Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke sabato, 13 Giugno alle ore 09:11
da ilmessaggero.it
Unicredit chiede anche che l’incarico contenga altre clausole di salvaguardia come la possibilità che oggetto della vendita sia l’intera partecipazione in modo da rendere più appetibile l’operazione. E anche più remunerativa, nel senso che maggiore sarebbe la somma incassata da Italpetroli. Ecco perchè nel negoziato i Sensi che hanno il 51% della holding – il 49% è della stessa Unicredit – avrebbe posto alcune contropartite. Come appunto uno stralcio dei debiti. Il prezzo dell’asta deve ancora essere fissato e sarà un altro punto cruciale del negoziato: la somma comunque non servirà a pagare l’intero debito verso Unicredit. Tanto meno resteranno soldi per rimborsare Mps, l’altra banca creditrice con circa 70 milioni. Per evitare quindi che i Sensi debbano essere costretti a vendere altri asset, Mediobanca avrebbe posto a Unicredit la condizione che l’accordo sul mandato contempli anche una ristrutturazione debitoria, mediante rinuncia di piazza Cordusio a parte dei crediti. La trattativa sarebbe ancora agli inizi e comunque non può andare per le lunghe perché la lettera di messa in mora di Unicredit a Italpetroli di venerdì 5 avrebbe fatto scattare un iter che deve concludersi entro meno di due settimane. Per quella data, quindi, tutti gli accordi devono essere firmati – quindi oltre al mandato anche l’ammontare e le modalità del rimborso – e Mediobanca potrebbe far partire l’asta. Così tutti gli interessati saranno messi in condizione di seguire procedure e regole ben definite e oggettive. Fino a quando non sarà siglato il piano, nessuna trattativa vera potrà essere aperta. Sondaggi preliminari però sarebbero in corso e il colloquio Profumo-Gheddafi potrebbe servire almeno a tastare il terreno sulle reali intenzioni di Tripoli. Ma c’è chi ritiene che sondaggi sarebbero effettuati anche su un gruppo industriale rimasto finora dietro le quinte. r. dim. |
