Categorie Virgolettato Scritto da Er Pasquino venerdì, 28 Agosto alle ore 03:43
da Ilmessaggero.it
Il presidente: «Dopo lo sfratto da via Branca ci trasferiremo in un locale dell’Ater»
di Luca Brugnara
ROMA (28 agosto) – Bruno Conti, Amadei e Batistuta, nelle foto con tanto di autografo, sono pronti a traslocare e sperano di farlo in tempi rapidi. Con loro, le emozioni dei tifosi giallorossi che in quella sala hanno gioito per lo scudetto del 2001 e pianto per la finale di Coppa dei Campioni del 1984. Dopo quasi 40 anni, la sede storica del Roma club Testaccio di via Branca è stata sfrattata ed è chiusa. Ma il tifo, in uno dei rioni più “romanisti” della città, è pronto a riaccendersi. «Ci dovremmo trasferire a poca distanza, in via Ghiberti – spiega il suo presidente, Sergio Rosi – in un locale dell’Ater che prima era una farmacia e dove ora c’è un fabbro: dispiace che debba andare via, ma è abusivo. Il Comune e l’Ater ci hanno assegnato quel locale. A settembre inizieremo le operazioni burocratiche, nella speranza di entrarvi al più presto, magari in autunno». Già, perché a Testaccio, le partite senza quel tifo genuino dello storico Roma club, hanno un sapore diverso. Lo dimostra anche il sostegno dei tifosi della Lazio in un gruppo attivo su Facebook. «Per la strada – aggiunge Rosi – tutti ci chiedono quando si ripartirà: non si può stare senza vedere la Roma in diretta. In questi giorni, con i soci più stretti, ci riuniamo nella mia officina di via Amerigo Vespucci o magari a casa». In quei 60 metri tra via Branca e via Cecchi erano riassunti gli 82 anni della Roma, con la riproduzione delle Coppe Italia, le maglie autografate di Di Bartolomei e Voeller, centinaia di foto. «Se le pareti potessero parlare. . . – ricorda Roberto, uno dei tifosi storici. – Quante ne hanno sentite, tra commenti, urla e anche insulti per un rigore sbagliato: ne ricordo uno di Giannini in un derby del 1994 parato da Marchegiani. E poi i momenti indimenticabili, le due coppe Italia del 1980 e 1981 con il Torino e le altre due, più recenti, con l’Inter». Senza dimenticare le feste per gli scudetti del 1983 e del 2001. «Ma le partite sono solo un aspetto del circolo – assicura Paola Ancarani, testaccina doc. – Lì ci si vede anche per giocare a briscola o scopetta». Lo sfratto era stato deciso dal proprietario dei locali a fine 2006 e doveva essere eseguito a settembre 2008. Poi alcuni rinvii, fin quando, nel giugno scorso, è diventato esecutivo: lo spazio verrà probabilmente affittato per un’altra attività. «Non era facile arrivare fino a 2.000 euro al mese di affitto – afferma Rosi. – L’unico contributo è quello della cinquantina di soci, che si aggiungono agli oltre 400 tesserati. Ora tutti i cimeli sono in un deposito, in cui paghiamo 150 euro al mese. Una volta sistemata la nuova sede, ritorneranno al loro posto». Ma prima di tutto, per soci e tifosi, c’è la squadra. «Speriamo vada bene, già dalla partita con la Juventus – rispondono all’unisono. – Co’ la Roma, nun se deve scherzà».
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