sabato, Giugno 21, 2025 Anno XXI


da forzaroma.info

Francesco Totti«Bisogna prendere provvedimenti». Entrando all’ospedale Policlinico per un’iniziativa di solidarietà, Francesco Totti, capitano della Roma, torna così sul movimentato fine partita nel capoluogo etneo. «Non è la prima volta che succede -conclude- Soprattutto a Catania»

da calciomercato.com

Tifosi del CataniaCon la Roma la solita storia: troppi estranei tra spogliatoi e panchine. Ultrà travestiti da steward: Catania, campo senza legge.
Come il Catania, in serie A, non c’è nessuno. Uniche sono due delle armi più utilizzate da Walter Zenga: lo studio e lo sfruttamento delle palle inattive, il turnover esasperato nella formazione titolare (e pure nell’assegnazione della fascia di capitano). Unico, per fortuna, è il vantaggio di cui gode quando gioca in casa: al Massimino i tifosi rossazzurri non stanno solo in tribuna ma affollano anche gli spogliatoi, il tunnel che porta sul terreno di gioco, il bordo-campo. Decine di persone. Addirittura centinaia, nelle partite che contano. Nella stragrande maggioranza gente non autorizzata. Un malcostume plurirecidivo che, con la colpevole tolleranza di arbitri, Lega e Federazione, negli ultimi anni ha causato incidenti e fruttato punti pesanti agli etnei.

Domenica pomeriggio, nel dopo Catania-Roma, l’ennesima replica. Nulla in confronto a quanto accaduto lo scorso 18 maggio, prima, durante e dopo la stessa partita, episodio finale del campionato 2007/8. I siciliani si giocavano la serie A, i giallorossi lo scudetto. Tralasciando il lancio di oggetti fra i quali un martello (che colpì l’autista) contro il pullman della Roma diretto allo stadio e l’aggressione a tre giornalisti, sul campo successe di tutto. Falsi steward muniti di regolare pettorina, dietro la porta e attorno alle panchine, intimidivano e minacciavano i romanisti che per 55’ erano persino riusciti a sorpassare l’Inter e a «toccare» il tricolore. Poi, a Parma si scatenò Ibrahimovic, la Roma mollò, Martinez all’85’ segnò il gol-salvezza e tutto finì in gloria. Compresa l’inchiesta della Procura federale, che nulla aggiunse di concreto ai 15 mila euro di multa inflitti dal giudice sportivo per «petardi, fumogeni e la presenza di alcune decine di persone non autorizzate sul terreno di gioco». «Mai viste cose del genere – commentò Bruno Conti, uno che in carriera di campi caldi ne ha girati un bel po’ -. Non è normale, in serie A: in panchina c’era gente che mi passava davanti di continuo. Non so cosa sarebbe successo se fosse finita diversamente».

Ieri, il bis. Sia pure con contorni ben più sfumati. Il Catania nega l’evidenza: «Le persone in campo? Noi siamo ligi alle regole», assicura con una buona dose di coraggio l’ad Lo Monaco. Anche sui forum dei tifosi si minimizza: «Quel 7-0 che ci rifilarono all’Olimpico brucia ancora. Certe cose capitano solo contro la Roma». Invece no. Vergogne del genere, nel far west senza leggi del Massimino, sono purtroppo diventate frequenti. Giusto un anno fa, ad esempio, ci fu l’aggressione prima di Catania-Samp dettagliata dal comunicato del giudice sportivo: «Una decina di persone, alcune delle quali con la pettorina gialla degli steward, insultavano, spingevano e strattonavano componenti del gruppo doriano che percorreva un sottopassaggio scarsamente illuminato». Roba grave. Nulla, però, al confronto di quel che avvenne il 28 maggio 2006 nell’ultimo turno della serie B, prima e durante Catania-AlbinoLeffe 2-1, sfida che consegnò la promozione diretta agli etnei e rimandò al playout i seriani.

Presto in vantaggio, i padroni di casa vennero raggiunti al 41’. Non l’avessero mai fatto. «Nell’intervallo – rivelò Bonazzi, punta bergamasca – presi manate e calci nel tunnel non so nemmeno da chi. Dopo, non ci fu più storia: con tutta quella gente a minacciarci, nella ripresa il nostro unico pensiero fu quello di portare a casa la pelle». «Quel giorno me lo ricordo ancora come un incubo – dice Riccardo Colombo, ex AlbinoLeffe oggi al Toro -. La cagnara notturna sotto il nostro hotel, il pullman scortato come se fossimo in Afghanistan, l’agguato a Mondonico appena dentro il Massimino. E, fra spogliatoi e campo, centinaia di persone poco amichevoli, poco raccomandabili. Con noi c’era anche un agente della Digos munito di telecamera: chissà perché, allo stadio sparì subito. Avevamo paura di giocare: una tristezza infinita».

Cose che, purtroppo, accadono con intollerabile frequenza nelle serie minori, alla periferia del grande calcio. Cose che, sotto i riflettori della serie A, con il controllo delle tv, degli ispettori di Lega e degli uomini della Procura federale, dovrebbero essere persino impensabili. Non è così, a Catania. In uno stadio che, fino alla tragedia Raciti, aveva come custode il magazziniere dell’arsenale degli ultrà*. Gode di una sorta di extraterritorialità, evidentemente, il Massimino. Episodi e denunce che si ripetono, inchieste che esplodono come bolle di sapone, multe ridicole come massima punizione. E i dirigenti etnei che continuano a far finta di niente. «Qui è tutto l’ambiente che non mi piace», ha detto domenica Perrotta dopo l’ultima gazzarra. Lo pensano in tanti, ma nel calcio che conta nessuno si muove per risolvere il problema. Basterebbe solo fare rispettare le norme. Ne guadagnerebbe anche il Catania-squadra, bella realtà che merita ben altro contorno.
(La Stampa)

Catania sotto tiro, inchiesta lampo della Figc: oggi la decisione.
Nella relazione c’è tutto: le botte in campo e fuori, il ruolo degli steward, troppa gente sul terreno di gioco.
(Il Messaggero)

La polemica, battibecchi e calcioni: inchiesta su Catania e Roma.
Prima della gara lite tra Pulvirenti, Lo Monaco e Spalletti. Colpito Mexes, interviene la Federcalcio.
(Repubblica)

* L’articolo di “La Repubblica” che testimonia l’accaduto.

da lasignoraingiallorosso.it

David Marcelo Pizarro CortésIl centrocampista cileno della Roma David Pizarro ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky. L’intervista è andata in onda all’interno di “Guarda che Lupa”.

In Champions League affronterete l’Arsenal. E’ stato un sorteggio fortunato?

“Questo lo dovremo dimostrare il giorno in cui andremo ad affrontare l’Arsenal. E’ ancora tutto da vedere, anche perché manca tantissimo tempo e quindi può succedere di tutto prima di quella partita. Sarà una partita importante, bella da giocare e quindi siamo contenti di poterla affrontare anche per la nostra gente e per tutto quello che significa la Roma. E’ una partita a cui teniamo tanto, anche perché quest’anno la finale di Champions è all’Olimpico e noi vogliamo arrivare fino in fondo. E per qualsiasi giocatore, giocare una finale di Champions League, credo sia il massimo. E’ un sogno che c’è sempre. Nel doppio confronto, la partita più importante sarà quella di andata, perché da lì in poi si comincerà a preparare la partita di ritorno, ma quasi sempre la qualificazione si ottiene durante la partita di andata. Con le squadre inglesi finora abbiamo avuto qualche problemino in trasferta, ma grazie all’esperienza, andremo molto cauti verso quello che affronteremo. Anche a livello economico, credo che l’Inghilterra stia davanti a tutti, basta vedere le sue squadre quanto valgono e i grandi campioni che vi giocano. Su questo piano, sono sicuramente davanti a Spagna e Italia. Seguo abbastanza il calcio inglese, soprattutto il calcio dell’Arsenal che è molto bello da vedere. Wenger fa giocare molto bene la sua squadra, ci sono giocatori giovani e importanti che stanno dimostrando tutto il loro valore. E’ una squadra da rispettare in tutti i sensi”.

M.Ros.

da ilmessaggero.it

Tifosi del CataniaCatania-Roma durante e dopo continua a tenere banco. Per giocatori e dirigenti giallorossi “più di qualcosa è successo”, per quelli del Catania non è successo niente. Lo ha detto il ds Lo Monaco, lo ha ribadito il presidente Pulvirenti commentando l’affollamento ai bordi del campo: «Tutti avevano un regolare permesso, l’unico abusivo era Pradé». Il quale conferma e chiarisce di essere stato a bordo campo sei minuti per un’intervista e di aver fatto subito dopo ritorno in tribuna.

Per sapere come esattamente siano andate le cose è intervenuto l’Ufficio Indagini. Il procuratore Palazzi ha chiesto e ricevuto un dettagliato rapporto da due suoi incaricati. Il rapporto ricostruisce quanto avvenuto soprattutto alla fine della gara quando tutti in tv hanno visto delle scene piuttosto concitate prima sul campo e poi all’inizio del tunnel che porta negli spogliatoi.

Il rapporto è sul tavolo del giudice Tosel che domani, martedì, dovrebbe emettere una sentenza. Se la rinvierà chiedendo un supplemento di indagini, sarà lo stesso Palazzi a recarsi a Catania per capire meglio come siano andate le cose. In ogni caso, il Catania rischia solo una multa.