sabato, Giugno 21, 2025 Anno XXI


Succederà, perché era scritto che doveva succedere. Fin da quando Francesco Totti ha mosso i primi passi con la Roma si era capito che era un giocatore epocale. Piano piano ha riscritto la storia della nostra amata Magica, battendo ogni record giallorosso.Losi con la Coppa delle Fiere E domenica contro la Fiorentina eguaglierà anche quello delle presenze con la maglia della Roma. Eguaglierà con la discrezione che l’evento merita e la sensibilità che lo contraddistingue, il record di Giacomo Losi, anzi del signor Losi come lo chiama Francesco. Ci si avvicina con delicatezza, quasi timido Totti. A Losi ha confessato che un po’ si sente imbarazzato ad eguagliare un simile monumento della storia in giallorosso. Ma non c’è bisogno di sentirsi imbarazzati, perché record o no, Giacomino Corederoma per noi è un mito che non tramonterà mai. Per noi tifosi della Roma, certo. E figurarsi per “noi” Corederoma, che del suo nome di battaglia abbiamo fatto il nostro simbolo, oltre che il nostro modo di essere, di vivere la passione per la nostra squadra e per la nostra città.
Giacomo Losi non è romano di nascita. Per la cronaca è nato a Soncino in provincia di Cremona. Ma è più romano lui di tanti altri nati all’ombra del Colosseo perché lui questa città l’ha scelta. Ci arrivò nel 1954, acquistato per 8 milioni di lire. E da allora non l’ha più lasciata. Ora proviamo a narrare un po’ di quella bella favola, anche attraverso i tanti racconti che abbiamo avuto la fortuna di raccogliere dalla sua viva voce, l’inizio e la fine di un’avventura senza pari. La sua prima partita ufficiale con la Roma fu nientemeno che un derby. “Nel 1954 – sono le sue parole – si disputava prima del campionato la Coppa Zenobi, dal nome di un presidente della Lazio, e c’era l’obbligo per giallorossi e biancocelesti di schierare in formazione due giovani sotto i venti anni. Quella volta per la Roma toccò a me e Galassini. Io mi aggiudicai una medaglia come miglior giocatore in campo e anche il presidente della Lazio, che incontrai il giorno dopo in un ristorante, si alzò dal suo tavolo e venne a complimentarsi con me”.
Losi alla festa in suo onore organizzata da CdRMa la prima partita in serie A, l’esordio vero, avvenne il 20 marzo del 1955 in un Roma-Inter giocata allo stadio Olimpico. L’allenatore Carver gli aveva comunicato fin dall’inizio della settimana che avrebbe giocato terzino sinistro al posto di Elioni e quella domenica la Roma andò in campo con: Moro; Stucchi, Losi; Bortoletto, Cardarelli, Giuliano; Ghiggia, Pandolfini, Galli, Celio, Nyers. L’Inter campione d’Italia rispondeva con: Lombardi; Giacomazzi, Padulazzi; Bonifaci, Bernardin, Nesti; Armano, Massa, Lorenzi, Passarin, Savioni. All.: Foni. L’arbitro era Liverani di Torino. Fu un trionfo per la Roma, un tonfo per l’Inter 3-0 con reti di Galli al 18’, Bortoletto al 2’ del primlo tempo e Pandolfini al 13’ della ripresa. Questo il commento del maestro di giornalismo Gualtiero Zanetti sulla Gazzetta dello Sport, riguardo a Losi: “Nella Roma debuttava il giovane Losi… Non è molto alto ed ha un calcio potente solo col pallone in movimento, ma dispone di una vitalità atletica eccezionale ed un profondo senso della posizione”.
Trecentottantasei partite di campionato dopo, nel novembre del 1968, Giacomo Losi è il capitano della Roma, Helenio Herrera gli aveva confidato di contare molto su di lui anche sul piano ambientale e di rapporto con la squadra e la città. Ma le cose per la Roma non viaggiano tanto bene quando si va ad affrontare il Verona in Veneto. Gli scaligeri schierano: De Min; Ranghino, Petrelli; Mascetti, Battistoni, Savoia; Bui, Mazzanti, Traspedini, Maddè, Bonfanti. La Roma invece: Pizzaballa; Sirena, Bet; Ferrari, Santarini, Losi; Scaratti, Peirò, D’Amato, Capello, Salvori. All.: Helenio Herrera. Arbitra Motta di Monza. In 12’ la Roma è già sotto di due gol, Traspedini e Bui. Rischierà di prenderne altri. Losi racconta: “I veronesi venivano già come demoni da tutte le parti, non sapevo più dove tamponare. E, pensate un po’, in quella partita, l’ultima della mia carriera, mi beccai la prima ed unica ammonizione nelle 386 gare disputate”.
Giacomo LosiPoi, nella settimana seguente, i primi scricchiolii nel rapporto con Herrera. “Che inventa per me un torcicollo che non ho mai avuto e che mi dice che devo riposare”. Non fece più ritorno in prima squadra, Giacomo Losi. “Mi mandarono un fattorino della sede di via del Circo Massimo a consegnarmi la lista gratuita. Forse pensavano che quello fosse un modo per dirmi grazie. Io avevo appena compiuto 33 anni, ero integro perché non avevo mai avuto grossi infortuni. E avevo anche tante richieste di squadre di serie A. Ma non me la sono sentita di accettare. La maglia della Roma ti si cuce sulla pelle e la non puoi mai sostituire. Così appesi le scarpette al fatidico chiodo”.
E si consegnò ad una leggenda che ancora lo accompagna. C’è un record di Losi che nessuno potrà mai battere, quello dell’affetto di noi tifosi. Che per noi di Corederoma e divenuto nel tempo anche un’amicizia devota del quale questo grande campione, questo grandissimo uomo, ha voluto onorarci. Grazie Giacomino Corederoma.

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