lunedì, Aprile 29, 2024 Anno XXI


Tornano i vecchi tempi quando la Roma era più famosa come “Resuscitation Kit” che come squadra da battere avvezza ai quartieri alti della classifica. D’altro canto era passata una settimana nella quale i giocatori labronici avevano più volte affermato che loro giocavano a occhi chiusi solo con Arrigoni.
Presumibile quindi che le cose avrebbero preso questa piega.
Ciò non di meno la Roma era partita gagliarda e tosta, attaccando a pieno organico, e facendo perno all’inizio sullo svedesone dalla faccia scolpita con l’accetta come gli eroi eponimi dei film in bianco e nero di Ingmar Bergman.
Si sarebbe potuto andare avanti a lungo con noi in attacco e loro arroccati in difesa, se a mutare il volto della partita non c’avesse pensato un errore di Ajroldi, arbitro pettinato alla Pingù, che ha pensato bene di movimentare la situazione assegnando un inesistente rigore al Livorno.
Per onestà intellettuale diremo che l’unica cosa positiva della situazione in oggetto sono stati i due tuffi di Doni per la prima volta dalla parte in cui era indirizzata la palla. Oltre questo nulla più.
Sin dall’inizio avevamo notato ed annotato nel nostro personalissimo taccuino, l’atteggiamento di Galante che, sigillato alle costole del Capitano, si distingueva per provocazioni sistematiche e incessanti da vecchio mestierante. Come sarebbe andata poi a finire lo sapete anche voi.
Nel frattempo il commento dei due telecronisti di Sky, Massimo Tecca e Antonio Di Gennaro, si distingueva per miopia ed intempestività. Sicuramente uno dei peggiori della stagione con la seconda voce irritante nel suo oggettivo antiromanismo.
Come è, come non è, (per solito un portiere di rimpiazzo che entra all’ultimo minuto, se non gioca nella Roma, tendenzialmente fa il fenomeno) siamo comunque riusciti a raddrizzare la barca dopo almeno un paio di salvataggi miracolosi dell’estremo difensore del Livorno, proprio con il Capitano che si era distinto fino a quel momento per fare l’uomo ovunque, vox clamans in deserto, nell’attacco della Roma.
Di li a poco le provocazioni del poco Galante difensore del Livorno avrebbero partorito le reazioni desiderate e Checco nostro avrebbe abboccato come un luccio facendosi cacciare via.
Attendiamo ora la valanga di commenti, non tanto all’espulsione, ma al ruzzolone che ha regalato a Vito Scala che francamente avrebbe potuto evitare, precisando che è tutto moltol facile da dire e da pensare, stando comodamente seduto sul sofà.
Ha cominciato il fuoco di fila delle accuse il direttore Sconcerti e siamo già pronti nell’attesa di tutti quelli che si accoderanno.
Il comportamento del Capitano diventerà la pietra dello scandalo, superando magari momenti di pornografia televisiva pura, come ad esempio l’abbraccio in diretta di Massimo Ranieri con la figlia dopo trentasei anni di disinteresse assoluto o come la confessione pubblica di Vialli che ha paragonato i suoi compagni di squadra inglese a giocatori del dopolavoro se comparati agli scultorei atleti della rubbentus. Che la differenza fosse dovuta al fatto che i primi erano giocatori normali e gli altri invece tutti un po’ bombati?
Chi potrà mai dirlo.
Adesso damose da fa cor Milano.
Perso il campionato cercamo almeno de rifasse co na coppetta.

Ad maiora

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