giovedì, Maggio 15, 2025 Anno XXI


da Il Messaggero – romanews.eu

John Arne RiiseIl terzino giallorosso John Arne Riise ha parlato a Il Messaggero degli obiettivi della squadra, della sfida di Champions contro l’Arsenal e del feeling con il gol che a Roma si è interrotto: “Mi manca una rete e vorrei sbloccarmi. Mi conoscono come tiratore, così mi trovo sempre quattro-cinque giocatori davanti. C’è sempre una respinta…e ora sono anche più prudente. Meno male che martedì ritrovo l’Arsenal. Ho fatto gol all’Arsenal già due volte, sia nel vecchio Highbury che all’Emirates. Sarà una sfida tra due squadre tecniche. Conosco bene l’Arsenal, ha giocatori rapidi e di qualità. Adebayor è un’assenza pesante, ma Bendtner è pericoloso. A me toccherà Ebouè e va bene così: prima l’ivoriano faceva il terzino, con lui sarà un duello tutto corsa. Noi abbiamo giocatori fantastici: Totti vale Gerrard, ma sono sicuro che anche giocatori giovani come Aquilani e Menez possano fare la differenza. Quante chance ha la Roma di passare? Tante, ma sarà una gara apertissima. La finale di Champions è a Roma e per noi è l’Obiettivo. Il Barcellona e il Manchester sono le mie favorite. Ma martedì a Londra sarà dura. In casa l’Arsenal dà il meglio. L’Emirates Stadium poi è splendido: più di sessanta mila tifosi si faranno sentire. So bene cosa ci aspetta”. Poi, sulla corsa al quarto posto: “Stiamo viaggiando, da qualche mese, da squadra che lotta per il titolo. Paghiamo i primi mesi con troppe sconfitte. Siamo da secondo posto e puntiamo a quello. In Champions giocheremo anche il prossimo anno, ne sono certo”. L’esterno si è soffermato sull’addio al Liverpool e gli inzi a Roma: “Mi piacciono le novità e le lingue. Sono stato anche in Francia, prima di andare a giocare nella Premiere League. Avevo voglia di conoscere altre realtà e imparare l’italiano. In una partita in Inghilterra non ci sono pause. Fisicamente vai sempre al massimo. Potenza e corsa fino a fine gara. In Italia acceleri e ti fermi, magari facendo girare palla, rallentando il ritmo. Dipende dalle qualità dei giocatori. Qui la tecnica è superiore. I giocatori non hanno posizioni fisse, si cambiano le posizioni non sai chi devi prendere e da dove arriva. In Inghilterra i calciatori corrono sui binari. Sì come dei treni. Sai quando partono e da dove arrivano. Lo scontro è quello. Sul fisico e basta. Al palleggio non pensano. Qui alle spalle o davanti i tagli sono frequenti: sudi di meno, ma come concentrazione devi sempre garantire il top. Nel Liverpool giocavamo con il quattro-quattro-due e non cambiavamo mai sistema di gioco. Ho sempre avuto davanti un esterno alto che proteggeva la fascia quando avanzavo. Qui ero più solo. Nelle prime dieci partite abbiamo preso tanti gol: io spingevo, sicuro di trovare qualcuno poi a prendere il mio posto in difesa. Alle due fasi non ero abituato. Ho parlato con Spalletti. Mi ha chiesto di non attaccare troppo. Ora so che il mio lavoro in campo è lì dietro: per prima cosa devo difendere. Mi piacciono i metodi italiani: con Benitez pensavamo solo alla tattica. Troppo pesante. Qui mi diverto”. Finalmente si è rivisto il Riise di Liverpool: “Sono felice, all’inizio non era così. Ormai i tifosi vedranno solo il vero Riise. In dieci giorni sono guarito. In carriera mai infortuni, per questo sono andato ad Oslo: mentalmente, stando a casa, ho accelerato i tempi. Due sedute di lavoro al giorno: forza al mattino e corsa il pomeriggio. Il tempo libero? Sto quasi sempre a casa. Due ore al giorno studio l’italiano. Non mi piace fare il turista. Qui ero venuto solo per affrontare la Roma. Le mie vacanze le passo al mare, Bahamas, Mauritius. Ogni tanto vedo Aquilani, ma non gioca a golf…”.