venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


Quando ancora non si sapeva come sarebbe andata a finire, ci aveva disposto all’ottimismo il fatto che, per i fatti di Catania e la conseguente sospensione del Campionato, i Monopoli di Stato si fossero costituiti parte civile contro ignoti.
Se da una parte infatti le istruzioni si trovavano nella necessità di rispondere con fermezza all’omicidio di un ispettore di Polizia, dall’altra erano costrette a valutare con preoccupazione le perdite indotte alla macchina del fisco dalla mancanza del campionato e del relativo giro di scommesse.
Bastava quindi andare per induzione.
Secondo voi, nel nostro amato paese, dovendo scegliere tra il cordoglio e il quattrino, come ci si orienta? Bravi! La risposta che avete dato è quella esatta!
L’intuizione era poi confermata dall’uscita ventriloqua del presidente Matarrese (la p scrupolosamente minuscola) che con il controllo di trazione del cervello disinserito aveva detto esattamente quello che pensava il mondo del business pallonaro: “Show must go on” e sentite condoglianze alla famiglia.
Noi, anche se apparteniamo alla sfortunata categoria di quelli che ne hanno buscate almeno una volta nella vita senza ragione alcuna, pur non credendo che l’addestramento delle forze dell’ordine avvenga attraverso i proverbi cinesi (se torni a casa picchia tua moglie etc…), abbiamo provato una pietà immensa davanti alle immagini di quel ragazzino con le mostrine del padre cucite sul cappotto e un grande struggimento per le parole della sorella.
Raciti non poteva essere considerato, checché ne dicesse Matarrese, alla stregua di un semplice danno collaterale.
Adesso appare sui giornali la notizia che sia stato colpito selvaggiamente con un tavolo o con un lavabo. Se e quando si potrà, ci permettiamo di suggerire a chi ne ha la facoltà, di rendere pubbliche queste immagini, per evitare che attorno a questa morte si alimenti in futuro la leggenda metropolitana dell’agente attinto da un lacrimogeno.
Anche se per la famiglia questa è una ben misera e dolorosa consolazione, non c’è infatti nulla che possa restituire un padre e un marito, speriamo che l’omicidio dell’ispettore Raciti rappresenti uno spartiacque reale.
Il rovescio di calciopoli è stato coperto immediatamente dal perdonismo e dal trionfo tedesco, e il calcio non è riuscito minimamente ad emendarsi.
Speriamo che questa volta vada un po’ meglio anche se le sortite di una sua componente importante, come la Lega Calcio, non lo farebbero sperare.
Anche se con gravità incomparabili, le dichiarazioni di Matarresse di ieri fanno il paio con gli attacchi a Borelli e Pancalli nel post scandalo, mostrando come non solo non ci sia voglia di cambiare, ma come non ci sia neanche voglia di capire lo schifo e il disamore che molti tifosi provano.
Alcune misure che il governo ha assunto vanno nella direzione del superamento di una situazione scandalosa di mancato rispetto e deliberata elusione della normativa vigente in fatto di sicurezza negli stadi, altre invece rappresentano una fortissima compressione di diritti individuali e sapremo solo tra un po’ se saranno servite a qualcosa.
Ce lo auguriamo sinceramente dopo aver letto oggi su un giornale un articolo che prendeva in giro le preoccupazioni espresse in questo senso dall’On. Paolo Cento.
L’estensore dell’articolo evidentemente non aveva ben presente le realtà complessa del mondo tifoso e la portata che possono avere in prospettiva determinate sanzioni. Avrebbe reso un servizio migliore ai suoi lettori se si fosse informato meglio calandosi nelle realtà descritte, perché nello stadio non è sempre vero l’antico adagio “Male non fare, paura non avere”.
Facciamo in particolare riferimento a quelle realtà che si generano soprattutto in trasferta quando la coabitazione tra diverse tipologie di tifo è obbligata. Dovremo però responsabilmente anche noi fornire un contributo, in questa fase non sono consentite posizioni terziste. La palla ora sta di nuovo nel nostro terreno e in quello delle società di calcio.
Ci attende un lungo e faticoso cammino che speriamo ci porterà all’approdo di una situazione più tranquilla e distesa e di una fruizione dello spettacolo che più amiamo senza costrizioni e patemi. Ci costerà molto.
Lo dobbiamo però a tutti quelli, e non si tratta purtroppo solo del povero Raciti, che c’hanno rimesso la ghirba in tutti questi anni senza né colpa né peccato.

Ad maiora

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