Categorie Articoli by CdR Scritto da Er Pasquino mercoledì, 25 Marzo alle ore 07:52
Quando abbiamo raccontato la storia di Gianfilippo ci siamo augurati, come tutti quelli che gli vogliono bene, che la sua storia fosse a lieto fine. Perché la sua è una storia in cui vince la vita, vince la voglia di andare avanti nonostante le difficoltà, vince l’amore per la Roma. Sabato 21 marzo, nel primo giorno di primavera, Gianfilippo ha coronato il suo sogno di venire al Tempio e siccome il Fato muove inesorabile le vite degli uomini, l’ha fatto proprio contro la Juventus e in una serata che non verrà certamente ricordata per un trionfo giallorosso, tutt’altro. Ma anche questo è essere romanisti: l’orgoglio e la gioia di esserci nonostante una sconfitta. La giornata di Gianfilippo a Roma è iniziata passando da Mario Corsi, il mitico «Marione», che, con grande simpatia, lo ha voluto suo ospite a «Te la do io Tokyo», accompagnato da una piccola delegazione di CoredeRoma guidata dal nostro Romatto, perché raccontasse la sua storia. Poi il pranzo con la famiglia di CoredeRoma, la corsa al Tempio e il susseguirsi di tutte le emozioni che solo un «battesimo al Tempio» sa imprimere nella mente e nel cuore di una persona sensibile come Gianfilippo. L’ingresso delle squadre, i cori della Sud, il nostro inno cantato a piena voce, la sciarpata, la palpitazione per una partita vibrante anche se non trionfale, gli abbracci per il gol di Loria, le imprecazioni per il risultato. Stretto nell’abbraccio dei suoi nuovi fratelli sangue e oro. E assieme a tutto ciò l’esibizione dell’irridente stendardo preparato da Emanuele, la conoscenza di tanti fratelli e sorelle romanisti venuti da lontano, la consapevolezza di essere, ormai, uno di noi. Un «CoredeRoma» di nome e di fatto. A noi che abbiamo contribuito solo in minima parte di tutta questa gioia, resterà per sempre l’orgoglio di essere stati complici di un piccolo sogno che si è avverato. E il regalo più grande che un amico ti può fare: il sorriso quando ti incontra. |
