Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke giovedì, 22 Ottobre alle ore 09:50
da Libero – forzaroma.info
Il dossier è stretto nelle mani dei consulenti americani della Banca Lazard, che da qualche mese sono incaricati dalla famiglia Sensi di valutare e gestire la cessione di rami d’azienda non più strategici. Complice, però, la crisi finanziaria internazionale, che ha messo in ginocchio pure il mercato immobiliare, gli esperti Lazard hanno progressivamente accertato la sostanziale impossibilità di trovare acquirenti per i terreni (in provincia di Grosseto e a Roma, zona Torrevecchia). Così, esclusi i saldi di fine stagione, la partita sugli asset immobiliari è stata congelata. Nelle ultime settimane, i consulenti Usa si sono tuffati sul business oil&gas. L’operazione consentirebbe alla Sensi di evitare la vendita forzosa della Roma. E di arginare l’arrembaggio di Unicredit che ha minacciato pignoramenti, concentrando le attenzioni sulla squadra capitolina. Non è ancora chiaro quanto potrebbe fruttare l’affare. L’ipotesi migliore è di 100milioni di euro, ma si tratterebbe di una stima assai generosa. In ogni caso, il ricavato della vendita dei due depositi del gas verrebbe immediatamente girato nelle casse dell’istituto di credito di piazza Cordusio. Con buona pace di quanti fanno il tifo per l’esproprio del club giallorosso. da romanews.eu
I depositi in questione, inoltre, sarebbero ancora da riqualificare prima della vendita. Operazione, questa, che avrebbe un costo intorno ai 10/12 milioni di euro. Proprio il precario stato di qualifica, in passato, avrebbe dissuaso chi era interessato all’acquisto. Nonostante una valutazione (fatta da Italpetroli) di 110/120 milioni, l’offerta massima pervenuta si sarebbe attestata intorno ai 30. A questo è necessario aggiungere che questi asset rientrano tra quelli per cui Unicredit ha chiesto il pignoramento. Se anche la trattativa – che comunque non risulta ad Unicredit – dovesse essere condotta in porta, e il ricavato usato per rientrare del debito, non è detto che l’iter giudiziario (decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo già in atto) verrebbe meno. Sarebbe il tribunale a dover valutare se il debitore, in questo caso Italpetroli, ottempera o meno ai propri oneri. Il punto di vista dell’istituto rimane lo stesso: unico obiettivo, il rientro del credito. Possibilmente in tempi brevi. Matteo Pinci |
