Categorie Il Redazionale Scritto da r. cdr giovedì, 30 Aprile alle ore 09:39
Una struttura che funziona, che tira fuori il meglio da ogni singolo individuo si compone di uno staff dirigenziale che si vede e si sente poco, lavora dietro le quinte, smorza le polemiche e i facili entusiasmi, programma in anticipo, anche di anni, la gestione prossima ventura. Poi ha la forza lavoro, che si muove negli schemi e nei profili lavorativi costruiti per le mansioni assegnate, forza lavoro che risponde in primis ad un capo reparto che a sua volta lavora in sinergia con gli altri parigrado per l’ottenimento del risultato. Tutto sto’ ber pippone tradotto in termini calcistici sta ad indicare che: – a prescindere dalle voci di acquisto o di vendita la presidenza dell’ASR dovrebbe programmare come minimo questa, la prossima e anche quella successiva di stagione, stabilendo strategie flessibili (arriviamo in champions ? ci arriva “tot” che investiamo così; non arriviamo ? Allora la strategia è la seguente: bla bla). Nel caso di problemi deve intervenire con autorità e dettare le linee guida: NON LO FA. – l’allenatore deve essere il punto di riferimento della squadra, deve avere mandato societario e riconoscimento da parte degli atleti che allena, ed essere giudicato in base ai risultati, è suo obiettivo imprescindibile conseguire il massimo possibile, e per fare ciò non deve agire in base ad emozioni personali ma utilizzare un criterio di utilità. NON LO FA, NON LO E’ – Ultimo e non ultimo, ma primo dei mali la squadra, ovvero la forza lavoro: al di là di sentimentalismi, simpatie o antipatie, deve dare il massimo sempre perché pagata e nella fattispecie al massimo degli emolumenti possibili con qualunque categoria di professionisti si voglia paragonarli, più di scienziati, medici, ingegneri spaziali, professori di musica e chi più ne ha più ne metta. La nostra amata Roma invece, è esattamente quello che abbiamo rappresentato in copertina: un’Armata Brancaleone grottesca e a tratti ridicola. Non abbiamo fatto la preparazione unici e mirabili esempi nel panorama calcistico perlomeno europeo, ovvero l’abbiamo fatta a Trigoria, nota località adatta in luglio per ossigenarsi e raccogliere le forze; Abbiamo subito una serie di infortuni (forse per questo ? non lo sappiamo ma può essere) che hanno dell’inverosimile e messo in campo a più riprese giocatori rotti, mezzi rotti, completamente fuori forma e fuori ruolo che ci hanno regalato prestazioni da incubo (Doni su tutti, quasi un campionato interno ha giocato infortunato); Non siamo stati in grado di gestire vantaggi, svantaggi, situazioni di stallo, ed ogni sconfitta si è tramutata in una Caporetto, con grazia finale degli avversari che smettendo di giocare non ci hanno regalato risultati stile Manchester; In tutto ciò siamo anche la squadra con più espulsi e contestualmente quella che ha fatto meno falli, quindi tutte espulsioni stupide, isteriche, mai per un bel calcione sotto al ginocchio tipo Tiago con Balotelli; abbiamo in campo checche isteriche che perdono la bussola immediatamente (eclatante il derby, ma che ve incaxxate per un calcio d’angolo al secondo minuto, è un angolo, mica un rigore al 90mo, tornate in mezzo e prendete la palla, non c’è partita se si usa la testa) e che non hanno capacità di reazione; Abbiamo un tecnico che è stato capace di mettersi contro di volta in volta quasi tutta la squadra, di litigare con il medico (poi allontanato, li rompeva lui ?? Assai difficile ci par…) ; poi con un albanese tolto dai laterizi e prestato ai microfoni, (e gli ha fatto fare pure bella figura); di predicare ‘omportamenti e poi non tenerli lui per primo, Ancelotti è andato a Londra a sentire l’offerta del Chelsea e l’ha detto, lui c’è andato di corsa e di più e l’ha negato per poi essere sgamato come un bambino… Siamo la squadra che ha abolito il ritiro perché non serve (e noi pensiamo effettivamente che serva poco) che però poi lo reintroduce quale punizione per poi fare marcia indietro dopo due giorni su richiesta dei giocatori, furia francese ritirata spagnola si diceva nell’urbe prima dell’unità d’Italia. In sostanza la cosa che manca a questa Roma non sono i soldi, le motivazioni, l’organizzazione di gioco o quant’altro: sono le palle. E che vorremmo vedere, Nel frattempo… |