giovedì, Maggio 02, 2024 Anno XXI


La settimana che è scorsa via senza tracce di calcio giocato ci ha regalato due ricchi spunti di riflessione. Il primo scaturisce dalla gestione mediatica della confessione del minorenne di Catania al centro dei fatti da cui è scaturito l’omicidio di Raciti. Il secondo invece deriva dal vecchio adagio latino “Quis custodiet ipsos custodes?” ed è riferito a quanto accaduto tra istituzioni e presidenti delle società di serie A e B che hanno minacciato la serrata in seguito ai provvedimenti adottati dal governo sull’onda dell’emergenza.
Se da una parte è incredibile la disinvoltura con cui giornali e televisioni hanno dato a più riprese la notizia della confessione del ragazzo, con avvocato e genitori costretti a correre dietro alle situazioni e a smentire, quasi a testimoniare come sia sostanzialmente vero che i processi eclatanti hanno oggi una dimensione molto più mediatica che non istituzionale, dall’altra è stata la figura vergognosa che ha fatto, nell’hotel Hilton di Fiumicino, la classe dirigente del nostro paese.
E’ curioso come il Governo si sia trovato contemporaneamente con la missione di dover reprimere rigurgiti di violenza legate a frange largamente minoritarie di ultras e la ribellione di signori che di fatto rappresentano il fior fiore dell’imprenditoria nazionale che se ne sono bellamente impipati delle disposizioni di legge oramai vigenti, lasciandole per lo più inapplicate.
E che si sia trattato di deliberata volontà di disattendere quanto disposto dal decreto Pisanu l’ha dimostrato proprio il caso dello stadio di San Siro dove è bastata la minaccia di dover giocare la partita a porte chiuse a far installare tornelli e sistemi di sicurezza in soli quattro giorni di alacre lavoro.
Perché non sia stato fatto prima risulta un mistero gaudioso.
Questa questione dei due pesi e delle due misure illumina in maniera diversa anche quanto accaduto allo stadio durante Roma-Parma con i fischi durante il minuto di silenzio. Lo stesso vergognoso atteggiamento era stato mantenuto il giorno prima da alcune frange di tifosi del Genova che avevano manifestato dissenso e disprezzo girando le spalle al campo durante la manifestazione di cordoglio collettivo. Ieri si è replicato a Roma in maniera altrettanto sbagliata e vergognosa e come d’incanto si è andati a finire sulle pagine di tutti i giornali.
C’è qualcosa che ci sfugge e ci lascia perplessi.
Possiamo manifestare solo soddisfazione per come ha reagito il resto dello stadio che ha sommerso con gli applausi questa azione scandalosa.
E volendo parlare ancora di calcio, pensando che ancora ne valga la pena, possiamo dire che la Roma ha condotto e vinto una partita sfasata, con un secondo tempo all’altezza delle aspettative e un primo tempo corrucciato e pesante, sfatando inoltre la tradizione che ci ha visto sempre traballanti quest’anno contro le ultime della classe.
Adesso abbiamo davanti Empoli, e non sarà una passeggiata vista la forma strepitosa e il gioco che mette in campo la squadra di Mister Cagni, e poi il Lione per vedere se finalmente siamo grandi abbastanza.
Con lentezza ma determinati cerchiamo di ricominciare a parlare di calcio perchè le alternative sono poche.
O si riparte o si finisce.

Ad maiora

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