Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke mercoledì, 15 Luglio alle ore 10:30
da laroma24.it
“Gli analisti di Soros si erano concentrati sul campionato italiano, dal momento che era l’unico su cui potere investire ricavando. Secondo le loro valutazioni, la Spagna era satura, l’Inghilterra non aveva reso a Blazer e soci quanto sperato, e quindi non restava altro che l’Italia, dove Inter, Juventus e Milan erano considerate intoccabili. Quindi rimaneva la Roma dei Sensi, che aveva necessità di vendere. Dal 2007 – continua Tacopina – la Inner Circle Sports aveva già messo gli occhi sulla società giallorossa. E aveva proposto alla Soros Foundation, l’acquisto del club. Da lì sono partiti analisi, prospetti e studi sullo stato di salute della società”. Poi in realtà la storia venne fuori solo a giugno del 2008, quando lo stesso Tacopina arrivò all’aeroporto di Fiumicino con la sciarpa della Roma.
Poi però l’intoppo, secondo Tacopina. “Al momento della firma, che sarebbe stata formalizzata dopo una trattativa per un’offerta vincolante, la richiesta è stata diversa: 350 milioni di euro per l’intera operazione, di cui 280 per la Roma e i restanti 70 per la ‘buonuscita’ della famiglia Sensi.”
L’affermazione fa rumore. Non c’è che dire. Ma poi come reagì Soros? “Reagì come probabilmente avremmo reagito tutti: una bella risata e un ‘no, grazie’: non è questo il modo di portare avanti una trattativa”. “Dopo il fallimento della trattativa – conclude Tacopina – sono stato contattato altre due volte, sia dalla dirigenza romanista (tramite l’avvocato Gian Roberto De Giovanni), sia da emissari Unicredit, ma né la Blackstone, né nessun altro gruppo da me contattato si è voluto addentrare in una trattativa con l’As Roma”. |
