Spalletti chiede garanzie alla Roma
Società: Fioranelli non si arrende: ricapitalizza la sua agenzia e contatta Gheddafi. Il tecnico indeciso: al primo posto il problema-comunicazione
Comunicazione e strutture da migliorare. Un maggiore appoggio della società. E patti chiari sin da subito. Solo se Rosella Sensi riuscirà ad avverare questi «desideri», Luciano Spalletti potrebbe cancellare i suoi progetti di fuga e restare alla Roma. Un lieto fine complicato ma non impossibile. Da oggi in poi ogni giorno può essere quello giusto per l’incontro decisivo tra tecnico e presidente. Non si andrà oltre martedì: la Roma ha bisogno di una risposta definitiva per programmare la prossima stagione ed, eventualmente, cercare un nuovo allenatore. Spalletti è ancora indeciso. Si guarda attorno, convinto che prima o poi una proposta di livello arriverà, magari con il prossimo campionato già in corso, ma nel frattempo non è ancora sicuro di muovere il primo grande passo e lasciarsi alle spalle il cancello di Trigoria.
Nel vertice con la Sensi chiederà quindi una serie di garanzie: l’aspetto economico e quello tecnico sono secondari. Il toscano vuole soprattutto una società più forte alle spalle che provi a colmare una lacuna ormai storica: la comunicazione. Insomma, uno spiraglio per convincerlo c’è. Nel frattempo Spalletti continua a lavorare come se nulla fosse. Martedì, giorno di riposo della squadra, era comunque a Trigoria. Poi ha assistito alla partita di basket tra Roma e Biella, quindi ha cenato nel suo ristorante di fiducia con alcuni procuratori. Ieri ha diretto l’allenamento e si è incrociato con il ds Pradè al «Bernardini»: un colloquio di routine, il futuro si deciderà nella riunione con la Sensi.
L’altro grande nodo del mondo romanista si sta sciogliendo negli studi legali della Capitale e in Svizzera. Fioranelli ha rinviato il suo rientro a Roma ma non si è ancora arreso e non lo farà prima del prossimo week-end: vuole il club giallorosso e ha già avviato la mossa decisiva per sbloccare la situazione. Con il supporto delle banche e dei fondi dei suoi partner, Volker Flick in primis, cercherà nelle prossime ore di ricapitalizzare la sua agenzia Fio Sports Group Ag. A quel punto sarebbe pronto a formulare un’offerta per l’acquisto del club direttamene con il capitale della sua società.
Un modo per rendere l’operazione più trasparente, anche agli occhi di Unicredit e della Consob. Fioranelli & Co. ci stanno provando in tutti i modi e qualche giorno fa hanno anche contattato il fondo sovrano del governo libico per coinvolgerlo nell’affare. La presenza di Gheddafi, che si era avvicinato alla Roma già in passato, può rappresentare un ruolo decisivo nella «partita»: con il 4,6% del capitale, il fondo libico è infatti uno dei maggiori azionisti di Unicredit e ha ottenuto anche la vice-presidenza dell’istituto di credito, assegnata al governatore della banca centrale libica Farhat Omar Bengdara.
Alessandro Austini
Roma, restare o no. I dubbi di Spalletti
Se non oggi, domani. Comunque a breve. E ci siamo. Spalletti (ieri all’Olimpico per la finale) e la Sensi si diranno la verità. Quella con la “v” maiuscola. Il tecnico già contattato e invitato più volte (anche ieri) dal ds Daniele Pradè e dal dt Bruno Conti a prendere contatti con la dottoressa. Che aspetta di sapere cosa vuole fare da grande. Che nome hanno i suoi problemi, se sono risolvibili o meno.
Spalletti da qualche mese non è più lui: nervoso, scontroso, isolato, turbato. I risultati non sono arrivati come voleva, qualche problema di troppo ha dovuto affrontare e soprattutto qualche dichiarazione pubblica non proprio in linea gli è scappata. Cosa che la Sensi non ha gradito, vedi le dichiarazioni su Soros il giorno di Roma-Chievo («mi avevano detto che non c’era niente, poi ho scoperto che era tutto vero»). Ecco, il tecnico certe volte si è sentito tirato fuori da certe vicende, quasi emarginato. Spesso invece ha fatto il parafulmine, quando la società si è nascosta. E’ quello che pensa, ma che non ha detto. Al massimo lo ha fatto capire. I rapporti con la squadra poi, quest’anno hanno vissuto alti e bassi. Cosa per lui insolita, visto che questi anni sono stati caratterizzati solo da alti. Basti ricordare le cene, le fughe di gruppo dal ritiro solo per andare a trovare Checco, sul letto di dolore, appena operato, era febbraio 2006. Roba che fa parte del passato, forse troppo lontano ormai.
Qualcosa si è rotto, evidentemente. La squadra, qualche elemento più o meno importante, non ha digerito la sua fuga della scorsa estate a Parigi, che per lui poteva essere solo uno scalo per Londra, sponda Chelsea. Tutto è rientrato poi, ma quell’incontro è sempre stato negato, fino a quando le carte sono state scoperte. Basti ricordare le ammissioni e le battute di Ancelotti proprio sul suo amico Luciano: quella hall dell’hotel di Parigi, l’ascensore, le risatine etc etc? Ecco, tutto questo va dimenticato. Altrimenti non si può andare avanti, meglio andare via.
Il colloquio che ci sarà dovrà proprio consentire a tecnico e presidente di superare queste frizioni. Spalletti non ha voglia di andare via, ha solo voglia di continuare come prima. Che quel che si è rotto si possa aggiustare. Lui per ora non ha richieste da grandi club, ne ha rifiutata una di una società straniera perché impegnato. La Roma non ha intenzione di cambiare allenatore, ma vista la situazione un po’ si sta guardando intorno per non trovarsi, eventualmente, scoperta. Ma per ora di essere dalla parte della ragione: Spalletti ha un contratto per altri due anni in più la società gli ha proposto per iscritto il rinnovo fino al 2013. Mai risposta positiva è arrivata dal tecnico. Nemmeno una più o meno positiva. Sempre e solo un «ne parleremo a fine stagione».
La stagione per la Roma è finita, la partita con il Torino non conta. La prossima stagione è già cominciata e a Villa Pacelli vogliono sapere se alla guida dei giallorossi ci sarà o meno Spalletti. Dipenderà da lui. «Se un calciatore vuole andare via, non può essere trattenuto e questo vale anche per gli allenatori». Come a dire: liberatemi. Pensieri di qualche giorno fa.
Tutto può cambiare in poche ore. La verità a breve. A brevissimo. La Sensi vuole vedere l’allenatore prima di Roma-Torino, per una questione di tempi tecnici, come detto la stagione 2009-2010 è già cominciata. Non vuole arrivare troppo tardi, sarebbe un segno di debolezza da parte della società. Spalletti non ha fretta. Ma il dubbio è lecito: se il tecnico ritarda l’incontro è perché alla fine non ha deciso di andare via? In caso contrario, la società non prenderebbe molto bene la sua decisione. Anche se poi Spalletti dovrà pagare una penale in caso di divorzio prima della scadenza dell’attuale contratto.
Alessandro Angeloni
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