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Tessera del tifoso: sì ai “daspati” e nelle curve riecco i tamburi
Categorie Virgolettato
Scritto da Lucky Luke
giovedì, 22 Ottobre alle ore 10:45
da Il Romanista – forzaroma.info
Non esistono ancora atti ufficiali, ma il Viminale avrebbe pronunciato nei giorni scorsi un sì storico. Quello alle coreografie. Nei nostri stadi torneranno bandieroni, tamburi e ci saranno meno vincoli per gli striscioni. Solo i fumogeni resteranno al bando. È una controrivoluzione culturale per il Ministero dell’Interno e un passo avanti sulla strada del dialogo tra Stato e ultras, che – udite, udite – è già iniziato. Anche se in sordina. A fari spenti. Il primo frutto sarà la modifica, con un disegno di legge, della legge Amato: chi ha scontato un Daspo o una condanna per reati connessi a manifestazioni sportive potrà acquistare biglietti e tessera del tifoso. Come giustamente ricordava ieri il senatore del Pdl Andrea Augello, cofirmatario del ddl, «questa è l’unica legge italiana che mantiene il principio della damnatio memoriae». Dannazione della memoria. Un indelebile marchio di colpevolezza per chi in passato abbia commesso un errore. Spieghiamo.
IL MEDIATORE A ravvisare l’incostituzionalità della legge è stata un’associazione di consumatori sportivi, la Adcs. Nata a luglio di un anno fa, e per questo forse sconosciuta ai più, in questi mesi si è data parecchio da fare.
Il primo passo è stato quello di concentrare l’attenzione del Senato sull’articolo 9 della legge 41/2007. Vi dice niente? È la legge Amato, che spesso è accompagnata dalla sottolineatura “legge anti-violenza”. Come se le altre fossero a favore. Porta la firma dell’allora Ministro degli Interni, che dopo l’omicidio a Palermo dell’ispettore Raciti varò un autentico giro di vite, culminato in un decreto poi convertito nella legge 41. L’articolo 9 prevede che chi è stato punito con un Daspo (il provvedimento del Questore che vieta l’accesso agli stadi) o è stato condannato «anche con sentenza non definitiva» per un reato commesso durante una manifestazioni sportiva non possa acquistare o ricevere «titoli di accesso». Biglietti o tessere del tifoso, è la stessa cosa. La legge non specifica nemmeno il limite temporale del Daspo.
Con le regole attuali, un daspato sarebbe privato a vita della tessera del tifoso. È il motivo numero uno dell’antipatia delle nostre curve verso la carta.
LA RIFORMA L’Adcs ha ottenuto che il senatore (e giurista) del Pdl, Domenico Benedetti Valentini, si facesse firmatario di un disegno di legge, che è già stato presentato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato e che è stato illustrato ieri alla stampa. Nel nuovo articolo 9 si specifica che il Daspo deve essere «in atto». Solo in quel caso non si possono acquistare biglietti o ricevere la tessera del tifoso. Nel caso delle condanne, i tagliandi si possono invece comprare se il soggetto condannato negli ultimi cinque anni per reati da stadio ha già scontato un Daspo per lo stesso episodio. Complicato? Il principio è: se ho pagato per la mia colpa (con il Daspo), perché devo pagare un’altra volta?
LE COREOGRAFIE L’Adcs è andata oltre. In un incontro avuto sette giorni fa con Ieva e Massucci, rispettivamente numero uno e due dell’Osservatorio, ha chiesto il ritorno delle coreografie negli stadi. La risposta è stata: «Sì a tamburi e striscioni, no ai fumogeni». Ieva si è fatto vivo due giorni dopo con l’associazione. Garantendo che le promesse saranno mantenute.
D. Galli
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Agenti di Mexes e Brighi: c’era stato solo un pour parler estivo
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Scritto da Lucky Luke
giovedì, 22 Ottobre alle ore 10:35
da tuttomercatoweb.com
Dalle colonne del quotidiano La Nazione si parlava di un gentleman agreements fra Roma, Milan e Fiorentina per uno scambio di centrali. Ai rossoneri andrebbe Dario Dainelli, con la società milanese che lascerebbe il via libera ai toscani per l’acquisto di Philippe Mexes. Ipotesi smentita dal procuratore di Mexes, Olivier Jouanneaux, che ai microfoni di TuttoMercatoWeb ha negato l’accordo: “E’ felice di restare a Roma, quindi non riesco a capire queste voci. La società non mi ha detto nulla, come si fa a pensare a un passaggio di Mexes in un’altra squadra a gennaio? Inoltre non c’è nessun accordo fra Milan e Fiorentina, perché i rossoneri non hanno diritto sul calciatore. C’è stato solo un interessamento quest’estate”.
da tuttomercatoweb.com
Uno dei prossimi obiettivi di mercato della Fiorentina potrebbe essere Matteo Brighi, già accostato ai viola durante la finestra trasferimenti estiva. TMW ha intervistato in esclusiva l’agente del calciatore, Vanni Puzzolo: “Non c’è nessuna novità per Matteo, so che Corvino ora è in Brasile”.
E perché si parla di Mexes e Brighi alla Fiorentina? “Ora come ora sono i due giocatori (a parte De Rossi, ndr) che hanno più mercato. La Roma dalla loro cessione può capitalizzare, avendo anche bisogno di soldi. Occupano due ruoli che i viola cercheranno di coprire a gennaio, davanti a un’offerta importante la Roma può anche prendere in esame di venderli. Brighi in estate è stato richiesto dai viola, ma è stato solo un pour parler. Difficilmente sarà ceduto a gennaio”.
Il prezzo? “Lo fanno i due club, non te lo so dire. Matteo a Roma sta bene, gli manca un po’ di salute ma mi auguro che da stasera il vento ricominci a girare nel verso giusto”.
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La Fiorentina vorrebbe Mexes e Brighi…
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Scritto da Lucky Luke
giovedì, 22 Ottobre alle ore 10:05
da La Nazione – romanews.eu
Il mercato di gennaio della Fiorentina potrebbe soffermarsi soprattutto in Italia. E se le azioni di Ledesma tornano a calare vertiginosamente – la società viola in altre parole ha deciso di chiamarsi fuori da un affare comunque complicato per la vertenza fra il giocatore e la Lazio – rimane per il ruolo di difensore apertissima la strada verso una trattativa che potrebbe portare Philippe Mexes in viola.
MA C’È DI PIÙ. La Fiorentina sta parlando assiduamente con la Roma, e forse non soltanto del futuro del forte centrale difensivo francese. Lo stop (definitivo) alla vicenda Ledesma potrebbe infatti essere stato deciso per un’altra ragione, ovvero la concreta possibilità di arrivare all’acquisto del giallorosso Brighi, anche se il suo manager continua a ripetere che il giocatore non è sul mercato e la Roma non ha intenzione di cederlo. Vedremo. Il centrocampista comunque piace a Prandelli, ha un prezzo accessibile e soprattutto il suo inserimento nell’affare Mexes potrebbe aiutare la società viola a mettere la firma su una doppia operazione molto positiva.
Fra l’altro, nel mondo degli operatori di mercato, si continua a dare molto credito all’idea Mexes anche per un’altra ragione. Alla Fiorentina sarebbe arrivata (o forse arriverà a breve) una proposta importante relativa al ‘capitano con la valigia’, Dario Dainelli. A lui, dopo le offerte estive della Sampdoria, starebbe pensando anche il Milan che è a caccia di un difensore centrale già da diverso tempo. Il ‘giro’ di mercato di gennaio, potrebbe rivelarsi così una sorta di ‘gentleman agreement’ fra viola, rossoneri e Roma. In pratica, secondo questa triangolazione di affari, il Milan darebbe il via libera alla Fiorentina per Mexes, con il club di Della Valle pronto a risolvere i problemi ai rossoneri con il prestito (o la cessione) di Dainelli.
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Boccata d’ossigeno per il gruppo Italpetroli da Gheddafi? UniCredit sorpresa…
Categorie Virgolettato
Scritto da Lucky Luke
giovedì, 22 Ottobre alle ore 09:50
da Libero – forzaroma.info
Il pressing di Unicredit si fa sentire sempre di più. Ma Rosella Sensi, forse, ha trovato una soluzione, almeno parziale, per ridurre il debito da circa 300 milioni di euro di Italpetroli nei confronti dell’istituto di credito guidato da Alessandro Profumo. E mettere al riparo la As Roma. Per uno dei due asset industriali del gruppo messi sul mercato, secondo quanto appreso da Libero, si sarebbe materializzato l’interessamento di un operatore straniero di un certo calibro. Si tratta delle attività riconducibili ai magazzini di stoccaggio del gas a Civitavecchia e Vibo Valentia. Nei mesi scorsi si è parlato del colosso francese Total (in cui figurano i fondi libici di Muammar Gheddafi). Ma sul possibile acquirente c’è il massimo riserbo.
Il dossier è stretto nelle mani dei consulenti americani della Banca Lazard, che da qualche mese sono incaricati dalla famiglia Sensi di valutare e gestire la cessione di rami d’azienda non più strategici. Complice, però, la crisi finanziaria internazionale, che ha messo in ginocchio pure il mercato immobiliare, gli esperti Lazard hanno progressivamente accertato la sostanziale impossibilità di trovare acquirenti per i terreni (in provincia di Grosseto e a Roma, zona Torrevecchia). Così, esclusi i saldi di fine stagione, la partita sugli asset immobiliari è stata congelata.
Nelle ultime settimane, i consulenti Usa si sono tuffati sul business oil&gas. L’operazione consentirebbe alla Sensi di evitare la vendita forzosa della Roma. E di arginare l’arrembaggio di Unicredit che ha minacciato pignoramenti, concentrando le attenzioni sulla squadra capitolina. Non è ancora chiaro quanto potrebbe fruttare l’affare. L’ipotesi migliore è di 100milioni di euro, ma si tratterebbe di una stima assai generosa. In ogni caso, il ricavato della vendita dei due depositi del gas verrebbe immediatamente girato nelle casse dell’istituto di credito di piazza Cordusio. Con buona pace di quanti fanno il tifo per l’esproprio del club giallorosso.
da romanews.eu
Un interessamento «di un certo calibro» per i magazzini di stoccaggio del gas di Civitavecchia e Vibo Valentia. Italpetroli, secondo l’articolo comparso oggi su Libero, avrebbe la possibilità di prendere una boccata d’ossigeno dalla stretta di Unicredit, creditrice nei confronti della holding di casa Sensi per 403 milioni di euro. Un interessamento proveniente, secondo il giornale diretto da Belpietro, direttamente dalla Total, gruppo francese in cui figurano anche fondi libici di Muhammar Gheddafi. Unicredit, che se l’operazione dovesse andare in porto potrebbe (potrebbe…) vedere onorata parte del credito, è rimasta sorpresa dall’indiscrezione. In ogni caso, l’eventuale presenza libica nell’operazione non è in alcun modo riconducibile alla Banca Centrale della Libia (e le controllate Lybian Foreign Bank e Lybian Investment Authority), secondo maggiore azionista, con il 4,23 %, dell’istituto di Piazza Cordusio.
I depositi in questione, inoltre, sarebbero ancora da riqualificare prima della vendita. Operazione, questa, che avrebbe un costo intorno ai 10/12 milioni di euro. Proprio il precario stato di qualifica, in passato, avrebbe dissuaso chi era interessato all’acquisto. Nonostante una valutazione (fatta da Italpetroli) di 110/120 milioni, l’offerta massima pervenuta si sarebbe attestata intorno ai 30. A questo è necessario aggiungere che questi asset rientrano tra quelli per cui Unicredit ha chiesto il pignoramento. Se anche la trattativa – che comunque non risulta ad Unicredit – dovesse essere condotta in porta, e il ricavato usato per rientrare del debito, non è detto che l’iter giudiziario (decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo già in atto) verrebbe meno. Sarebbe il tribunale a dover valutare se il debitore, in questo caso Italpetroli, ottempera o meno ai propri oneri. Il punto di vista dell’istituto rimane lo stesso: unico obiettivo, il rientro del credito. Possibilmente in tempi brevi.
Matteo Pinci
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