da romanews.eu
Mister, ancora il Manchester, occasione per dimostrare la crescita della Roma
“Possiamo dire tutto quello che volgiamo, quello che per me è la cosa più importante è il ricordo delle facce dei ragazzi dopo la sconfitta dello scorso anno. Questa diventa la cosa fondamentale per affrontare una partita di questo livello, contro la squadra più forte del momento”.
E’ l’occasione per mettersi alle spalle quella pagina nera?
“Probabilmente sì: c’è quel neo che ci portiamo dietro, che ci ha fatto maturare. Il 7-1 è una piaga a livello di club, ora abbiamo la possibilità di rimetterla a posto. E’ un abbinamento che per certi versi ci fa piacere”.
Dalla Champions al campionato: cosa si aspetta da Roma-Milan?
“Mi aspetto le solite cose, che i ragazzi vadano in campo a fare il loro mestiere; siccome sono stati bravi, tutte le partite diventano fondamentali per il futuro. Sento dire di un Milan come una squadra normale, anche se nelle ultime 10 partite hanno totalizzato sette vittorie e tre pareggi, e sono la squadra che ha fatto meglio nel girone di ritorno. Invece sento parlare del Milan come una squadra provinciale. Stanno esibendo un buon calcio, penso che sarà una partita che avrà presupposti difficili, sotto il profilo dell’impegno”.
I calcoli sono fatti bene, domani saranno 300 partite in Serie A. Quali sono state le tappe fondamentali?
“Aver avuto a che fare con ragazzi che mi hanno permesso di fare questa professione, rendendola anche interessante, perchè poi quando si hanno calciatori che sviluppano bene le cose in campo, che fanno spettacolo, uno comincia a guardarsi e dice “so fare l’allenatore”, anche se poi non è vero (ride). La tappa fondamentale è stata l’aver incontrato ragazzi splendidi”.
Un giudizio sulla tappa Roma?
“Mi sembra che la squsadra stia scrivendo un bel romanzo, dove ci sono ancora molte pagine da leggere e da scoprire. E’intenso bello, passionale, ma c’è sempre il rischio del colpo a sorpresa in un ambiente cosi affascinante. Spero di continuare a scriverlo io”.
E’ il suo momento più bello come allenatore?
“Dal mio punto di vista mi devo porre davanti alle difficoltà sempre allo stesso modo. Devo cercare sempre una linea di condotta per mantenere un equilibrio. Vincere in un ambiente come questo, ti può dare molto. C’è l’appoggio di tutti quelli che ti stanno intorno e questi possono incidere sui risultati della squadra”.
La Roma in questo momento è molto forte a livello di testa.
“Si stiamo dimostrando di avere una solidità complessiva. L’Inter non è in crisi. L’altra sera ha giocato una grande partita, ha creato ma è stata sfortuna. Hanno dei giocatori con grande esperienza e grande mestiere”.
E’ orgoglioso di avere un giocatore come Totti?
“Tutti i giocatori mi danno un grande contributo. Spero di essere amico dei miei calciatori. Totti da tantissimo alla squadra e la squadra gli restituisce molto. Lui ha qualcosa di più sotto l’aspetto della qualità pura”.
Quante possibilità ci sono di passare il turno?
“Il 50 %. Ho visto della gente sorpresa dopo il sorteggio. La mia squadra deve avere la mentalità giusta per affrontare tutte le squadre. Il Manchester è tostissimo. Ce ne sono tre o quattro dello stesso livello. Anche le altre però sono arrivate fin qui con altre caratteristiche”.
La squadra è più esperta della scorsa stagione?
“Dipende da come i ragazzi sviluppano la partita, da come si pongono”.
Scolari ha paragonato la Roma all’Olanda
“Paragone che ci può stare perché segnano molti giocatori, gli attaccanti tornano, un complimento che ci fa piacere, che accettiamo e che ci dà più responsabilità”.
I cartellini gialli, in vista del Derby, verranno gestiti?
“La partita con la Lazio ha un sapore diverso, bisogna stare attenti a tutto, bisogna essere bravi a creare i presupposti per avere giocatori freschi”.
Non ci sarà Mexes con il Milan: perché è diffidato e vuole averlo al derby.
“La partita c’è da farla domani sera, stando attenti alla gestione dei cartellini per il derby, avendo giocatori sempre freschi. Mexes ha un grandissimo ematoma sul fianco, che lo limita. In allenamento si è dovuto fermare”.
Firmerebbe per ritrovarsi dopo il derby a meno sei dall’Inter?
“Le partite sono poche, meglio vedere cosa avranno costruito i ragazzi. Lasciamoli continuare a giocare, senza firmare niente”.
Può essere un qualcosa in più il fatto che la Roma non si senta favorita contro il Manchester?
“Questo mi crea delle perplessità, nel senso: chi è che può dire che una squadra era meglio di un’altra? Se qualcuno avesse esibito una tale presunzione all’interno dello spogliatoio, andava punito”.
Il pensiero di una rimonta è concreto?
“Va fatto uno sforzo grande e va fatto un filotto. Cosa difficile. Non penso che l’Inter abbia problemi di organico. Loro l’organico lo hanno a posto. Hanno a posto anche una società che consente di gestire le difficoltà e gestire momenti di difficoltà. Ormai siamo all’esasperazione a causa di un risultato.”
La possibilità di trovarsi a meno tre e di giocare prima metterà pressione all’Inter?
“C’è da vincere il Milan che fa più punti di tutti. Considerazione giusta.”
Ha un messaggio per Cristiano Ronaldo?
“E’ stata una frase venutagli male quella di Cristiano Ronaldo, la partita è tosta. Le battute i riferimenti scanzonati è meglio non farli. Sono convinto che neanche loro sono contenti di incontrarci.”
Ha un messaggio per Cristiano Ronaldo?
“E’ stata una frase venutagli male quella di Cristiano Ronaldo, la partita è tosta. Le battute i riferimenti scanzonati è meglio non farli. Sono convinto che neanche loro sono contenti di incontrarci.”
Se la sente di fare un appello per evitare problemi nelle gare con il Manchester?
“Volentieri. Sono convinto che tutte e due le squadre hanno la qualità per dare un contributo allo sport. I club fanno spettacolo e bisogna essere uniti, ci saranno bambini, famiglie e bisognerà avere rispetto per loro. Sapranno fare la loro parte e quello che è successo ha contribuito a dare degli insegnamenti”.
Cosa preoccupa del Milan? Collettivo o individualità?
“Mi preoccupano sempre i collettivi. L’individualità si può coprire e a volte può non funzionare. Quando gioca la squadra è un problema. Riuscire a mettere sotto undici giocatori è difficile e spero che la mia squadra esibisca un gioco d’assieme”.
La Roma inconsciamente cercava il Manchester per i quarti? Per una rivalsa?
“Sì, c’è stato un boato nello spogliatoio, gli accappatoi sono volati in aria (scherzando, ndr). Non so rispondere”.
Quale è il suo colpo a sorpresa, rispetto alle sue trecento panchine?
“Quando raggiungi un obiettivo così importante, il colpo a sorpresa è verso la mia persona. Sapere che magari non ci arrivi. Io dico che trecento partite sono un traguardo importantissimo, mi fa piacere averle raggiunte, perché lo pensavo. Menomale che non l’ho saputo perché mi avrebbe creato ansia. Mancano ancora trenta ore”.
Cosa ha pensato delle dichiarazioni di Mancini, in merito alle sue dimissioni?
“Di non andare a gioire sui problemi altrui. Io non gufo mai nessuno. Non ho pensato niente, è stata certamente una reazione emotiva. Quello che è successo a lui può succedere anche a me. L’importanza del risultato porta a questo nel calcio. In Inghilterra abbassano la tensione ai fini del risultato. Quando abbiamo contro una squadra inglese entravamo tutti con la musica a manetta”.
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