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L’America è vicina… Inizia la fase “tecnica” dell’operazione
Categorie Virgolettato
Scritto da Lucky Luke
giovedì, 27 Gennaio alle ore 10:20
da iltempo.it
C’è l’accordo di massima con la cordata guidata da Thomas DiBenedetto per la cessione del club. Inizia la fase “tecnica” dell’operazione.
La Roma inizia a parlare americano. Nella notte italiana la cordata guidata da Thomas DiBenedetto e Unicredit hanno definito i punti di un memorandum d’intesa sulla cessione del club. La bozza di accordo prevede tutti gli step che nelle prossime settimane porteranno al passaggio di proprietà del pacchetto di maggioranza dai Sensi agli americani. Dopo le sette ore di martedì, ieri negli stessi uffici di New York dalle 9 (ora locale) è andato in scena un nuovo lunghissimo vertice al termine del quale il dirigente di Unicredit Piergiorgio Peluso è ripartito per Milano mentre Paolo Fiorentino, vice direttore della banca, l’avvocato di fiducia Roberto Cappelli e il legale che assiste gli americani, Mauro Baldissoni dello studio Tonucci, hanno deciso di posticipare a oggi il viaggio verso per l’Italia: un segnale chiaro sulla volontà delle parti di chiudere senza la necessità di un nuovo incontro. L’accordo per la vendita della Roma dovrebbe essere reso pubblico all’inizio della prossima settimana. Entro il 31 gennaio, come vuole la procedura di gara, gli americani presenteranno un’offerta detta in gergo «amichevole». C’è massimo riserbo sulle modalità tecniche di questo primo passaggio e sulle cifre. L’attuale controllante del club, Roma 2000 (o la Newco Roma se nel frattempo sarà stata costituita) avranno il compito di approvare l’offerta, quindi dovrà partire l’Opa sulle azioni quotate in Borsa. L’intera operazione richiederà almeno un mese di tempo. Se tutti i passaggi si realizzeranno senza intoppi (la storia recente è un invito alla massima cautela…) e Unicredit deciderà di scartare definitivamente le altre offerte in arrivo (Giampaolo Angelucci è intenzionato a presentarla) la Roma passerà nelle mani della cordata guidata da Thomas DiBenedetto, con il supporto finanziario di Unicredit almeno per i primi tempi. Restando nell’azionariato del club la banca potrà così evitare la svalutazione dell’asset. La nuova proprietà dovrebbe subito ricapitalizzare il club: l’impegno degli americani in questo senso è stato uno dei punti analizzati a lungo nell’incontro di ieri, così come l’effettivo ruolo di Unicredit nella Roma e il numero di componenti del nuovo cda che la banca potrà scegliere. Si è parlato anche di programmi tecnici e prospettive più o meno vicine. Nell’immediato non dovrebbe cambiare nulla nell’assetto dirigenziale, a parte l’uscita di scena di Rosella Sensi e gli altri componenti del cda uscente: l’attuale staff (Ranieri e la triade Montali-Pradè-Conti) concluderà la stagione poi si valuterà quanti e quali nuovi uomini portare a Trigoria. Si fanno i nomi di Franco Baldini come possibile direttore generale e di Walter Sabatini nella carica di direttore sportivo. Il tema dell’allenatore è tutto da discutere. Mentre il sindaco Alemanno invita Unicredit a valutare con la massima attenzione la serietà dell’operazione, Rosella Sensi è pronta a defilarsi. Ieri ha incontrato il presidente della Regione Lazio Renata Polverini: non si sarebbe parlato della Roma che presto per la Sensi sarà solo una squadra da tifare.
Alessandro Austini
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L’amico americano che vuole la Roma
Categorie Virgolettato
Scritto da Er Pasquino
giovedì, 27 Gennaio alle ore 09:53
da ilfattoquotidiano.it
Una finanziaria di Boston tratta con Unicredit che resterà comunque creditrice della squadra
I tifosi compulsano Internet da giorni per cercare di capire chi sia questo Thomas Richard Di Benedetto che starebbe per comprarsi l’AS Roma. Ma sul finanziere americano con cui sta trattando Unicredit, banca creditrice che ha assunto il controllo della squadra, le informazioni sono praticamente zero. Di Benedetto non esiste nelle banche dati, negli archivi dei giornali americani, nel sito dei Red Sox (baseball) si trova un Tom Di Benedetto, ma è il figlio che gioca nel team di Boston.
La spiegazione, però, c’è. Di Benedetto, dalle scarne informazioni che circolano in queste ore, dovrebbe essere il delegato alle trattative della New England Sports Ventures, una finanziaria specializzata negli investimenti nel settore dello sport. E, tra l’altro, la Nesv controlla appunto i Red Sox ed è al centro di un contenzioso che riguarda il Liverpool (la squadra di calcio inglese) di cui ha acquisito il controllo ma poi la questione è finita in tribunale in Texas. E l’uomo forte della Nesv non è Di Benedetto, ma un certo John W. Henry, che ha gestito direttamente i Red Sox ora affidati a Larry Lucchino, indicato come uno dei soci della Nesv nell’operazione Roma. I tifosi possono stare tranquilli e magari sognare nuovi colpi di mercato a breve, come azionista finalmente solido e capace di rinforzare l’organico? O invece tutto finirà con una svendita dei pochi gioielli rimasti alla squadra capitolina, da Daniele De Rossi a Jeremy Menez? Troppo presto per dirlo, anche se le premesse non sono molto incoraggianti.
C’è tempo fino a fine mese per presentare le offerte vincolanti, quindi niente è deciso. E acquirenti come la famiglia Angelucci ancora non sono fuori gioco (anche se pare che non siano molto propensi a spendere cifre rilevanti).
Dal punto di vista di Unicredit, l’operazione si concluderà ad avere un credito (o esposizione, che suona più minaccioso) di circa 150 milioni di euro. Funzionerà più o meno così: Unicredit venderebbe agli americani i tre quarti della quota che detiene della Roma (il 67 per cento), in modo che questi abbiano poco più della quota di controllo. Il tutto a un prezzo di 115 milioni. Soldi che entrano nelle casse della banca guidata da Federico Ghizzoni ma che subito riescono: Unicredit finanzierà infatti l’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria (perché la Roma è quotata in Borsa) e il successivo aumento di capitale da circa 40 milioni. Risultato finale: alla fine Unicredit sarà sempre esposta per 150 milioni, ma non più verso la scatola societaria che controlla oggi la squadra ma nei confronti degli investitori americani. Cosa che fa un po’ storcere il naso agli imprenditori romani che hanno coltivato in questi mesi il progetto di prendersi la squadra di Francesco Totti (e il lucroso business dei gadget, che sarà ancora più redditizio se si concretizzeranno i piani per un nuovo stadio) ma che si sono dovuti arrendere per carenza di denaro contante.
La Nesv di Henry e Di Benedetto sarà un creditore più affidabile della famiglia Sensi, per Unicredit? Anche questo è difficile da stabilire, visto che l’unica informazione disponibile sulla sua storia recente è che la New York Times Company (che edita il quotidiano) vi aveva investito ma poi ha venduto ad aprile il suo 1,18 per cento a un prezzo rimasto segreto. Probabilmente lo scopo del viaggio di ieri negli Usa dei due dirigenti di Unicredit Piergiorgio Peluso e Paolo Fiorentino è proprio capire quanto ci si può fidare, prima di prendere una decisione definitiva.
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La trattativa non è stata chiusa. L’offerta USA sarà in lizza con quella di Angelucci
Categorie Virgolettato
Scritto da Lucky Luke
giovedì, 27 Gennaio alle ore 09:51
da romatiamo.net
Secondo le ultime indiscrezioni si fa sempre più insistente l’ipotesi che da New York il numero due e il numero tre di Unicredit stiano rientrando in Italia con il nome, non più del potenziale acquirente, ma dell’acquirente in pole position. Nessuna chiusura della trattativa quindi, a solo 4 giorni dalla deadline per formulare le offerte vincolanti, l’incontro tra il gruppo capeggiato da Thomas Di Benedetto e Unicredit ha dato la possibilità alla cordata americana di presentare un’offerta adeguata e rimanere in corsa fino alla fine con l’imprenditore romano Angelucci per acquistare il pacchetto di maggioranza dell’as Roma.
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Sensi alla Lega: sconcerto per Juve-Roma di giovedì
Categorie Virgolettato
Scritto da Lucky Luke
giovedì, 27 Gennaio alle ore 09:50
da corrieredellosport.it
«Sconcerto per il posticipo di Juventus-Roma a giovedi»: è quanto ha espresso il presidente del club giallorosso, Rosella Sensi, a seguito di uno scambio di lettere con la Lega sul calendario dei quarti di Coppa Italia. La Sensi ha chiesto in queste ore al presidente della Lega di A Maurizio Beretta di capire per quale motivo la sua squadra sia stata penalizzata con lo spostamento a domani del suo incontro a Torino, facendo presente che la Roma sarà impegnata di nuovo in trasferta domenica in campionato e che il posticipo al giovedì non ha motivazioni di audience televisiva.
LA POLEMICA – La Lega, a quanto filtra dal club giallorosso, avrebbe risposto che il posticipo era in programma da tempo, in caso quel quarto fosse stato Juve-Roma; la controreplica della Sensi è che la Rai aveva espresso preferenza per una messa in onda del match di Torino il mercoledì. «Ho il massimo rispetto di Andrea Agnelli e della dirigenza juventina – la considerazione della Sensi – ma la decisione della Lega e la diversa considerazione dimostrata mi provocano un certo sconcerto».
LA RISPOSTA – «Abbiamo cercato di fare una programmazione ancor prima che finissero gli ottavi di finale di Coppa Italia e questa impostazione è stata condivisa con la Rai». Maurizio Beretta, presidente di Lega, spiega così la sua posizione dopo le accuse di Rosella Sensi. «Sono personalmente dispiaciuto per le sue dichiarazioni – aggiunge Beretta – ero al corrente della sua insoddisfazione per il calendario di questa settimana e le ho anche inviato una ricostruzione delle motivazioni delle nostre scelte. Ma il nostro punto di riferimento in questo caso era il contratto con la Rai, e la necessità di programmare il maggior numero di gare di grande richiamo in prima serata. Abbiamo affrontato più volte la questione – conclude il presidente della Lega – Mi rendo conto che questo sistema può creare disagi ma la situazione è stata affrontata in assemblea di Lega e il contratto con la Rai è stato approvato all’unanimità e con soddisfazione di tutti».
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