Categorie Il Redazionale Scritto da Big Luc domenica, 8 Febbraio alle ore 09:27
Le settimane che amiamo di più sono quelle che si concludono con la Roma che vince e la Lazio che perde mentre uno spot fortunato di una radio privata ci ricorda che le più belle parole non sono “Ti amo” ma “la Roma in vantaggio”. Durante la settimana hanno provato in tutti i modi a terrorizzarci con il Genova, dipinto come una invincibile macchina da guerra gestita da un lungimirante presidente e da un poliedrico allenatore in grado di inventarne una più del diavolo e di far passare Pico de Paperis come un anonimo travet. Databases rigurgitanti di decine di migliaia di schedature di giovani calciatori di ogni parte del mondo, sistemi avveniristici di ripresa delle partite e degli allenamenti, competenza straordinaria, innovazione, forza straripante. Come d’incanto svaniti i viaggi con valigioni stracolmi di banconote e ignominiose retrocessioni, ma in un paese in cui i massimi vertici fanno affermazioni per smentirle dopo pochi minuti perché affidarsi a quell’inutile pratica che si chiama memoria? Erano riusciti a far preoccupare anche noi che alla parola Genova sentiamo aria di casa, non fosse altro che per quel bellissimo 8 maggio dell’83 e per tutti quei parenti in comune nell’album di famiglia: Bomber Pruzzo, Bruno Conti, Sebino Nela, Andrea Signorini e così via. E’ andata a finire tanto a poco con tre gol uno più bello dell’altro. La parte più mediaticamente esposta della curva ha scaricato il reprobo Panucci e tutti a casa a festeggiare la Polisportiva Lazio – Sezione Palombari. Settimana dunque entusiasmante? Se il mondo fosse solo la Roma e quer par d’ore all’Olimpico forse. Ma, purtroppo, il mondo non è solo questo. Harold Edgerton, quello che lo stroboscopio l’ha inventato, cerco di supplire alle necessità di conoscere e descrivere i moti periodici accoppiando il suo immenso talento di fotografo e le sue competenze ingegneristiche. Oggi gli stroboscopi non stanno neanche più in officina. Ne rimane qualcuno in discoteca per indicarci attimi discreti nel dipanarsi del fluire continuo. Il flash, il lampo che squarcia il buio, ci fa vedere ciò che è in quell’istante e gli da dignità di descrizione. Ma questo è vero solo nelle situazioni istantanee. Una goccia di latte che cade in una tazza, un proiettile che squarcia una mela, un grave che cade. Pensare di descrivere con questa modalità una vita di diciannove anni senza neanche una sola luce a squarciare la tenebra e contemporaneamente insolentire un uomo dilaniato dalla più grande disgrazia che possa capitare ad un essere umano e fare tutto ciò basandosi sul proprio credo e inseguendo bassissimi interessi di bottega può ed è davvero immorale. Come è immorale costringere alla delazione chi ha giurato di curare il prossimo suo senza distinzioni di censo, razza o fede religiosa. Che c’entra tutto ciò con la Magica? Pochissimo, se stai su una nave che si chiama Titanic e ti piace suonare il pianoforte.
Ad maiora |
