domenica, Maggio 04, 2025 Anno XXI


da Libero – forzaroma.info

Muammar GheddafiIl pressing di Unicredit si fa sentire sempre di più. Ma Rosella Sensi, forse, ha trovato una soluzione, almeno parziale, per ridurre il debito da circa 300 milioni di euro di Italpetroli nei confronti dell’istituto di credito guidato da Alessandro Profumo. E mettere al riparo la As Roma. Per uno dei due asset industriali del gruppo messi sul mercato, secondo quanto appreso da Libero, si sarebbe materializzato l’interessamento di un operatore straniero di un certo calibro. Si tratta delle attività riconducibili ai magazzini di stoccaggio del gas a Civitavecchia e Vibo Valentia. Nei mesi scorsi si è parlato del colosso francese Total (in cui figurano i fondi libici di Muammar Gheddafi). Ma sul possibile acquirente c’è il massimo riserbo.

Il dossier è stretto nelle mani dei consulenti americani della Banca Lazard, che da qualche mese sono incaricati dalla famiglia Sensi di valutare e gestire la cessione di rami d’azienda non più strategici. Complice, però, la crisi finanziaria internazionale, che ha messo in ginocchio pure il mercato immobiliare, gli esperti Lazard hanno progressivamente accertato la sostanziale impossibilità di trovare acquirenti per i terreni (in provincia di Grosseto e a Roma, zona Torrevecchia). Così, esclusi i saldi di fine stagione, la partita sugli asset immobiliari è stata congelata.

Nelle ultime settimane, i consulenti Usa si sono tuffati sul business oil&gas. L’operazione consentirebbe alla Sensi di evitare la vendita forzosa della Roma. E di arginare l’arrembaggio di Unicredit che ha minacciato pignoramenti, concentrando le attenzioni sulla squadra capitolina. Non è ancora chiaro quanto potrebbe fruttare l’affare. L’ipotesi migliore è di 100milioni di euro, ma si tratterebbe di una stima assai generosa. In ogni caso, il ricavato della vendita dei due depositi del gas verrebbe immediatamente girato nelle casse dell’istituto di credito di piazza Cordusio. Con buona pace di quanti fanno il tifo per l’esproprio del club giallorosso.


da romanews.eu

UniCredit BancaUn interessamento «di un certo calibro» per i magazzini di stoccaggio del gas di Civitavecchia e Vibo Valentia. Italpetroli, secondo l’articolo comparso oggi su Libero, avrebbe la possibilità di prendere una boccata d’ossigeno dalla stretta di Unicredit, creditrice nei confronti della holding di casa Sensi per 403 milioni di euro. Un interessamento proveniente, secondo il giornale diretto da Belpietro, direttamente dalla Total, gruppo francese in cui figurano anche fondi libici di Muhammar Gheddafi. Unicredit, che se l’operazione dovesse andare in porto potrebbe (potrebbe…) vedere onorata parte del credito, è rimasta sorpresa dall’indiscrezione. In ogni caso, l’eventuale presenza libica nell’operazione non è in alcun modo riconducibile alla Banca Centrale della Libia (e le controllate Lybian Foreign Bank e Lybian Investment Authority), secondo maggiore azionista, con il 4,23 %, dell’istituto di Piazza Cordusio.

I depositi in questione, inoltre, sarebbero ancora da riqualificare prima della vendita. Operazione, questa, che avrebbe un costo intorno ai 10/12 milioni di euro. Proprio il precario stato di qualifica, in passato, avrebbe dissuaso chi era interessato all’acquisto. Nonostante una valutazione (fatta da Italpetroli) di 110/120 milioni, l’offerta massima pervenuta si sarebbe attestata intorno ai 30. A questo è necessario aggiungere che questi asset rientrano tra quelli per cui Unicredit ha chiesto il pignoramento. Se anche la trattativa – che comunque non risulta ad Unicredit – dovesse essere condotta in porta, e il ricavato usato per rientrare del debito, non è detto che l’iter giudiziario (decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo già in atto) verrebbe meno. Sarebbe il tribunale a dover valutare se il debitore, in questo caso Italpetroli, ottempera o meno ai propri oneri. Il punto di vista dell’istituto rimane lo stesso: unico obiettivo, il rientro del credito. Possibilmente in tempi brevi.

Matteo Pinci