da ilromanista.it
(AS_ROMA | 26/12/2007) – L’intervista di Luciano Spalletti a Roma Channel. Il tecnico giallorosso, rispondendo alle domande di Alessandro Spartà, ripercorre tutte le tappe più importanti del 2007: “Quando siamo tornati da Milano con la Coppa Italia – le sue parole – è stato un momento emozionantissimo che porterò dietro tutta la vita. E’ stato bello, ho visto i tifosi entusiasti, ero emozionato”.
Un bel 2007. La prima sensazione nel terminare questo anno, qual è?
L’aspetto personale è da valutare in base a quanto i ragazzi hanno fatto di buono. Si sono confermati su buoni livelli, facendo ottimi risultati, è un segnale evidente che mandano a quelli che operano nella Roma. Io sono contento, dico che si può fare anche meglio, ma bisogna tenere conto che ci sono gli avversari, in taluni casi siamo stati più forti di avversari migliori di noi.
Il momento migliore di questo 2007?
Quando siamo tornati da Milano con la Coppa Italia è stato un momento emozionantissimo che porterò dietro tutta la vita. E’ stato bello, ho visto i tifosi entusiasti, ero emozionato.
Che ricordo ha delle partite con Parma e Milan in Coppa Italia?
Col Parma facemmo tanta fatica, i ragazzi riuscirono a strappare il risultato dal loro bagaglio individuale. Poi siamo riusciti a passare con il Milan, una grande del nostro campionato, aver vinto è sintomo di forza di qualità. La gara di ritorno, quella vinta 3-1, fu una bellissima partita, i miei la fecero loro dall’inizio dimostrando anche personalità importante.
A febbraio pareggiaste in casa con il Lione. Che partita fu quella?
Fummo un po’ frenati, in quel momento il Lione veniva da cinque campionati vinti, dopo aver dimostrato una forza di squadra imponente, ci crearono qualche difficoltà emotiva. Non fummo così liberi come altre volte. Anche loro, però, ci temerono e uscì fuori uno 0-0.
E poi la vittoria a Lione. Fu una partita perfetta?
Giocammo una grande partita, fummo bravi nella gestione della partita. In un paio di episodi fummo fortunati, ma noi mettemmo qualità individuali, sacrificio e tanto altro.
Ad aprile vinceste 3-1 con l’Inter. Lei ha un feeling particolare con San Siro?
Andando a giocare in campi così importanti, si mette sempre qualcosa in più. I ragazzi andarono a giocare con la volontà di dimostrare di essere forti, al di là del campionato che era già stato deciso. La non tensione del risultato, ha fatto sì che facessimo una grandissima partita. Questo non è un buonissimo segno, perché non è sintomo di maturità piena, però a volte aiuta e in quel caso ci aiuò.
Battere tre volte l’Inter in un anno può darvi morale?
Secondo me non è casuale vincere tre volte con una grande squadra, può darci morale.
Capitolo Manchester United.
All’andata giocammo una gara importante, consapevoli, però, che si poteva fare di più dopo l’espulsione di Scholes. Al ritorno no, ci proiettammo subito in attacco dopo il gol del vantaggio e perdemmo l’equilibrio. Il Manchester colpì più in contropiede, capitalizzando con fortuna tutti i tiri in porta, e vinse.
A maggio vinceste la Coppa Italia, battendo l’Inter 6-2.
Lì abbiamo raccolto quanto perso con il Manchester. Bravissimi sotto l’aspetto del gioco e spietati sotto porta capitalizzando tutte le occasioni, cosa a cui noi non siamo molto abituati. I tifosi a San Siro? Lo sappiamo quale affetto mette il nostro pubblico, li ringraziamo per le sensazioni che hanno dato e l’aiuto sostanziale messo nelle partite.
Come ha vissuto Spalletti il mese di giugno prima del ritiro?
Si cerca di mettere a posto quello che non va. Non è facile, ogni tanto anche pensandoci bene di fare tutto per il verso giusto, ma almeno ci si prova.
A luglio il ritiro a Trigoria.
Il ritiro a Trigoria è andato molto bene, ci siamo divertiti e lavorato bene. C’è chi dice che qualche difficoltà attuale è dovuta al ritiro a Trigoria, queste sono supposizioni fatte solo da chi ha spostato qualcosa. Qualche piccolo scompenso l’avrà pure dato questo ritiro, ma noi lo vorremmo riproporre anche in futuro.
La festa degli ottanti anni della Roma?
E’ stata una sensazione bellissima. Molti dei campioni conosciuti a quella festa erano quelli conosciuti anni prima in televisione dai quali cercavo di prendere qualche cosa. Ritrovarmeli lì, la possibilità di scambiarci opinioni, mi ha gratificato. Mi porterò dietro quei momenti a lungo.
Agosto la Supercoppa Italiana. Quante emozioni?
La Supercoppa è stata una conseguenza di quanto sviluppato in Coppa Italia. Portare a fondo una competizione come la Coppa Italia è difficile e sintomo di grandi meriti, di gruppo, di mentalità importante. A Milano la squadra ha evidenziato la mentalità giusta contro una squadra forte, speriamo che quello spirito lì verrà riproposto anche in futuro.
L’impatto con il Campionato a Palermo fu straordinario.
Sono d’accordo, ma nel secondo tempo di quella partita non siamo stati bravi a continuare sulla linea del primo tempo. In una squadra importante come la nostra certi sbalzi dovrebbero essere sempre meno.
A settembre l’esordio in Champions con la Dinamo Kiev e poi il pareggio con la Juventus in casa. Quel risultato incrinò qualcosa?
In questo Campionato non siamo stati molto fortunati: gli avversari hanno sfruttato quasi tutti i nostri errori o le nostre concessioni. E’ chiaro se poi non arrivano i gol, si pensa sia tutto sbagliato, ma non è così. Con la Juventus un paio di leggerezze le abbiamo commesse, ma non abbiamo concesso granchè altro.
A ottobre siete tornati a Old Trafford. Quali sensazioni ha provato?
Siamo stati contenti di tornarci. Come non era facile andare a giocare in un campo come quello di Kiev. La squadra è stata brava a passare il turno, nonostante le difficoltà patite a Lisbona. A Manchester siamo andati con la voglia di mettere a posto il 7-1, la squadra l’ha fatto e quella non era una partita che dovevamo perdere.
A ottobre tre partite: la vittoria con lo Sporting, a Milano e il derby, tutte con Vucinic protagonista. Quale ricorda meglio?
La partita con lo Sporting era carica d’insidie, la ricordo volentieri, i ragazzi riuscirono a vincere una gara dura. A Milano abbiamo avuto ragione del Milan, una squadra che in Campionato non dà il meglio di sè negli ultimi anni, ma in Europa vince tutto. Poi ha Ancelotti che è il tecnico più bravo di tutti in Italia, insieme a Lippi.
A novembre il pareggio di Lisbona e la vittoria a Kiev.
Il 4-1 a Kiev è stato un risultato importantissimo della nostra squadra. La partita è diventata facile dopo una corretta interpretazione dei nostri calciatori. Quella è una gara che ci darà la possibilità nel futuro di incontrare avversari di livello assoluto, a me non so se ricapiterà più.
A dicembre il sorteggio che ha decretato il Real Madrid. Già in precedenza ci fu la sfida Totti-Van Nistelrooy per la Scarpa d’Oro.
Quella tra Totti e Van Nistelrooy per la Scarpa d’Oro è stata una bella sfida, l’epilogo è stato corretto. Totti è stato più caparbio, Van Nistelrooy più sfortunato per l’infortunio avuto. Per quanto riguarda la partita che andremo a giocare, loro sono una squadra fortissima, che gioca a calcio come noi, che concede anche qualcosa, ma con la palla al piede sanno come far male. Il risultato è aperto, però la gara insidiosissima.
Più bella la sfida con il Real o la gioia dei tifosi all’aeroporto dopo la vittoria in Coppa Italia?
La felicità negli occhi dei nostri sportivi dopo la vittoria in Coppa Italia e la gioia dei bambini che esultavano all’aeroporto, è stata la sensazione più bella che ho provato.
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