lunedì, Maggio 19, 2025 Anno XXI


da romagiallorossa.com

L’intervista a Carlo Festa, firma de “Il Sole 24 ore”, in esclusiva a Romagiallorossa.com

Vinicio FioranelliDott. Festa le chiedo, dalle informazioni che lei ha raccolto, un giudizio sulla vicenda Roma-Fioranelli “Dalle informazioni che ho la proposta di Vinicio Fioranelli non ha i requisiti necessari per essere accettata sia dall’advisor incaricato dalla famiglia Sensi per la ristrutturazione del debito, cioè Mediobanca, sia dall’istituto che è maggiormente esposto verso Italpetroli, quindi Unicredit”.

Il motivo? “Perchè, malgrado sia stata portata avanti la scadenza rispetto a quella prevista, non sono mai arrivati i soldi a garanzia dell’acquisizione e, soprattutto, non si conosce la provenienza di questi capitali. Fioranelli era un intermediario di un gruppo di investitori di cui non si sa nulla. Era una proposta molto difficile da accettare malgrado la famiglia Sensi sia sempre stata possibilista più che altro per motivi economici: avrebbe consentito di valorizzare la Roma con i 200 milioni di euro più i 100 milioni di euro per l’Offerta Pubblica d’Aquisto. Quindi, dal punto di vista economico, la proposta era più che conforme alle esigenze dalla famiglia Sensi”.

Ci può spiegare il ruolo di Unicredit? “Unicredit non è voluta mai entrare direttamente in questa faccenda e questo è stato un segnale che la proposta di Fioranelli era debole”.

Le risulta che gli istituti bancari abbiano intralciato la trattativa come ha fatto intendere anche lo stesso legale di Fioranelli, ovvero Nicola Irti? “Credo che queste siano frasi di circostanza. Mi spiego meglio: se alla Roma dovesse arrivare un’offerta su un conto corrente con i soldi richiesti, penso che non ci sia nessun problema da parte di Unicredit e di Mediobanca di accettare tale offerta. Poi se ci mettiamo il fatto che non si conosce la provenienza di questi soldi, questo rende ancora più chiaro il quadro. Per farle un esempio, proprio ieri l’Ocse ha detto che nel calcio potrebbero confluire capitali di dubbia origine, quindi riciclati. Bisogna stare attenti anche nel valutare non solo l’offerta, ma anche da dove provengono i capitali. E’ questo il lavoro che fa una banca”.

Lei, dunque, non crede che ci sia una preclusione nei confronti di Fioranelli? “Io penso che non ci sia nessuna preclusione verso la cordata Fioranelli”.

Si dice che Unicredit abbia già un’altra carta in mano: è vero? “Così si dice in ambienti finanziari. Unicredit ha già un’offerta seria, di un soggetto finanziario straniero, e l’offerta è arrivata ormai da qualche settimana e probabilmente è arrivato il momento di tirarla fuori dal momento che Fioranelli è giunto al capolinea. Questo soggetto finanziario straniero, al momento, rappresenta l’unica eventualità. Ci sono bocche cucite al riguardo ma entro fine luglio il nome di questo personaggio verrà fuori”.

E sul commercialista romano che mi sa dire? “Il commercialista romano farà da ambasciatore, mi passi il termine, per andare a dialogare con il mondo bancario per accogliere o meno questa offerta arrivata ad Unicredit”.

Si è esposto anche Massimo D’Alema recentemente. Ci può dare conferma? “Sì. Mi risulta che Massimo D’Alema si sia interessato alla vicenda anche due giorni fa a Milano con Cesare Geronzi ed Alessandro Profumo, il primo esponente di Mediobanca, il secondo di Unicredit. Tutti si stanno interessando al destino della Roma e l’importante che il compratore sia una persona seria e che non sia un personaggio di cui si sappia poco o addirittura nulla”.

Nel suo articolo stamane faceva riferimento ad un fondo di investimento libico interessato alla Roma. Può spiegare nello specifico? “Si parla della Lafico. C’è stata una manifestazione d’interesse qualche tempo fa da parte di soggetti finanziari legati al mondo Lafico. Tale manifestazione d’interesse era legata anche all’acquisto degli asset di Italpetroli. Probabilmente l’offerta non sarebbe solamente per la Roma ma anche per l’attività di stoccaggio cosa che, probabilmente, non piace ad Unicredit perchè preferisce che ci sia un compratore solo per la Roma”

Vincenzo Montellada ansa.it

Ultimo atterraggio per la carriera agonistica di Vincenzo Montella: l’Aeroplanino non parte con i compagni e abbandona il calcio giocato. L’attaccante giallorosso, ultimo reduce insieme a Totti dello scudetto 2000-2001, rimarrà però a Trigoria. La Roma dovrebbe infatti affidargli la guida di una squadra giovanile. Nel club capitolino Montella arrivò nel 1999 proveniente dalla Samp. Con la Nazionale azzurra ha giocato 20 partite, realizzando tre gol.

da calciomercato.com

Vinicio FioranelliLa procura vuole vederci chiaro nelle trattative in corso (vere o presunte) per la cessione della Roma Calcio e ha deciso di affidare alla Guardia di Finanza una delega ben precisa per capire le ragioni delle ormai frequenti e ripetute oscillazioni anomale del titolo a Piazza Affari.

Il procuratore Giovanni Ferrara, l’aggiunto Nello Rossi e il pm Giorgio Orani hanno aperto un procedimento ipotizzando i reati di manipolazione del mercato e aggiotaggio informativo.

Al vaglio delle Fiamme Gialle, che dovranno svolgere una serie di accertamenti, c’è anche il ruolo che da alcuni mesi sta svolgendo l’agente Fifa, Vinicio Fioranelli, che rappresenta la cordata svizzero-tedesca disposta a rilevare il pacchetto azionario dalla famiglia Sensi.

Un fascicolo sulla vendita del club sportivo, per la verità, era già stato aperto un anno fa esatto in occasione delle voci di un interessamento all’acquisto da parte del finanziere americano George Soros: in quella occasione, però, nonostante una informativa della Consob, il procedimento era rimasto in atti relativi, cioè senza ipotesi di reato o indagati.

da romagiallorossa.com

Carlo TaorminaL’avvocato Carlo Taormina ha concesso una lunga intervista in esclusiva a Romagiallorossa.com

Avvocato Taormina, qual è il suo pensiero su quello che sta accadendo in questo momento intorno alla Roma? “Sulla questione Fioranelli io vedo troppe ragioni di perplessità. Non so con precisione come possano essere andate le cose ma mi pare di capire che non ci siano le garanzie per mandare avanti l’operazione. Mi è apparso anche di riscontrare una certa approssimazione nello svolgimento delle trattative e un esibizionismo non professionale. Quindi si avvicinerebbe alla Roma una gestione non all’altezza della storia di questa società che è vero, ha vissuto momenti non esaltanti, ma per chi la conosce bene da almeno cinquant’anni si ricorderà sicuramente di Sacerdoti, di Dino Viola e recentemente della famiglia Sensi. Mi sembra, dunque, qualcosa di molto approssimativo il modo con cui la cordata Fioranelli abbia operato. Tra l’altro mi pare di capire che Fioranelli entri a far parte ma che non abbia la prevalenza come accade per il Milan o per la Juventus. Francamente, che la società della capitale del mondo debba andare in mano ad uno straniero è una cosa che io non condivido. A questo si aggiunga che dietro il nome di Fioranelli si fanno altri nomi, per cui lui sarebbe solamente una copertura… In conclusione ci sono molte situazioni che dimostrano una carenza di serietà e soprattutto una mancanza di solidità imprenditoriale che è la prima garanzia, al di là di quelle formali, affinchè la società possa avere un rilancio”.

Avvocato, ci aiuti a capire meglio chi ci potrebbe essere dietro la cordata Fioranelli. Lo stesso agente Fifa ha smentito le voci riguardanti Cragnotti, Pica e altri imprenditori. Lei sa qualcosa in più? “Non voglio fare nomi. Naturalmente conosco le persone che stanno dietro a Fioranelli, ma non mi sembra bello ora, in questo momento, fare nomi. Posso solo dire che sono nomi non illustri anche se notissimi e non hanno il tasso di correttezza e limpidezza morale che la Roma ha sempre mostrato. La mia opinione è che si sia creato un accerchiamento intorno alla famiglia Sensi che non se lo merita. Ho fatto parte anche del CdA della Roma quando Franco Sensi comprò la società insieme a Mezzaroma e so qual è il rigore morale, amministrativo e di gestione che ha la famiglia Sensi e tutti quanti sappiamo quello che hanno dato. Mi pare che ci sia stata quasi una sorta di ressa per far crollare la famiglia Sensi ma, ovviamente, non per fare il bene della Roma, ma per tutelare altri interessi che, secondo me, potrebbero essere meglio tutelati puntando ad un rilancio della società che con il suo pubblico, rientrando in Europa a grandissimi livelli, sarebbe in grado nel giro di 3-4 anni di azzerare tutte le posizioni passive”.

Che ne pensa del sit-in che c’è stato ieri sotto la sede di Unicredit? “Penso che la tifoseria romanista sia stata ieri tra le più sconsiderate, fermo restando che rimane la più bella tifoseria come è ovvio facendone parte. Io adesso chiedo alla tifoseria di muoversi e di mobilitarsi. Ma di muoversi e di mobilitarsi per reclamare che la Roma resti alla famiglia Sensi. Io farei una manifestazione al centro di Roma, per esempio al Campidoglio, per chiedere che la Roma rimanga ai romanisti perchè più romani della famiglia Sensi non ci sono. Bisogna reagire per far finire questo stillicidio, una volta di Fioranelli, un’altra volta di qualcun altro, per far capire a questi grandi “soloni” dell’economia che ci sono delle dinamiche imprenditoriali che devono prevalere rispetto ai conti fatti al tavolino”.

Si parla, ultimamente, che i poteri forti delle banche non vogliano far prendere la Roma a Fioranelli. Da qui le parole dell’avvocato Nicola Irti qualche giorno fa. Il suo pensiero? “L’avvocato Irti è stato frainteso. In questi frangenti una piccola parola fuori posto può essere strumentalizzata. Nicola Irti si è messo in testa ad un’operazione che solo lui conosce nei minimi dettagli che nell’osservazione esterna, ma non solo, è un’operazione in cui manca qualche cosa. E’ inutile ora cercare delle giustificazioni per dire “non abbiamo chiuso la trattativa per altri motivi…”. Sta di fatto che le garanzie che occorrevano non sono venute fuori e, ripeto, il tasso di professionalità e di imprenditorialità non è emerso dal modo in cui Fioranelli, i suoi avvocati e tutti gli altri hanno portato avanti l’operazione. Quando succedono queste cose, vuol dire che c’è qualcosa di poco chiaro”.