martedì, Maggio 13, 2025 Anno XXI


Colloquio Fioranelli-Mediobanca, ma l’affare non si sblocca L’agente Fifa assicura: “Trattative ancora in corso con i Sensi”. Unicredit stanca di aspettare

Il TempoUn altro giorno di attese. Sfibranti e invane per chi ha fretta di sapere quale futuro aspetta la Roma. Sono passate altre 24 ore e nulla è cambiato: Fioranelli non ha ancora presentato l’ultima garanzia richiesta da Mediobanca per la conclusione dell’affare. Ma la trattativa con la cordata straniera, almeno ufficialmente, resta in piedi. Nessun comunicato di rottura è stato emesso né da Italpetroli, né da la merchant bank di Geronzi. L’unico a parlare ieri è stato proprio Fioranelli, che in una nota a sua firma diffusa in serata ha precisato l’estraneità di una società da lui controllata, la Labouchere Ag, «alla operazione As Roma» e soprattutto ha parlato di «trattative in corso tra il gruppo Fio e la Italpetroli».

Dall’entourage dell’agente Fifa il messaggio è sempre lo stesso: i soldi ci sono, abbiamo fatto tutto quello che ci è stato richiesto e nessun personaggio «strano» è coinvolto nell’affare. Le banche, invece, continuano a parlare di un problema tuttora non superato. Non di natura economica, a quanto si apprende. Ieri un lungo colloquio tra Mediobanca e Fioranelli non ha portato alla fumata bianca. Intanto il titolo in Borsa ha perso il 5,65%. «Forse qualcuno della cordata si è tirato indietro» la spiegazione a Radio Radio dell’ex socio del procuratore, Vincenzo Morabito. Ma Fioranelli non si arrende e sta facendo di tutto per convincere l’advisor dei Sensi della solidità della sua proposta. Ma non basta. E Unicredit è stanca di aspettare.

«Gli orologi si sono fermati» fanno sapere da piazza Cordusio. Il maggiore creditore di Italpetroli ritiene molto basse le possibilità della conclusione positiva del’affare con Fioranelli e chiede che divenga operativo l’accordo già siglato con i Sensi per il conferimento a Mediobanca del mandato a vendere la Roma. Duecento milioni di euro il prezzo di base dell’asta fissato, con la possibilità per gli eventuali acquirenti di ottenere uno «sconto»: Unicredit sarebbe pronta a rinunciare fino al 40% di tale importo pur di veder ceduto il club giallorosso e incassare una buona parte dei crediti vantati nei confronti di Italpetroli.

Tecnicamente si tratterebbe di un mandato a vendere con procura, sul quale la famiglia Sensi non potrebbe più mettere mano. La messa in mora da parte di Unicredit pende infatti sulla testa dell’attuale proprietà della Roma, non avendo rispettato le scadenze del piano di rientro dal maxi-debito riscadenzato lo scorso luglio. Le conseguenze del caos-societario bloccano di fatto il mercato. Pradè ha le mani legate e attende istruzioni per la risoluzione delle comproprietà ormai imminenti, la Mazzoleni si sta dedicando all’iscrizione della squadra al campionato: quella non si può rinviare (domani è in programma il cda del club). Nello stallo totale emerge una novità nel settore medico: in arrivo il fisioterapista della Nazionale Silvano Cotti, ricevuto ieri da Pradè. È lo stesso che ha curato con successo De Rossi durante la Confederations Cup, aiutandolo a superare il problema al tendine. Cotti, tra l’altro, è anche il fisioterapista di Shevchenko, uno dei nomi accostati per il prossimo mercato. Ma di nuovi acquisti per ora non c’è neanche l’ombra.

Alessandro Austini


La Roma verso l’asta: si negozia il mandato a vendere entro domani

Il MessaggeroScade domani l’ultimatum di Unicredit alla Italpetroli per attribuire a una primaria banca d’affari, il mandato irrevocabile a vendere la As Roma. E da ieri Mediobanca, advisor di Italpetroli, l’azionista di riferimento di quest’ultima – la famiglia Sensi – e la banca di piazza Cordusio starebbero mettendo a punto l’incarico alla stessa merchant bank di piazzetta Cuccia, prevedendo anche una ristrutturazione del debito residuo. Facendo scattare il piano B, visto che l’offerta di Vinicio Fioranelli non si sarebbe materializzata. Ci sarebbero quindi altri due giorni per negoziare le modalità e i termini di un mandato che dà esecuzione all’ultimatum posto da Unicredit con la lettera formale di messa in mora di venerdì 5 giugno.

Il termine massimo previsto dalla procedura e dagli accordi fra le parti fa scadere infatti giovedì 25 la data cruciale. Altrimenti, in assenza di un foglio di carta scritto che consenta l’apertura di una procedura organizzata di cessione, quindi un’asta, la banca guidata da Alessandro Profumo, potrebbe agire in giudizio per chiedere al giudice il pignoramento delle azioni dei Sensi. Ma questa eventualità al momento non sarebbe tra le priorità di Unicredit che, essendo tra l’altro socio al 49% della Italpetroli, punta a una soluzione amichevole che permetta all’istituto però, di recuperare almeno una grossa fetta dei suoi crediti: 300 dei 400 milioni circa, oltre al valore della sua partecipazione ottenuta anni fa convertendo altri crediti in capitale. Nelle prossime ore potrà succedere di tutto, anche l’eventualità che Fioranelli dimostri alla banca di Zurigo di avere realmente i 300 milioni promessi: 201 da versare ai Sensi per rilevare il 67% del club e il resto per l’opa. In questo caso, l’istituto elvetico potrà rilasciare a Mediobanca la lettera di garanzia a ”protezione” del finanziamento di importo pari al valore complessivo dell’operazione, a favore della Fio Sport group.

Ma nonostante le promesse e gli annunci, se l’agente Fifa continua a non dare concretezza al suo piano, presso le banche coinvolte ci sarebbe massimo pessimismo sulle sue reali intenzioni. Nulla si può escludere in una vicenda che di colpi di scena ne sta riservando tanti. Piuttosto da ieri i legali dei Sensi e di Unicredit – Gianroberto de Giovanni e Roberto Cappelli – assieme a Mediobanca e d’intesa con i Sensi starebbero definendo tutti i termini del percorso per procedere alla cessione della squadra giallorossa. Non è un compito agevole perchè le parti tirano l’acqua dalla propria parte. La banca vorrebbe regole precise e tassative a partire dal presso base dell’asta con l’automatismo di procedere alla vendita al raggiungimento di questo valore. Per meglio dire, se il prezzo di partenza fosse 200 milioni e arrivasse un’offerta vera pari a questa somma, il meccanismo che vorrebbe introdurre piazza Cordusio prevede che in assenza di un’altra offerta migliore, la Roma venisse venduta. I Sensi punterebbero a prevedere meno rigidità anche rispetto ai tempi dell’operazione. Che per Unicredit restano fissati entro luglio.

E poi c’è il capitolo dello sconto sui debiti residui che coinvolge anche anche Mps: tra il prezzo dell’offerta ricevuta e girata alle banche come acconto e i debiti residui, i Sensi vorrebbero uno sconto consistente. Quanto? Si sta negoziando, oppure se lo ”stralcio” non fosse quanto quello immaginato dalla famiglia, si vorrebbe prevedere un termine molto più lungo per il saldo. Il negoziato è complesso ma il tempo è ristretto. In questa nuova partita della Roma riparte il conto alla rovescia, questa sembra essere l’ultima volta.

r. dim.


As Roma, Fioranelli non molla e rilancia. Braccio di ferro con Mediobanca-Unicredit

Il SussidiarioAncora una giornata di attesa di questa lunga trattativa tra Fioranelli e la Roma. L’accordo annunciato da più parti venerdì prima che emergessero nuovi dubbi dove sembrava non ve ne fossero più. Un comunicato di Italpetroli, uno di Fioranelli. Attesi tutto il giorno, annunciati da varie fonti. E mai arrivati. Ci si chiede chi stia mettendo i bastoni tra le ruote. La risposta non è per nulla scontata e merita un approfondimento.

Venerdì scorso, dopo che la cordata svizzero-tedesca aveva ottenuto il via libera da Mediobanca, si era indicato in lunedì il giorno giusto la chiusura dei giochi. Sabato, però, un comunicato ufficiale di Compagnia Italpetroli (che avrebbe dovuto confermare le indiscrezioni positive) aveva allontanato di fatto la fine della trattativa. Giovedì il giorno indicato da fonti vicine a Vinicio Fioranelli, l’agente Fifa al vertice della Fio Agency, interessata all’acquisizione del club. Ieri la frenata. Mancherebbe la delibera alla fidejussione da 300 milioni di euro come garanzia del finanziamento richiesto dal gruppo a Mediobanca. I problemi dovrebbero riguardare la provenienza dei fondi messi a disposizione dal gruppo. Proprio questo punto e le continue richieste di ulteriori documentazioni e certificazioni stanno congelando una trattativa che è ormai “chiusa” da tempo e che venerdì scorso sembrava aver vissuto l’ultimo atto dovuto con la benedizione delle banche. Così non è stato, e ci risulterebbe un irrigidimento improvviso di Mediobanca e Unicredit che ha portato a una situazione di stallo. Vien da chiedersi se dietro questa “melina” non si celi una certa diffidenza e freddezza verso una soluzione, quella di Fioranelli, che forse non è quella auspicata da certi ambienti romani (finanziari, politici, tifoseria ecc), che avevano immaginato altri scenari per il dopo Sensi. Ora c’è chi scrive che la trattativa è tramontata, che Fioranelli sarebbe stato abbandonato da alcuni soci-imprenditori, chi addirittura sostiene che l’offerta dell’agente Fifa non ci sia mai stata.

A noi risulta uno scenario diverso. Registriamo la sorpresa e l’insofferenza della cordata svizzera per quei contrattempi e ripensamenti che fanno saltare di continuo il banco. Intoppi, freni e dispetti (anche da parte dell’attuale proprietà, vedi il capitolo acquisti e rinnovi…) che però non hanno scalfito la determinazione dell’aspirante acquirente di portare a termine la trattativa. Nessun arretramento, quindi, e nessun abbandono da parte dei soggetti economici coinvolti, fanno sapere. Nessuna previsione certa sui tempi necessari a sbloccare la situazione.

Ad oggi, non è corretto dire che Fioranelli si stia allontanando dalla Roma, quanto piuttosto che qualcuno starebbe cercando di tenerlo alla larga da Trigoria. Ma perchè? Chi sta mettendo i bastoni tra le ruote? Dopo i troppi silenzi di ieri, speriamo che oggi qualcuna delle parti in causa torni a parlare. Per fare chiarezza, una volta per tutte.