 1907 che nasce la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici “Atalanta”.
E’ necessaria una piccola digressione “mitologica”. Atalanta era la figlia di Iaso,re dell’Arcadia, e di Climene. Il re voleva un maschio e abbandonò la fanciulla sul Monte Pelio laddove Artemide inviò un’orsa a prendersene cura fino a che non fu adottata da un gruppo di cacciatori.Bravissima nella caccia e veloce nella corsa,l’eco delle sue imprese giunse fino al padre che alla fine la riconobbe. Atalanta era una ninfa ed un oracolo le aveva predetto che se mai si fosse sposata avrebbe perso ogni potere,ma per compiacere suo padre,che la voleva “sistemata”, decise di accettare a condizione che lo sposo sarebbe stato colui che l’avesse battuta  in una gara di corsa.Vi riuscì Ippomene,da sempre innamorato di lei, grazie all’aiuto di Afrodite e i due convolarono a giuste nozze…
Torniamo ad inizio secolo dove la rivalità fra la “Ginnastica”  che aveva assorbito il Football Club Bergamo e l'”Atalanta” era all’apogeo.La data spartiacque è il 5 ottobre 1919. Quel giorno in uno spareggio secco a Brescia campo neutro,l’Atalanta battè 2-0 la Bergamasca e guadagnò l’iscrizione come unica squadra di Bergamo al campionato di Prima Divisione,così come richiesto dalla FIGC.
La fusione fra le due società avvenne nel febbraio del 1920 e il nome fu una sintesi che rendeva omaggio a tutte le anime che avevano dato vita a questo movimento : Atalanta Bergamasca Calcio .I colori sociali sono il nero-azzurro provenienti dal bianco-nero dell’Atalanta e dal bianco-blù della Bergamasca.
L’Atalanta ha sempre lavorato molto bene sul settore giovanile e tanti sono i giocatori che hanno avuto parte importante nella storia del nostro calcio. Da Carlo Ceresoli,portiere di alto livello degli anni Trenta,passando per Angelo Domenghini,autore dei 3 gol che diedero ai nerazzurri la Coppa Italia del 63 in finale contro il Torino sconfitto a San Siro 3-1.E poi la “figurina” più famosa del mondo,Pierluigi Pizzaballa,titolare in quella finale ed ex anche della Roma. Fino a Gaetano Scirea,l’immortale.
Un feeling particolare con i giocatori svedesi, da Jeppson a Glenn Stromberg.
Non è mai stato facile giocare a Bergamo e per la Roma ancora meno per tutta una serie di implicazioni ben note.
Atalanta- Roma è sempre stata una partita “non collegata”.Era Roberto Bortoluzzi ad aggiornarci sull’andamento della partita dallo “studio centrale” di “TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO.”

7778atalantaroma-foto E allora la partita te la immaginavi dentro questo stadio solo per il calcio con il pubblico attaccato al campo. E poi il “Comunale” oggi “Azzurri d’Italia” e una volta “Mario Brumana” era uno di quegli stadi “caldi” in cui la partita era diversa.E aveva delle reti bellissime,specie quella alla destra della tribuna centrale che ad ogni gol si gonfiava più dell’altra e che avvolgeva il pallone nelle sue maglie facendolo adagiare docilmente  “in fondo al sacco” come  dicevano  una volta i radiocronisti.
Roberto Bortoluzzi intervenne dallo studio per segnalare “novità da Bergamo”. Agostino Di Bartolomei aveva portato in vantaggio la Roma ad un quarto d’ora dalla fine con una meravigliosa punizione forte a girare che aveva battuto Bodini. Una Roma salva e tranquilla,che vestiva Adidas, una splendida maglia bianca con le tre striscie giallorosse e che vinse grazie a quel gol di Agostino.Era il 7 maggio 78 e mancavano soltanto 24 giorni all’inizio del “Mundial” argentino che Di Bartolomei,miglior realizzatore fra i centrocampisti di quella stagione con 10 reti a pari merito con attaccanti come  Altobelli e Boninsegna, non disputò anche se Bearzot lo aveva inserito nel listone dei 40 preselezionati.  
Fino a quel 14 gennaio 79 l’Atalanta in casa aveva giocato 6 partite perdendone 4 e pareggiandone 2 mentre la Roma aveva ottenuto in trasferta lo stesso score avendo pareggiato a Verona e nel derby giocato fuori casa perdendo le altre 4 gare. Venivamo però da due partite casalinghe molto positive. 1-0 alla Juve gol di Agostino e 1-1 con l’Inter gol di Pruzzo e Muraro.
La classifica vedeva la Roma a 10 punti con l’Avellino,Bologna e Verona 8 e Atalanta ultima a 7 punti.
Giornata di sole molto fredda e Roma con la maglia rossa disegnata dalla Pouchain.E fu una bruttissima Roma,dominata e annichilita dall’inizio alla fine. I nerazzurri vinsero 2-0 grazie ad un’autorete di Santarini, che quel giorno festeggiava le 300 partite con i giallorossi, e raddoppio facile facile di Antonio Rocca di testa. Era un’Atalanta molto juventina . Bodini,Osti,Mastropasqua,Tavola,Marocchino e Cesare Prandelli,tutti giocatori che in diversi tempi giocarono e vinsero trofei con i bianconeri.
Quell’anno ci salvammo proprio contro l’Atalanta all’Olimpico grazie al 2-2 firmato da un barbuto Roberto Pruzzo che condannò gli orobici alla serie B.
E per me quella è una delle tre più importanti partite della Storia della Roma.
Un bellissimo gol da lontano di Carlo Ancelotti.
E poi quel brutto 2-2 del 30/12/90 quando sapemmo la verità su Dino Viola.
La maschera di fango di Damiano Tommasi che urla la sua gioia nell’anno del terzo scudetto.
E quel gol fondamentale di Antonio Cassano.
E’ Atalanta-Roma, non una partita come le altre.

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