martedì, Giugno 24, 2025 Anno XXI


Gianni Alemannoda asca.it

“Al momento non e’ prevista una data per la conferenza”. A dirlo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, oggi a margine della presentazione del Festival di Uto Ughi per Roma in Campidoglio, rispondendo in merito alla data per la presentazione del progetto dello stadio della Roma.

da Libero – romanews.eu

UniCredit BancaL’obiettivo è chiaro: rientrare rapidamente di una fetta consistente dei crediti vantati nei confronti di Italpetroli. Unicredit, insomma, punta a fare cassa con la famiglia Sensi. L’ipotesi di mettere sul mercato l’As Roma a questo punto sembra accantonata. Così l’istituto di credito guidato da Alessandro Profumo scommette sul dossier in mano ai consulenti della banca Usa Lazard. Dossier che prevede la cessione di altri beni (o asset, per usare il linguaggio degli addetti ai lavori) del gruppo petrolifero. La questione va avanti da un po’ di tempo. In questi ultimi giorni, però, si è fatta strada una nuova pista per rilanciare il Piano B dei Sensi, che scongiurerebbe la paventata cessione forzosa della Roma calcio. Unicredit, secondo indiscrezioni, vorrebbe accelerare la vendita degli altri asset di Italpetroli inseriti nel dossier Lazard grazie a una riduzione della valutazione originaria. Dagli iniziali 150 milioni si potrebbe scendere a 100-120 milioni con un taglio che oscillerebbe, dunque, dal 20% al 30%.

La massa debitoria di Italpetroli in ballo è di circa 277 milioni di euro. E quindi il ricavato delle cessioni di terreni e magazzini del gas coprirebbe solo una quota del debito. Il resto del debito sarebbe ristrutturato e spalmato su più anni. Un compromesso, insomma. Dalle parti di piazza Cordusio a Milano, quartier generale di Unicredit, si vanno convincendo che questa opzione possa rappresentare una buona strada per uscire dall’impasse. Anche con lo sconto (che passa, tecnicamente, per una svalutazione in bilancio) messo sul piatto in queste ultime ore e divenuto oggetto del pressing sui consulenti americani.

Tra le certezze acquisite, del resto, c’è il totale disinteresse di Unicredit a far crescere la partecipazione in Italpetroli già arrivata a quota 49% (il 51% è dei Sensi). E non interessa nemmeno l’ingresso nella gestione della As Roma (controllata indirettamente dalla holding petrolifera). Resta un nodo, però. E cioè trovare compratori. Lazard avrebbe fatto qualche tentativo anche di rientro dalla ferie estive. Ma finora nessuno è sembrato disposto ad avanzare offerte concrete. In vetrina, come accenanto, alcuni asset del settore immobiliare e in quello dell’oil&gas. Le attività di stoccaggio di gas e petrolio sono localizzate a Civitavecchia e Vibo Valentia. Mentre i terreni sono quelli di Torrevecchia a Roma e Borgo Perolla all’Argentario, in provincia di Grosseto.

Rosella SensiLa soluzione sarebbe (ovviamente) gradita a Rosella Sensi che, tra altro, è presidente della As Roma. Restituendo un po’ di denaro fresco a Unicredit, la Sensi infatti potrebbe tornare a gestire serenamente la squadra giallorossa senza le pressioni finanziarie che in questi ultimi mesi le hanno complicato la vita. A stretto giro, poi, d’intesa con l’amministrazione capitolina, sarà alzato il velo sul progetto per lo stadio di proprietà del club che potrebbe portare importanti risorse in cassa e dare il via a una “fase 2” per la Roma.

da romagiallorossa.com

Uno stralcio dell’intervista che andrà in onda nella Web TV di Romagiallorossa.com all’interno della trasmissione “La Roma in diretta” dalle ore 18.00 alle 19.30

Paolo CentoOnorevole Cento, gli ambientalisti si sono scagliati contro il progetto dello stadio di proprietà della Roma definendolo uno “scempio urbanistico”. Lei si trova d’accordo? “Io sono convinto che una squadra di calcio moderna debba avere uno stadio di proprietà. Pertanto credo sia doveroso affrontare da parte della politica ed in particolare delle amministrazioni comunali e regionali seriamente il tema e le proposte che vengono fatte dalle società di calcio. Prima di dare un giudizio bisogna conoscere il progetto e valutarne l’impatto ambientale e sociale. Non condivido alcune prese di posizione che mi sembrano più ideologiche. Soprattutto in una città dove sono stati fatti degli scempi urbanisti davvero sconcertanti. Non si deve fare facile pubblicità solamente perché si parla di uno stadio di calcio. Avrei voluto che alcune voci si fossero levate quando sono state fatte dei veri e propri scempi urbanistici di centri commerciali e molto altro. Detto questo, è evidente che parliamo di uno stadio di calcio che deve essere un impianto sportivo in un’area che deve avere caratteristiche dal punto di vista ambientale e sociale. Io credo che lo stadio possa essere un’occasione di riqualificazione delle aree urbane. Non deve essere a carico della collettività, quindi il Comune di Roma e la Regione non devono impegnare soldi pubblici per un’iniziativa privata. Io mi auguro che Roma possa dotarsi di uno stadio a costo energetico zero, autosufficiente dal punto di vista energetico, con pannelli solari, con una produzione di energia a basso impatto ambientale. Il progetto, naturalmente, dovrà essere studiato dal Comune e dalla Regione e non prenderlo a scatola chiusa e, una volta conosciuto, aprire un dibattito nella città a livello urbanistico-ambientale e vincolare delle eventuali autorizzazioni a dei cambiamenti. Al momento si parla di un’idea non concretizzata, quindi non messa nero su bianco”.

Bisognerà migliorare anche i mezzi di trasporto nella zona di Massimina-Boccea “Io credo che quando il Comune e la Regione analizzeranno ed esprimeranno i pareri formali e le eventuali autorizzazioni, devono porre dei vincoli e tra questi c’è una garanzia di una rete di trasporti che consenta alle persone di andare allo stadio privilegiando il mezzo pubblico all’auto privata. La scelta dell’area deve essere fatta in relazione anche in base a questa necessità e non c’è dubbio che ci fa lo stadio si dovrà far carico di alcune opere di urbanizzazione che sono indispensabili per far funzionare l’impianto sportivo. E siccome si parla anche di centri commerciali all’interno dello stadio che, a mio avviso, non possono essere sovrastanti lo stadio, altrimenti parleremmo di un’altra cosa e non di un impianto sportivo, chi ha questo impegno immobiliare deve anche assumersi l’onere di collegamento come spesso ormai accade nella città. In Italia il sistema di centri commerciali, il museo della Roma e di ristoranti all’interno dello stadio non funziona come nel sistema anglosassone. Abbiamo una cultura diversa”

da Gazzetta dello Sport

Franco CostanzoFranco Costanzo ha più di una motivazione per tentare la volata e riacciuf­fare la casacca della Selección, che non sente più sulla pelle dal 9 ottobre 2004, giorno dell’ esordio contro l’Uruguay. La Roma in Europa League potreb­be essere il banco di prova adat­to per il rilancio.

Misurarsi contro Totti e De Ros­si non accade tutti i giorni. «È vero, ma lo scorso anno ci siamo trovati di fronte il Barcel­lona in Champions, pareggian­do 1 a 1 al Camp Nou. Quindi un po’ d’esperienza l’abbiamo maturata».

La Roma è un avversario tutt’al­tro che abbordabile. «Il calcio però esce spesso da schemi e logica. Questo non si­gnifica che non ci sia rispetto per i giallorossi da parte no­stra, ma sono convinto che ce la giocheremo alla pari».

I punti di forza del Basilea? «L’esperienza di alcuni elemen­ti. Giocatori come Chipper­field, Huggel o Frei hanno cal­cato palcoscenici di prestigio. Poi non dimenticherei l’entusia­smo di affrontare una squadra italiana e il calore di un pubbli­co unico in tutta la Svizzera».

Guardando la classifica del Ba­silea c’è però il sospetto che la tifoseria non abbia fatto fino in fondo il proprio dovere, alme­no per ora… «No, loro sono straordinari. Le colpe sono esclusivamente no­stre. Abbiamo commesso trop­pi errori. È arrivato il momento di cambiare rotta e la partita con la Roma arriva al momen­to giusto».

Ha ricevuto offerte da Lazio, Napoli e Shakhtar, ma alla fine ha prolungato il contratto fino al giugno del 2011 col Basilea, accettando la fascia da capita­no. Non le sta stretto il campio­nato svizzero? «Ho avuto la fortuna di giocare con il River Plate, ho provato l’esperienza spagnola ad Ala­ves. Ho scelto Basilea perché è un club ambizioso».

Ha sentito Maradona? «No, però so che mi stima. La speranza di partecipare alla Coppa del Mondo è una luce sempre accesa, anche se molto dipenderà da me».