domenica, Maggio 19, 2024 Anno XXI


Esistono sport più evoluti nei quali esiste il principio della “superiorità manifesta” che da al giudice arbitro la possibilità di sospendere la partita e mandare tutti a casa. Fortuna che nel calcio non è così, perché altrimenti verso il decimo del secondo tempo avremmo chiuso baracca e burattini perché la Roma aveva asfaltato il Milan rendendolo poca cosa ridicola.
Adesso, liquidata la prima rata della pendenza milanese, ci rimane la seconda, più indigesta ma non insuperabile.
Battere l’Inter in casa nell’anno di quella che potrebbe essere la sua consacrazione darebbe anche al nostro campionato un significato immenso, al di la di quello che potrà essere alla fine il risultato.
Ma è stata festa anche per un altro motivo. Francesco Totti ha fatto 451 come Giacomino Losi, unico e grande corederoma, a cui ci lega una stima e un affetto particolare. Personaggio della storia giallorossa di cui possiamo vantare l’amicizia.
Non è un traguardo da poco perché è un ingresso della leggenda accompagnato dal rispetto di valori positivi di cui noi, come romani e romanisti, siamo orgogliosi latori.
I tempi di Giacomo erano altri, e lui ce li ha mirabilmente raccontati, i tempi di Francesco li abbiamo vissuti, come abbiamo vissuto la sua scelta di rimanere legato alla sua maglia, alla sua squadra e alla sua città.
I detrattori ad oltranza potranno tentare di avvelenare questo meraviglioso dato di fatto leggendolo in chiave diminutiva, magari rivendicando il fatto che nei momenti di svolta della carriera del nostro campione ci sono state situazioni particolari che lo hanno vieppiù legato alla sua gente. Sia come sia il Capitano è il nostro Capitano e lo rimarrà per sempre, non ci sembra poco.
Siamo convinti che la leggenda, qualsiasi leggenda, si possa basare solo su principi positivi e su valori granitici. Poi può accadere che diventi leggendario anche chi magari si possa essere smarrito sul cammino dei principi positivi, Maradona in questo senso è un caso emblematico, ma è più facile che si realizzi la prima condizione che non la seconda.
E a proposito di questi principi non ci ha stupito affatto la dichiarazione dell’ufficiale della Finanza che ha contribuito con Saverio Borrelli nelle indagini estive su calciopoli.
Il nostro ha gettato la spugna semplicemente dicendo che l’ambiente del calcio è irriformabile e le ultime vicende ampiamente lo dimostrano.
Moggi che da’ lezione, Galliani perdonato, Carraro risarcito non sono che la dimostrazione che nessuno abbia veramente voglia di voltare pagina.
E per rimanere nell’ambito dei principi e dei valori, attendiamo curiosi di vedere quale sarà il taglio che verrà dato in TV alla fiction sulla vita di Pantani che sarà stato pure un grande ma che si è bombato anche i pedalini.
Se a questo associamo i peana a squadre che hanno perpetrato e perpretano furti inenarrabili, giustificati sulla scia del seguito dei tifosi e quindi dell’audience, diciamo che la speranza è proprio finita.
Concludiamo il passaggio del turno con una delle più belle battute sentire allo stadio stasera e rivolta al numero 44 della squadra rossonera che non è Gatti ma Oddo.
Più adatta a “pallone coatto” che all’editoria ma troppo gustosa per essere nascosta. All’ennesimo liscio del giocatore ex laziale, un signore dietro a noi s’è alzato e ha strillato :”Hai fatto cinquecento chilometri ma nun t’è servito a un cazzo”.
Se questa non è intelligente ed esclusiva sintesi capitolina, possiamo abbandonare tutti quello che ci riesce meglio nella vita: il cazzeggio.
E ora tutti a Milano, all’inseguimento di altre perle!

Ad maiora

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