venerdì, Giugno 20, 2025 Anno XXI


Rosella Sensi e Francesco Tottida calciomercato.com

Rosella Sensi, amministratore delegato dell’A.S. Roma e il capitano giallorosso, Francesco Totti, hanno fondato lo scorso 19 dicembre la ‘Fondazione Roma 1927 – unica nella storia, nello sport, nell’etica-‘. La fondazione non ha scopo di lucro e promuoverà iniziative di natura sportiva, etica e benefica.

David Marcelo Cortes Pizarroda ilromanista.it

(AS_ROMA | 27/12/2007) – DANIELE GIANNINI

«Stiamo bene e siamo pronti a combattere». I sette punti di distacco dall’Inter ed il cammino senza sosta dei nerazzurri, che anche nell’ultimo turno di campionato prima della pausa per le festività natalizie hanno fatto bottino pieno, non demoralizzano David Pizarro che è volato in patria per ricaricare le pile in vista della seconda parte di stagione. Qualche parola rilasciata all’aeroporto di Santiago prima di dirigersi verso la sua Valparaiso per unirsi alla famiglia. Quanto basta per far capire che il Pek è pronto a dare battaglia fino a fine stagione su tutti i fronti: Serie A e Champions League.
«Sono contento di quanto abbiamo fatto nella prima metà del campionato – ha spiegato ai giornalisti – ma il bello viene adesso». Il bello inteso come il difficile, ma forse anche come il momento di divertirsi e di raccogliere i frutti di quanto seminato negli ultimi mesi. Due settimane di riposo assoluto prima della ripresa degli allenamenti, più di tre per tornare a giocare una partita vera (quella di Bergamo con l’Atalanta del 13 gennaio). Tempo necessario a Pizarro per recuperare al meglio dalla fatica di partite ogni tre giorni e per presentarsi in grande spolvero per i match decisivi. Come quelli contro il Real Madrid del 19 febbraio e del 5 marzo. Dentro o fuori dalla Champions. Il Pek è realista, consapevole delle difficoltà che attenderanno la Roma nel doppio confronto, ma al tempo stesso fiducioso: «Sarà una sfida complicata perché loro sono una squadra abituata a questo tipo di situazioni. Ma questo per noi è una motivazione in più, e non è affatto detto che alla fine non vada bene per noi».
Le vacanze, poi la Roma. E la Nazionale? Pizarro ci pensa ancora? Esattamente un anno fa i tempi sembravano maturi per un suo ritorno a furor di popolo nella “roja” (così la chiamano in Cile) dopo l’abbandono a sorpresa nel 2005. La sua ultima apparizione era stata quella contro l’Ecuador che aveva sancito la mancata qualificazione al mondiale tedesco. Un po’ la delusione, un po’ la voglia di dedicare più tempo alla famiglia («Voglio stare con i miei figli che sono ancora piccoli» aveva spiegato all’epoca), fatto sta che il Pek aveva detto addio alla Nazionale provocando una reazione a catena, con tutti i pezzi pregiati di quella squadra che seguirono il suo esempio. A gennaio 2007 sembrava esserci stato un riavvicinamento fortemente “sponsorizzato” da Ivan Zamorano, ma non se ne fece nulla. E oggi David ha nuovamente deluso le speranze dei suoi connazionali: «Se ne è già parlato abbastanza. E’ una questione chiusa». Buon per la Roma che non dovrà rinunciare a lui per permettergli di disputare le partite di qualificazione al mondiale del 2010 con le conseguenti trasvolate oceaniche e rientri dell’ultimo momento con i segni del fuso orario nelle gambe come avviene per Doni e Juan.
Lui no, lui potrà dedicarsi interamente alla Roma per la quale, complice l’infortunio di Aquilani, ha fin qui fatto gli straordinari: 14 presenze in campionato (per un totale di 1175 minuti giocati e 1052 passaggi effettuati), 6 (ovvero tutte) in Champions League, e perfino 33 minuti in Coppa Italia quando a molti fu concesso di rifiatare. Il tutto condito da due gol, uno al Napoli e uno a Lisbona (anche se l’Uefa non glielo ha riconosciuto), e tante prestazioni di livello assoluto. Ora, con il ritorno di Aquilani, ci sarà maggiore concorrenza a centrocampo. Ma non è un problema perché alla Roma serviranno tutti e perché «il bello viene ora».

Luciano Spallettida ilromanista.it

(AS_ROMA | 26/12/2007) – L’intervista di Luciano Spalletti a Roma Channel. Il tecnico giallorosso, rispondendo alle domande di Alessandro Spartà, ripercorre tutte le tappe più importanti del 2007: “Quando siamo tornati da Milano con la Coppa Italia – le sue parole – è stato un momento emozionantissimo che porterò dietro tutta la vita. E’ stato bello, ho visto i tifosi entusiasti, ero emozionato”.

Un bel 2007. La prima sensazione nel terminare questo anno, qual è?
L’aspetto personale è da valutare in base a quanto i ragazzi hanno fatto di buono. Si sono confermati su buoni livelli, facendo ottimi risultati, è un segnale evidente che mandano a quelli che operano nella Roma. Io sono contento, dico che si può fare anche meglio, ma bisogna tenere conto che ci sono gli avversari, in taluni casi siamo stati più forti di avversari migliori di noi.
Il momento migliore di questo 2007?
Quando siamo tornati da Milano con la Coppa Italia è stato un momento emozionantissimo che porterò dietro tutta la vita. E’ stato bello, ho visto i tifosi entusiasti, ero emozionato.
Che ricordo ha delle partite con Parma e Milan in Coppa Italia?
Col Parma facemmo tanta fatica, i ragazzi riuscirono a strappare il risultato dal loro bagaglio individuale. Poi siamo riusciti a passare con il Milan, una grande del nostro campionato, aver vinto è sintomo di forza di qualità. La gara di ritorno, quella vinta 3-1, fu una bellissima partita, i miei la fecero loro dall’inizio dimostrando anche personalità importante.
A febbraio pareggiaste in casa con il Lione. Che partita fu quella?
Fummo un po’ frenati, in quel momento il Lione veniva da cinque campionati vinti, dopo aver dimostrato una forza di squadra imponente, ci crearono qualche difficoltà emotiva. Non fummo così liberi come altre volte. Anche loro, però, ci temerono e uscì fuori uno 0-0.
E poi la vittoria a Lione. Fu una partita perfetta?
Giocammo una grande partita, fummo bravi nella gestione della partita. In un paio di episodi fummo fortunati, ma noi mettemmo qualità individuali, sacrificio e tanto altro.
Ad aprile vinceste 3-1 con l’Inter. Lei ha un feeling particolare con San Siro?
Andando a giocare in campi così importanti, si mette sempre qualcosa in più. I ragazzi andarono a giocare con la volontà di dimostrare di essere forti, al di là del campionato che era già stato deciso. La non tensione del risultato, ha fatto sì che facessimo una grandissima partita. Questo non è un buonissimo segno, perché non è sintomo di maturità piena, però a volte aiuta e in quel caso ci aiuò.
Battere tre volte l’Inter in un anno può darvi morale?
Secondo me non è casuale vincere tre volte con una grande squadra, può darci morale.
Capitolo Manchester United.
All’andata giocammo una gara importante, consapevoli, però, che si poteva fare di più dopo l’espulsione di Scholes. Al ritorno no, ci proiettammo subito in attacco dopo il gol del vantaggio e perdemmo l’equilibrio. Il Manchester colpì più in contropiede, capitalizzando con fortuna tutti i tiri in porta, e vinse.
A maggio vinceste la Coppa Italia, battendo l’Inter 6-2.
Lì abbiamo raccolto quanto perso con il Manchester. Bravissimi sotto l’aspetto del gioco e spietati sotto porta capitalizzando tutte le occasioni, cosa a cui noi non siamo molto abituati. I tifosi a San Siro? Lo sappiamo quale affetto mette il nostro pubblico, li ringraziamo per le sensazioni che hanno dato e l’aiuto sostanziale messo nelle partite.
Come ha vissuto Spalletti il mese di giugno prima del ritiro?
Si cerca di mettere a posto quello che non va. Non è facile, ogni tanto anche pensandoci bene di fare tutto per il verso giusto, ma almeno ci si prova.
A luglio il ritiro a Trigoria.
Il ritiro a Trigoria è andato molto bene, ci siamo divertiti e lavorato bene. C’è chi dice che qualche difficoltà attuale è dovuta al ritiro a Trigoria, queste sono supposizioni fatte solo da chi ha spostato qualcosa. Qualche piccolo scompenso l’avrà pure dato questo ritiro, ma noi lo vorremmo riproporre anche in futuro.
La festa degli ottanti anni della Roma?
E’ stata una sensazione bellissima. Molti dei campioni conosciuti a quella festa erano quelli conosciuti anni prima in televisione dai quali cercavo di prendere qualche cosa. Ritrovarmeli lì, la possibilità di scambiarci opinioni, mi ha gratificato. Mi porterò dietro quei momenti a lungo.
Agosto la Supercoppa Italiana. Quante emozioni?
La Supercoppa è stata una conseguenza di quanto sviluppato in Coppa Italia. Portare a fondo una competizione come la Coppa Italia è difficile e sintomo di grandi meriti, di gruppo, di mentalità importante. A Milano la squadra ha evidenziato la mentalità giusta contro una squadra forte, speriamo che quello spirito lì verrà riproposto anche in futuro.
L’impatto con il Campionato a Palermo fu straordinario.
Sono d’accordo, ma nel secondo tempo di quella partita non siamo stati bravi a continuare sulla linea del primo tempo. In una squadra importante come la nostra certi sbalzi dovrebbero essere sempre meno.
A settembre l’esordio in Champions con la Dinamo Kiev e poi il pareggio con la Juventus in casa. Quel risultato incrinò qualcosa?
In questo Campionato non siamo stati molto fortunati: gli avversari hanno sfruttato quasi tutti i nostri errori o le nostre concessioni. E’ chiaro se poi non arrivano i gol, si pensa sia tutto sbagliato, ma non è così. Con la Juventus un paio di leggerezze le abbiamo commesse, ma non abbiamo concesso granchè altro.
A ottobre siete tornati a Old Trafford. Quali sensazioni ha provato?
Siamo stati contenti di tornarci. Come non era facile andare a giocare in un campo come quello di Kiev. La squadra è stata brava a passare il turno, nonostante le difficoltà patite a Lisbona. A Manchester siamo andati con la voglia di mettere a posto il 7-1, la squadra l’ha fatto e quella non era una partita che dovevamo perdere.
A ottobre tre partite: la vittoria con lo Sporting, a Milano e il derby, tutte con Vucinic protagonista. Quale ricorda meglio?
La partita con lo Sporting era carica d’insidie, la ricordo volentieri, i ragazzi riuscirono a vincere una gara dura. A Milano abbiamo avuto ragione del Milan, una squadra che in Campionato non dà il meglio di sè negli ultimi anni, ma in Europa vince tutto. Poi ha Ancelotti che è il tecnico più bravo di tutti in Italia, insieme a Lippi.
A novembre il pareggio di Lisbona e la vittoria a Kiev.
Il 4-1 a Kiev è stato un risultato importantissimo della nostra squadra. La partita è diventata facile dopo una corretta interpretazione dei nostri calciatori. Quella è una gara che ci darà la possibilità nel futuro di incontrare avversari di livello assoluto, a me non so se ricapiterà più.
A dicembre il sorteggio che ha decretato il Real Madrid. Già in precedenza ci fu la sfida Totti-Van Nistelrooy per la Scarpa d’Oro.
Quella tra Totti e Van Nistelrooy per la Scarpa d’Oro è stata una bella sfida, l’epilogo è stato corretto. Totti è stato più caparbio, Van Nistelrooy più sfortunato per l’infortunio avuto. Per quanto riguarda la partita che andremo a giocare, loro sono una squadra fortissima, che gioca a calcio come noi, che concede anche qualcosa, ma con la palla al piede sanno come far male. Il risultato è aperto, però la gara insidiosissima.
Più bella la sfida con il Real o la gioia dei tifosi all’aeroporto dopo la vittoria in Coppa Italia?
La felicità negli occhi dei nostri sportivi dopo la vittoria in Coppa Italia e la gioia dei bambini che esultavano all’aeroporto, è stata la sensazione più bella che ho provato.

Buon Natale 2007