Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke domenica, 3 Febbraio alle ore 10:54
L’Associazione Core de Roma da sempre vicina alle sorti del grande Bettini Quadraro (ora Cinecittà Bettini), partecipa con dolore al lutto che ha colpito questa società, segno di rinascita sportiva della capitale nel primo dopoguerra, e questa famiglia a cui va il nostro più grande affetto e le nostre più sentite condoglianze. da ilmessaggero.it Morto sotto gli occhi dei genitori durante Almas-Cinecittà Bettini.
La tragedia. Tutto è accaduto dopo circa un quarto d’ora di gioco. Alessandro stava correndo in attesa di ricevere un cross, ma era girato all’indietro: non si è accorto, quindi, del tubo di irrigazione a bordo campo, a un metro e mezzo dalla linea del fallo laterale. La sua corsa è finita lì: ha urtato con il petto contro il rubinetto dell’impianto, all’altezza dello sterno, poi si è accasciato a terra perdendo i sensi. L’ambulanza, chiamata alle 15.17, è arrivata sul posto alle 15.24. Dopo un primo tentativo effettuato con il defribillatore, l’equipe del 118 ha trasportato il ragazzo nel vicino ospedale all’ospedale “Madre Giuseppina Vannini” dell’Istituto Figlie di San Camillo di Roma: Alessandro, però, è morto durante il trasporto. La partita, ovviamente, è stata sospesa. I genitori sugli spalti. I genitori di Alessandro, che stavano assistendo alla partita, hanno visto il figlio accasciarsi sul terreno. «Una scena straziante – ha raccontato il segretario dell’Almas Roma, Sergio Nicolai – Mamma e papà che si vedono morire il figlio senza un perché, per una fatalità. Sono subito entrati nel campo, hanno gridato, hanno cercato di rianimarlo. Poi è arrivata l’autoambulanza, gli hanno messo l’ossigeno, ma purtroppo nel tragitto verso l’ospedale il ragazzo non ce l’ha fatta». Perché quel tubo era lì? Sul perché quel tubo dell’irrigazione si trovasse a bordo campo, Nicolai si è limitato a precisare: «Il Comitato regionale del Lazio ha omologato il campo, non ha fatto nessuna obiezione. Ora aspettiamo risposte dal magistrato». La magistratura ha messo sotto sequestro il campo di calcio. La processione dei ragazzi al campo dell’Almas. Nel circolo sportivo “Almas Roma” la notizia dell’incidente ha cominciato a diffondersi dopo poco. «Abbiamo sentito delle grida – ha raccontato la mamma di un ragazzo che oggi giocava in un campo di calcio poco distante dal luogo dell’incidente, ma sempre all’interno del circolo – ma pensavamo che stessero litigando. Solo alla fine della partita ci siamo davvero resi conto di quello che era accaduto a pochi metri da qui». E’ dunque iniziata una silenziosa processione: ragazzi in tenuta sportiva fermi a contemplare quel campo dove il loro compagno Alessandro ha giocato oggi la sua ultima partita di pallone. Un minuto di silenzio sui campi dei dilettanti. Il Comitato regionale Lazio della Lega nazionale dilettanti ha rinviato alcune gare e disposto un minuto di silenzio per la morte di Alessandro B. Il minuto di silenzio sarà osservato su tutti i campi dei dilettanti laziali. Il Comitato ha rinviato l’incontro del campionato laziale di Eccellenza tra Pomezia e Almas (girone A), in programma domenica mattina, e tutte le gare dei campionati giovanili alle quali avrebbero dovuto partecipare le squadre di Almas e Cinecittà. da goal.com La tragedia a Roma: il ragazzo ha urtato la maniglia del bocchettone dell’irrigazione per evitare una rimessa laterale. Una corsa per recuperare il pallone e l’impatto, fortissimo, contro la maniglia del bocchettone dell’impianto di irrigazione. È finita così la vita di Alessandro Bini, 14 anni, giovane giocatore del Cinecittà Bettini, la società romana dove sono cresciuti Nesta, Graziani e Rocca. L’ennesima morte inaccettabile del calcio giovanile. Ieri alle 15, al campo Sant’Anna di Roma, si giocava la partita dei Giovanissimi Provinciali tra i padroni di casa dell’Almas e il Cinecittà Bettini. Dopo circa un quarto d’ora, Alessandro, centrocampista, cerca di evitare una rimessa laterale a ridosso della metà campo. A 50-60 centimetri dal campo c’è un tubo di oltre due metri di altezza, utilizzato per l’irrigazione del campo (il «B», in terra battuta). Alessandro ci sbatte contro violentemente, impattando all’altezza del cuore con la maniglia rossa che regola il flusso d’acqua. È la fine. Il defibrillatore non c’è, si chiama l’autoambulanza e nel frattempo Kazem Hoshemand, medico iraniano e papà di un compagno di squadra di Alessandro, prova a rianimare il ragazzo con tutte le tecniche del caso. Dopo circa dieci minuti arrivano i soccorsi. Si prova con il defibrillatore, ma all’ospedale «Vannini » Bini arriva già morto. Decesso causato dopo una fibrillazione ventricolare (lo stabilirà l’autopsia, probabilmente lunedì). I sanitari constatano all’altezza del cuore una macchia violacea, il maniglione ha «rotto» il cuore. Alessandro avrebbe compiuto 15 anni il 9 febbraio, il regalo di compleanno sarebbe stato Roma-Real Madrid. |
