domenica, Maggio 05, 2024 Anno XXI


Quelli tra noi che hanno visto più di qualche partita della Roma (e pure più di 5cento), il film di questa ennesima beffa nella testa ce l’avevano già, solo che speravano che stavolta, almeno una volta, la dea bendata guardasse pure dalla nostra parte.
Le premesse non erano delle migliori, falcidiati incredibilmente da infortuni e squalifiche, alle quali, al primo intervento della partita, si è aggiunta anche quella di Juan; con una formazione che dire di emergenza è un eufemismo (titolari Diamoutene e Motta che, strano a dirsi, non erano titolari neanche a Udine e Lecce), Pizarro e Totti incerottati e in piedi per miracolo a lottare su ogni palla, su ogni centimetro di campo, Riise che per la prima volta nella sua carriera ha giocato (e come ha giocato!) da centrale e da terzino insieme, un Brighi che non è più una novità.
Nonostante tutto ciò la Roma ha giocato una bella partita, di testa, di cuore e di vigore agonistico.
Straripante Motta, eroico Pizarro, commovente il capitano, attento e preciso Diamoutene, padrone Riise, veramente abbiamo finalmente visto quella squadra che è nei nostri sogni e nei nostri cuori: un gruppo di leoni che non molla un centimetro.
Non è bastato per la maledetta lotteria dei rigori che come sempre ci ha visto spettatori della gioia altrui, ma piuttosto che farsi andare allo sconforto vorremmo in qualche modo vedere il lato positivo di questa ingiusta eliminazione e farne un ragionamento che speriamo condiviso. Perchè questa ingiusta e beffarda esclusione può portare allo sconforto, ma se ben interpretata può anche essere il punto di partenza per un futuro migliore.

Abbiamo scoperto dei giocatori veri, Riise su tutti, ma anche Motta, Pizarro, Brighi, Diamoutene, sono un patrimonio di questa Roma più per le doti mentali che quelle tecniche. Sono questi i giocatori che dobbiamo avere per non aver paura di giocare in nessuno stadio del mondo, e per imporre il nostro gioco.

In secondo luogo dobbiamo (e lo diciamo da anni attraverso numerosi redazionali e newsletter) prendere in qualche modo esempio dall’Arsenal.
Una squadra di giovani, giovanissimi, che ha venduto in pochi anni giocatori come Henry (se fosse successo a Roma ??), Viera, Hleb, Flamini e messo nella lotta giocatori di 19, 20 anni con un capitano più vecchio di loro di un solo anno (e per fortuna non era della partita); hanno preso gol alla prima occasione e non hanno perso mai la testa, hanno sempre cercato di giocare, combinato poco ma nella partita ci sono stati sempre.
Molti dei tromboni che girano per l’italico football invece si fanno demolire alla prima vicissitudine negativa, perdono la testa, non rendono quanto potrebbero e per quanto sono stati pagati.

La Roma non è società che può tenere il passo agli investimenti dell’Inter (per vincere fuori dell’Italia andate a giocare l’Intertoto), del Milan o della Juve, non abbiamo dietro le più grandi industrie italiane come loro, e nella ricorsa ad acquisti e stipendi possiamo solo rimetterci.

Noi dobbiamo creare un New Deal del calcio così come l’Arsenal o il Villareal; abbiamo una forza che viene dal vivaio e che non sfruttiamo quasi per niente; in giro abbiamo giocatori come Cerci, Andreolli, Antunes, Okaka, Rosi, Curci (per non parlare di Galloppa che però abbiamo regalato insieme a metà Curci per avere i servigi di Loria): possono e debbono giocare.
Okaka ieri magari avrebbe fatto più bella figura di Baptista o avrebbe sbagliato come lui, ma a costo zero; Rosi avrebbe potuto rimpiazzare Taddei in maniera adeguata, ma per farlo hanno bisogno di fiducia, dell’ambiente soprattutto.
Dell’allenatore che dopo il primo anno di giovani non ce ne ha fatti più vedere in campo, della società che deve avere la forza di intraprendere questa politica e soprattutto di noantri.
Noi eravamo e siamo sempre stati checche isteriche in sede di calcio mercato, vogliamo i nomi senza guardare alla sostanza, perché l’estate e lunga e non si gioca, e allora “Roma compra chiunque purchè compri”: non è così, non deve essere così.

Abbiamo bisogno di gente che ha la nostra stessa rabbia, Pizarro l’abbiamo qualche volta criticato (come tifoseria in genere) per le sue continue piroette su se stesso ma ieri con un gamba, con i crampi, con l’impossibilità di correre in modo sciolto ha lottato, si è gettato in scivolata e contrastato bestie vere: sono questi i giocatori che ci servono.
Li abbiamo, li abbiamo in difesa, li abbiamo a centrocampo, non li abbiamo in attacco e finchè ci sarà il capitano coprirà ogni magagna possibile.

Se fosse possibile in sede di prossima campagna acquisti, facciamo rientrare i nostri ragazzi, e se dobbiamo fare un acquisto che sia uno e uno solo ma buono e dove serve: una punta vera, una bestia di nome e di fatto, se invece dobbiamo inseguire giocatori ipotetici allora mettiamo Stefanino Okaka a cambiarsi con Vucinic e Totti e quando hanno la febbre buttiamolo dentro senza paura.
Devono giocare e prendere applausi anche quando sbagliano.
La forza, l’ossatura e la tecnica ce l’abbiamo, chi chiede soldi e soldi per rinnovi o per venire se ne può andare affanculo prima di subito o restare dove sta, noi siamo la Roma, la squadra di una città che ha conquistato il mondo. Prima o poi lo faremo anche nel calcio.

Sempre forza roma, orgogliosi di voi.

Associazione Core de Roma