mercoledì, Maggio 14, 2025 Anno XXI


da romagiallorossa.com

Luciano SpallettiLa conferenza stampa integrale di Luciano Spalletti alla vigilia di Roma-Lecce

In queste ore si parla di corteggiamenti, di Milan e Juventus: lei è felice di restare alla Roma? Felice di allenare la Roma? Io parlerei di passione. Di serate felici ne abbiamo passate tantissime insieme. Ci sono state anche delle belle feste. Io però parlerei di passione, non di felicità. L’Amore verso il proprio lavoro e affrontare le cose con disponibilità, attaccamento e passione. Io entro a Trigoria alle 9 e me ne vado alle 18. Quando uno vive male nel proprio lavoro e mestiere, non ci sta dentro l’ufficio molto tempo, per cui penso di aver risposto. Per quanto riguarda il rapporto con la società, rimane quello che ho detto in precedenza

Una passione che è in grado di allontanare corteggiamenti vari? Se viene a mancare la passione non si può fare questo lavoro qui. Io sono felice di essere a Roma e questa felicità si protrarrà anche dopo. Io ci tornerò a Roma anche quando me ne andrò. Soltanto quelli che hanno lavorato a Roma possono capire cosa significa Roma e la Roma. Anche le amicizie che ho a Roma sono vere e importanti e rimarranno per sempre

Dopo quattro anni, Spalletti cos’ha da dare ancora alla Roma? Io credo che sia stato fatto un lavoro eccellente, dove ci siamo impegnati fino in fondo. Io sono molto soddisfatto di quello che siamo riusciti a creare, nonostante quest’anno abbia delle responsabilità per come sta andando la stagione. E’ chiaro che poi ci devono essere altre motivazioni, punti di domanda, di quello che ci è successo

Non è stufo di rincorrere sempre un qualcosa? Io sono contento di quello che è stato e dello spirito della squadra, anche nei momenti di difficoltà in cui la squadra ha sempre reagito bene. A me piace il mio lavoro, ben retribuito come ha detto un vostro collega, ma anche impegnativo perchè ci sono delle problematiche da risolvere ogni giorno

Lei cosa promette alla Dottoressa Sensi? Io non prometto nulla, se non di continuare con la massima passione e con il massimo impegno. Mi farebbe piacere poterlo fare ma so le problematiche del ruolo

Lei nel 2005 prese in eredità una delle squadre più nervose. Nei primi tre anni di Roma ha sempre evitato di parlare di arbitri. Cos’è cambiato da tre anni fa? E’ vero, è giusto quello che hai detto. Abbiamo passato una stagione difficile e in salita. Abbiamo dovuto lottare sempre con il fiato sul collo della partita fondamentale, per ripristinare, per tentare di… Quando vivi una stagione in salita come questa, è chiaro che salga il nervosismo. Non dovrebbe succedere, e parlo per me. In questa stagione qui anche io non ce l’ho fatta, anche perchè nei momenti fondamentali ci sono girati male alcuni episodi, che non sono stati episodi isolati. Però non dovrebbe succedere e quindi, d’ora in avanti, difficilmente succederà

Motta è in dubbio per domani? Non credo. Motta ha avuto una botta che gli ha fatto girare la caviglia e abbiamo preferito fermarlo. La prima analisi del dottore ha detto che non è nulla di grave. Inoltre abbiamo fatto fare un accertamento a Taddei

Spalletti terrebbe tutti i giocatori il prossimo anno? Ai miei calciatori voglio bene, e di conseguenza mi stanno bene tutti

De Canio conosce bene Spalletti: come pensa che sarà la partita? De Canio oltre ad essere un ottimo professionista sotto tutti gli aspetti, è un allenatore organizzato e che sa le cose. Anche io conosco bene lui. Per cui sono convinto che creerà i presupposti per fare una partita importante. Noi dobbiamo cercare di smaltire l’amarezza del derby e riuscire a mantenere lo stile Roma, cioè giocare a calcio, a vincere le partite e a dimostrare che le reazioni sono state diverse, ma dovute a casualità dovute a un momento particolare della stagione. Finiamo bene, con i risultati e con la ricerca di mettere in evidenza uno spirito corretto che vuole questo sport

Quante possibilità ci sono che la Roma arrivi quarta? Non sono molte e non dipende solo da noi

E se così non fosse, cosa si prospetta a livello tecnico? Credo che la Roma, con il lavoro di tutti, ha raggiunto un livello importante. Per quanto riguarda la mia impostazione professionale, non solo i soldi fanno la differenza. Sarebbe bene che tutte le società usassero i propri introiti e disponibilità dell’organizzazione che riescono a creare, che darebbero forza e beneficio di questo sport: spettacolo e divertimento

Cos’è andato storto nel derby? Ci sono stati degli episodi che ci sono girati a sfavore, noi poi ci abbiamo messo del nostro sulle reazioni. Grande partita nel primo tempo, dove non siamo riusciti a pareggiare, mentre nel secondo tempo qualche problemino in più e nervosismo in più

Ci sono state molte critiche per Doni. A cosa è dovuta la flessione di Doni? Ci sono dei momenti in cui si dà di più. Lui ha subìto quello che ha subìto tutta la squadra. Non è mai demerito di un singolo atleta. E’ successo quello che è successo agli altri

Come mai il ritorno al 4-2-3-1? Perchè mi sembra che dia più vantaggi. Quando si fa il rombo di centrocampo si deve mandare i centrocampisti a giocare in fascia. Baptista a sinistra non mi è dispiaciuto. Quel fatto di rientrare e andare a giocare con il destro mi è sembrato interessante. Pizarro, se lo metti a giocare più avanti, può giocare bene, ma se lo metti sulla fascia, non rende. E’ un giocatore da settore centrale che organizza bene il gioco. Può togliere spazio e soffocare l’introduzione del gioco delle squadre avversarie. Quando abbiamo palla noi deve stare alto, quando hanno palla gli altri, deve stare basso. C’è da doversi adattare in qualche elemento, ma il rombo non è da scartare.

Quindi con Pizarro non si può vedere il rombo? Si può vedere, lo puoi mettere dietro le punte, però gli togli delle qualità e delle caratteristiche. Lui è un grandissimo regista che sa prendere per mano la squadra e sa far girare il gioco di una squadra

Il cambio di modulo, quanto ha inciso sui risultati della Roma? Non è secondo me il modulo, ma le qualità individuali, che ci sono venuti a mancare

coppa-uefa

da lasignoraingiallorosso.it

Alberto AquilaniSe c’è un simbolo della travagliata stagione della Roma per quanto riguarda gli infortuni, questo è sicuramente Alberto Aquilani. Il centrocampista le sta provando tutte per tornare a giocare, ma proprio non riesce a metter fine ai suoi problemi fisici. Il Tempo di oggi rivela che la settimana prossima Aquilani andrà ad Anversa dal luminare Martens (ha curato, fra gli altri, Van Basten e Inzaghi) per cercare di superare il fastidio alla caviglia che lo sta affliggendo ormai da due mesi. L’ultimo controllo effettuato dal dottor Giannini risale al 15 marzo, giorno in cui gli erano state prescritte due settimane di riposo prima di tornare ad allenarsi. Invece, ad oggi il centrocampista non si è mai visto e la situazione non riesce a migliorare. Ma Aquilani non è l’unico problema della Roma in vista di questo finale di stagione. Anche il francese Jeremy Menez è stato costretto all’ennesimo stop per un risentimento alla caviglia: con il Lecce sicuramente non ci sarà, e ancora non sono certi i tempi del suo definitivo recupero.

M.Ros.

da Corriere dello Sport – forzaroma.info

Marco AmeliaMarco Amelia, portiere del Palermo e della Nazionale italiana, si racconta in una lunga intervista su Il Corriere dello Sport, parlando del presente e dei possibili sviluppi nel futuro della sua carriera.

Un bilancio della stagione dei rosanero: “Il Palermo ha fatto un grosso campionato, è imbarazzante pensare alla possibilità che possiamo insidiare la Roma per un posto in Europa League (la nuova Coppa Uefa), spero che passino sia sesta che settima… Nel corso della stagione abbiamo battuto squadre come la Roma, il Milan, la Juventus, siamo un mix di giocatori di esperienza e di giovani. Per esempio abbiamo Kjaer, uno molto bravo che seguono i più grandi club d’Europa, sarei pronto a scommettere su di lui. Non dimentichiamo poi Bovo, anche lui sta disputando un ottimo campionato, è uno dei difensori italiani più forti, ha una tecnica rara per il suo ruolo.”

Il campionato di Amelia è da considerarsi positivo: “Non era facile passare dal Livorno al Palermo, sono cresciuto di livello e con i rosanero ho giocato al pari delle grandi, per le mie qualità mi sento al Top, non mi considero come Buffon ma posso dire la mia.”

Al futuro non vuole ancora pensare: “Da qualche tempo sento il mio nome accostato a qualche squadra straniera e non solo, io sto bene al Palermo ma se ci dovesse essere una chiamata della Roma non potrei dire di no… E’ l’unica squadra che mi stuzzica, lo sanno anche i miei dirigenti, per ora non è arrivata nessuna chiamata, non credo sia il momento visto la situazione critica che stanno vivendo i giallorossi, per cui sono saltati tutti gli obiettivi stagionali. Semmai ci fosse qualcosa di concreto se ne parlerebbe a fine campionato.”

La sua fede giallorossa è rimasta immutata nel tempo: “Da tifoso devo dire che soffro per questa situazione, l’annata è cominciata male e per l’organico che ha merita il quarto posto… Ho parlato spesso con Aquilani di questo momento, lui è stato uno che ha subito tanti infortuni muscolari e la squadra ha dovuto fare i conti con molte assenze che ne hanno condizionato il rendimento, se l’organico fosse stato al completo sarebbe stato diverso.”

L’attaccamento alla Roma gli ha fatto rifiutare la Lazio: “Due anni fa il Livorno e la Lazio erano d’accordo, mancavano solo i contatti con me, ho parlato con Lotito spiegandogli che alla Lazio non potevo andare… Ho a cuore le sorti della Roma da lontano, figuriamoci se fossi lì’… La vivrei come gli altri romani della squadra, Totti, De Rossi e Aquilani, quando giochi con la maglia della tua città ci metti sempre qualche cosa di più, sei carico, ogni situazione la senti di più rispetto agli altri… Comunque io prima o poi tornerò a vestire la maglia della Roma…”

Della squadra giallorossa ha vissuto il momento magico dello scudetto: “E’ uno dei ricordi più belli della mia vita, far parte della prima squadra a 18 anni è una sensazione bellissima, avere la fiducia di un grande allenatore come Capello…”