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Tregua Totti-Ranieri, ma la Roma resta nel caos
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Scritto da Lucky Luke
martedì, 11 Gennaio alle ore 08:13
da repubblica.it
Confronto a Trigoria e chiarimento tra capitano e tecnico, ma la situazione resta tutt’altro che risolta. ”Futuro lontano da qui? Pensiamo al presente, poi si vedrà”. La società chiede al tecnico di ”ripristinare la normalità”, lo spogliatoio non è più unito come un tempo
ROMA – “Mi è dispiaciuto entrare a quattro minuti dalla fine”, firmato Francesco Totti. Lo dice chiaramente il numero dieci lasciando Trigoria, dopo una giornata di confronti, fin dalla mattina. “Sinceramente mi è dispiaciuto entrare a 4 minuti dalla fine – scandisce il capitano – era come perdere tempo, ma ho accettato tutto. Sono a disposizione della società e del mister”. Il confronto è servito solo a ricucire lo strappo con il tecnico: “Prima di parlare con il mister ho parlato con Montali, Pradè e Conti. Abbiamo parlato di quello che è successo e che succederà. Convincenti? Dovevo esserlo io”. Accenni più specifici al futuro, però, non ne arrivano: “Un futuro lontano da Roma? pensiamo ad adesso, poi si vedrà”. Ma il morale non è certo alle stelle. Tutt’altro: “Ma ho detto che sono triste solo dentro Trigoria, fuori sto benissimo”. Un tuono, questo, che rimette in discussione anche la tregua siglata nel pomeriggio con Ranieri. Una tregua senza vincitori, che più che ricucire serve a tamponare la situazione sempre meno limpida in casa Roma. A Trigoria, oggi, doveva essere il giorno delle risposte. Quelle che aspettava Francesco Totti dopo l’ingresso in campo in pieno recupero a Genova, da tecnico e società. Quelle che voleva la Roma, dallo stesso Totti e da Ranieri: a entrambi il club ha voluto mandare un messaggio chiaro.
VERTICE – “Viene prima la Roma”. Questo il concetto ripetuto a chiare lettere oggi a Trigoria dai dirigenti romanisti e da Rosella Sensi. Il confronto a tre, tra la presidente, Totti e Ranieri non c’è stato. Rosella è arrivata in mattinata a Trigoria, dove ha incontrato Vito Scala per parlare dell’amarezza di Totti, che ha chiesto risposte chiare alla Roma. Nel frattempo, alcuni dirigenti hanno parlato con Ranieri, mentre la Sensi si è fermata anche con Mexes per affrontare questioni legate al rinnovo (gli è stato chiesto quando sarebbe arrivato in Italia il suo agente Jouanneaux). Nel primo pomeriggio, quando la dottoressa aveva ormai lasciato il centro tecnico dove la squadra tornava ad allenarsi dopo un giorno libero, l’occasione giusta per chiudere la questione. I dirigenti Montali e Pradè hanno convocato Totti e Ranieri. Un colloquio divenuto indispensabile dopo Genova, gara chiusa con il capitano in campo soltanto per gli ultimi 185 secondi e furibondo con l’allenatore. Per questo, gli uomini operativi della società hanno iniziato proprio da Francesco: concetti chiari, per far capire che al capitano non mancherà mai l’appoggio del club. Ma soprattutto, che ognuno è responsabile del presente e del futuro della squadra: “Chi gioca nella Roma deve essere consapevole che, per essere qui, è indispensabile adattarsi alla realtà di una grandissima squadra dove può capitare di restare fuori”, hanno spiegato. Dopo Totti, è toccato a Ranieri ascoltare le parole dei dirigenti, che hanno ribadito come la squadra abbia assoluto bisogno di “ripristinare la normalità”. Entrambi, capitano e tecnico, sono stati messi di fronte alle responsabilità che hanno all’interno del gruppo, di cui occupano le due posizioni più in vista. Ma per far filtrare chiaramente il messaggio, i dirigenti hanno preferito ribadire i concetti espressi anche al resto della squadra: “Basta casi per ogni attaccante che non gioca”.
CHIAREZZA SUL FUTURO – Dopo la presa di posizione, anche dura, da parte della Roma, è stato il momento dei chiarimenti tra Totti e Ranieri. Il capitano ha chiesto al tecnico le ragioni dell’ingresso in quel momento della partita, l’allenatore ha ribadito che sperava in un colpo capace di ribaltare il match, ha sottolineato come per alcuni motivi sia stato impossibile effettuare il cambio prima a causa dell’ostruzionismo dei giocatori della Samp e che non si era reso conto che la partita fosse praticamente finita. Alla fine, la stretta di mano a chiudere, almeno ufficialmente, i dissapori. Ma non è finita qui. Perché Totti, che ha accettato senza entusiasmo la “pace”, a questo punto della sua carriera, vuole veder chiaro per quel che riguarda il futuro della società. Già da tempo l’entourage del capitano della Roma è al lavoro per stringere contatti con i potenziali acquirenti del club. Una mossa per cercare di capire quale futuro attende il numero dieci. Totti è legato alla Roma con un contratto fino al 2014. Con la Sensi, però, vanta anche una promessa per un futuro da dirigente. La Roma, nel momento dell’ultimo rinnovo, a dicembre di un anno fa, si è impegnata “a garantire a Francesco Totti la permanenza nell’ambito dell’Area tecnico-sportiva al termine della propria attività agonistica”. Una garanzia che il capitano vuole capire se potrà essere messa in discussione dal passaggio di consegne. Chi comprerà la Roma potrà contare anche sull’immagine di Totti (non sui suoi diritti). Non fosse gradita, il capitano vorrebbe saperlo prima. In modo da poter pensare serenamente al proprio futuro.
Quello che resta, sono le macerie di uno spogliatoio che ha perso l’unità che lo caratterizzava lo scorso anno. E la richiesta di “normalità” da parte dei vertici societari non è casuale: i leader storici della squadra non vedono da tempo di buon occhio alcune pratiche di allenamento e l’atteggiamento imposto dal tecnico alla squadra. L’aria di Trigoria è diventata malsana per molti, e lo stesso Totti, partendo per Genova, non ha fatto che sottolinearlo. In più, la Roma in vendita genera un vuoto al vertice del club che si respira anche nei corridoi del centro tecnico aumentando le incertezze sul futuro. Anche per questo, molti dei campioni giallorossi hanno iniziato a cercare di capire cosa li attende. Risposte, però, latitano.
MATTEO PINCI
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Pettinari verso il ritorno a Roma
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Scritto da Lucky Luke
martedì, 11 Gennaio alle ore 03:12
da tuttomercatoweb.com
Stefano Pettinari tornerà a vestire, nella seconda metà della stagione in corso, la maglia della Roma. Il ragazzo, attaccante esterno del ’92 ceduto in prestito al Siena la scorsa estate ma mai impiegato dal tecnico Conte, si incontrerà a breve col diesse Pradè al fine di formalizzare l’accordo. La dirigenza giallorossa intende così accontentare, almeno in questo caso, le richieste di Ranieri. Il mister è infatti rimasto impressionato dai numeri del diciottenne di Montesacro e ha l’intenzione di inserirlo stabilmente in rosa. Pettinari da oggi a giovedì sarà a Coverciano per uno stage dell’Under 20 azzurra.
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Platini: lo scudetto a novembre e niente coppe per chi ha i bilanci in rosso
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Scritto da Lucky Luke
martedì, 11 Gennaio alle ore 02:06
da repubblica.it
Progetto dell’Uefa: via a febbraio, estate in campo. Il numero uno vorrebbe cambiare già tra 3 o 4 anni. Niente Coppe per chi ha i bilanci in rosso, scontro coi club sul fair play finanziario
NYON – La rivoluzione. Campionati d’estate (si gioca da febbraio-marzo fino a novembre) e niente Coppe europee per chi ha i bilanci in rosso. E’ il progetto di Michel Platini. Con i club però adesso rischia la rotta di collisione. Ma il numero uno dell’Uefa, che a marzo sarà riconfermato presidente (anche perché è l’unico candidato) e che ha il pieno appoggio del dittatore Sepp Blatter, presidente della Fifa, va dritto per la sua strada. Ed è pronto ad aprire i fuochi.
L’assist per proporre (o imporre?) alle Federazioni di giocare d’estate glielo ha dato la scelta (scellerata) di assegnare al Qatar il Mondiale 2022. Lì sarebbe follia giocare d’estate, nonostante gli organizzatori promettano impianti perfettamente climatizzati e ipertecnologici. Troppo caldo comunque (media 40,5 gradi), anche per i tifosi. Ecco, l’occasione unica per disputare quindi il Mondiale in gennaio. “E molte cose – ha detto di recente Platini in maniera sibillina – dovrebbero cambiare nel calendario”.
Ecco il suo progetto: i campionati europei partirebbero in febbraio (o marzo) per chiudersi in novembre. Stessa rivoluzione, ovviamente, nelle Coppe. “E’ assurdo giocare in pieno inverno, in Europa: meglio l’estate”: si è sempre lamentato Platini, forse ricordando il freddo preso nei suoi cinque anni juventini. Ma i club sono preoccupati: “Siamo noi che paghiamo i calciatori, mica l’Uefa o la Fifa”. Platini comunque pensa di partire già tra 3-4 anni, altro che aspettare il 2022…
Secondo terreno di confronto-scontro: il “FFP” (leggi financial fair play) che è scattato da quest’anno e che l’ex fuoriclasse presenterà oggi in pompa magna a Nyon, nella sede dell’Uefa. Compresa la “fotografia” (o black list?) dell’indebitamento dei calcio europeo, riferito al 2009. “Un indebitamento immorale”, ha tuonato Roi Michel. I club sono molto preoccupati: un “atteggiamento terroristico” sostengono, e hanno mandato quindi Kalle Rummenigge (n.1 dell’Eca, European Club Association) a vigilare.
La situazione pare peggiorata rispetto al 2008, che recitava così: ricavi totali 11,5 miliardi di euro, spese 12,1 miliardi, stipendi 7,1, deficit 578 milioni. E il 47% dei 732 club europei con bilancio in perdita. In difficoltà anche tante big: Barcellona, Real Madrid, Manchester United, Chelsea, Inter, Milan, eccetera. Bisogna iniziare adesso a mettersi in regola: dal 2017-’18 infatti si potrà spendere solo quello che si guadagna, e chi non ce la fa niente Coppe. E’ preoccupato Umberto Gandini, n.2 dell’Eca e direttore organizzativo del Milan: “L’obiettivo primario sarà quello di ridurre il costo del lavoro, anche con contratti più corti: il calcio italiano d’altronde non ha la possibilità di fare crescere i ricavi da stadio e c’è il rischio di essere meno competitivi in Europa”. In più, dal prossimo anno conteranno solo i primi tre posti in campionato: col quarto si finisce nel limbo dell’Europa League. E questo sarà un problema in più.
FULVIO BIANCHI
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Solo quattro squadre hanno incassato più gol della Roma. Difesa da ricostruire
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Scritto da Lucky Luke
martedì, 11 Gennaio alle ore 11:13
da iltempo.it
Oggi la verità su Mexes. Juan si ferma, ma a Cesena serve
Quarta in classifica (Inter permettendo) con la quintultima difesa. La classifica della Roma smentisce il teorema che «bisogna prima pensare a non prenderle». Al giro di boa del campionato i numeri sembrano testimoniare il contrario: i giallorossi hanno il quinto attacco della serie A, ma soltanto quattro squadre hanno fatto peggio quanto a reti incassate. Con 24 gol subìti, di cui ben 17 in trasferta, la difesa di Ranieri può guardare dall’alto soltanto l’Udinese (25 reti al passivo) e le ultime tre della classifica: Lecce (36), Brescia (26) e Bari (28). Persino il Cesena, avversario di domenica, ha fatto meglio nel girone d’andata, concedendo 21 reti alle avversarie, anche se deve ancora recuperare la gara in casa dell”Inter. Il punto di forza dello scorso anno è diventato il tallone d’Achille della Roma. Juan ha fornito l’ultimo esempio eclatante a Genova. Il migliore giallorosso del 2010 si ha perso tranquillità, per colpa di un serio problema familiare e un ginocchio capriccioso. Per allontanare definitivamente i fastidi al tendine rotuleo ieri il brasiliano si è sottoposto alla cura dei «fattori di crescita», una pratica usata in passato anche da Doni. Juan, in accordo con la Roma, si è messo delle mani del medico della Nazionale italiana Enrico Castellacci nel suo studio a Pisa. Dovrà stare fermo 48 ore, poi riprenderà gli allenamenti. La sua idea era di fermarsi per 1-2 partite, ma Ranieri potrebbe chiederli uno sforzo già a Cesena dove mancheranno Julio Sergio e forse Mexes: il «biondo» torna oggi dalla Francia e andrà direttamente al Gemelli per gli esami che chiariranno l’entità dell’infortunio al bicipite femorale accusato a Genova. Mexes ha sentito dolore per tutta la notte, ieri stava un po’ meglio. Il medico Luca Pengue (che ha consigliato la sostituzione a Ranieri) si augura che si tratti di un’elongazione, con tempi di recupero intorno a una settimana. Se invece c’è lesione, Mexes dovrà fermarsi più a lungo. La squadra si ritrova oggi a Trigoria: Adriano l’osservato speciale.
Ale. Aus.
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