venerdì, Maggio 09, 2025 Anno XXI


da Il Romanista – romacalcionews.it

John Arne Riise«Il traferimento di Mourinho al Real potrebbe avvantaggiarci». Parola di John Arne Riise, che pure durante le vacanze in Norvegia non dimentica la sua Roma. A uno che, quando era in Inghilterra, ha vinto praticamente tutto, la bella stagione disputata dalla formazione giallorossa non può bastare. Sì, si è entusiasmato nella rimonta, ha lottato, sudato, ci ha creduto fino alla fine. Ma, lo aveva detto anche qualche mese fa, voleva il campionato, l’Europa League, pure la Coppa Italia. Non è stato così per un soffio per colpa dell’Inter di Mourinho. Ora che il portoghese se ne è andato, la storia può cambiare. John ne è convinto. «Lui ha dimostrato di essere il miglior tecnico dal punto dei vista dei risultati – ha detto al quotidiano norvegese Dagbladet -. Senza di lui, noi saremo avvantaggiati». Poi sul rapporto del portoghese con la stampa italiana: «Da mio punto di vista, credo che, se ti poni in maniera umile e gentile, tutto vada per il verso giusto». Ma quello che importa di più ai romanisti è quel “saremo avvantaggiati”. Per capire cosa significhi questo vantaggio, basta fare due più due. Due, come i punti che sono mancati alla Roma per vincere lo scudetto. E se la partenza del tecnico nerazzurro sarà un vantaggio, significa che Thunderbolt pensa che adesso la Roma possa arrivare davanti a tutti, che l’anno prossimo il tricolore possa finalmente essere nostro. Il ragionamento non fa una grinza. Sogna lo scudetto Thunderbolt, ma al tempo stesso prova a riposarsi un po’. E lo fa a modo suo. Stare fermo? Neanche per idea. E così, dopo essere sceso in pista con il Kart insieme ad un gruppo di amici, e dopo aver fatto un salto nel ritiro della nazionale norvegese («non mi sono allenato per qualche giorno, avevo bisogno di tenermi in attività» ha detto ai giornalisti), ieri si è vestito di tutto punto per il grande giorno. Non tanto per lui, ma per tutta la famiglia. In particolare per il fratello, Bjorn Helge, quello che gioca nel Fulham e che ieri si è sposato. John era il suo testimone di nozze (le indiscrezioni dei giornali norvegesi dicono che a fine estate toccherà anche al romanista andare all’altare con la sua fidanzata). La cerimonia, avvenuta in contemporanea con l’amichevole della Norvegia con il Montenegro di Mirko Vucinic, si è tenuta nella chiesa di Holmsbu a Hurum. Lo sposo era in bianco, il difensore romanista indossava invece un elegante completo grigio. Da oggi si ricomincia. Perché i Riise vanno sempre di corsa. I due si riuniranno alla Nazionale che mercoledì affronterà l’Ucraina. Poi per John saranno vacanze vere. Come piacciono a lui, in movimento. Per tornare già in forma e prendersi quel vantaggio dato dalla partenza di Mourinho. Per prendersi lo scudetto.

da Il Romanista

Stadio “Fattori” di L’Aquila è appena terminta la partita di beneficenza fra i padroni di casa e la Roma.

In un clima sereno e disteso, caratteristico di una festa andata per il verso giusto che volge al termine ci siamo trovati a vivere un episodio a dir poco sconcertante, in totale distonia con l’evento. Con i mei colleghi Mario Corsi e Adriano Valentini. Una vera e proria aggressione verbale e fisica da parte di alcuni agenti di pubblica sicurezza. Il motivo tutt’ora sfugge a noi ed anche a chi ha assistito alla scena come spettatore. Forse la mia “colpa” è stata quella di esser stato scambiato per un tifoso.

Stavamo, infatti, per raggiungere il parcheggio dello stadio dove in quel momento si trovava la squadra. Per quanto assurdo questo possa sembrare nulla di più. Eravamo davanti al piccolo cancello che separa la tribuna dall’area di sosta riservata, insieme a noi alcuni tifosi che volevano raggiungere i giocatori per una foto o un’autografo. Per lo più ragazzi molto giovani. Vedendoci sostare davanti al cancello siamo stati spintonati ed insultati da alcuni agenti che presidiavano la zona. In quel momento, mentre cercavo di qualificarmi, un agente fino a quel momento in disparte è sopraggiunto e mi ha colpito con uno schiaffo in pieno volto. Dopo il colpo uno degli agenti ha iniziato ad insultarmi urlando frasi di carattere razzista (“romano di merda”).

Poi ancora spintoni e insulti. Il tutto sotto gli occhi increduli di altri agenti e di giornalisti. Ad evitare una situazione ben più grave di quella che stiamo raccontando hanno contribuito in modo determinante Adriano Valentini e Mario Corsi che hanno attirato l’attenzione dei presenti mostrando il tesserino da giornalista.

Consapevolezza, quella di avere a che fare con dei giornalisti, che ha cambiato radicalmente l’atteggiamento dei quattro agenti. Malgrado la chiara richiesta da parte mia di venire a conoscenza delle generalità degli agenti, questa si è rivelata una speranza vana. Al contrario la questione si è conclusa con una risposta strafottente: “Sono tua sorella”. Rimane un mistero come si sarebbe conclusa la vicenda se gli agenti non avessero appreso che si trattava di un gruppo di giornalisti.

Certo è che in un clima disteso e rilassato come quello di giovedì una situazione facilmente gestibile è stata resa isterica e violenta. Questo non può non portare ad interrogarsi su come questi agenti avrebbere operato in momenti di reale tensione.

G. Lomonaco, M. Corsi

da Corriere dello Sport

“E’ l’ultima intervista di questa stagione. Da oggi sono in vacanza e stacco per un po’”.

Claudio RanieriRanieri, nella Top 11 del Corriere dello Sport, è stato indicato il miglior allenatore dell’anno. “Mi ha fatto tantissimo piacere, ma come sempre viene premiato il gioco di squadra. Se sono arrivato a fare una buona stagione è grazie ai miei collaboratori ed ai calciatori che, oltre ad essere bravi, sono anche bravi ragazzi. Poi per vincere serve il coktail giusto e anche un pizzico di fortuna. Ma siamo arrivati fino in fondo. E la Roma moralmente ha vinto, per quello che ha fatto sul campo. I giocatori hanno saputo reagire, hanno voluto dire no ad un’annata anonima.”

Questa è una squadra un po’ avanti con gli anni, saprà ripetersi? “Nel calcio non conta il nome o la carta d’identità, conta la voglia di mettersi in discussione. Io ho sempre fatto così, anche da calciatore. Tra i miei ragazzi non voglio che nessuno si senta arrivato, che pensi di aver fatto il massimo. Certo, questa squadra ha fatto qualcosa di incredibile. Ottanta punti, 24 risultati utili consecutivi e, dopo la sconfitta contro la Samp, altre tre vittorie. Difficile fare meglio, ma ci proveremo.”

Anche Buffon, a distanza di un anno, ha riconosciuto l’errore commesso dalla Juve con il suo esonero. “Io e i giocatori lo sapevamo. Sono andato via in silenzio perchè fa parte del mio stile, ma non poteva contare solo il nome della Juve. In serie B erano rimasti undici campioni, siamo ripartiti da neo-promossi ed abbiamo fatto un terzo e secondo posto. Io e i giocatori sapevamo di aver fatto il nostro lavoro e anche di più. I fatti mi hanno dato ragione, ancor più di quanto immaginassi. Certo oggi, a distanza di un anno, vado in vacanza con uno stato d’animo diverso. Ma anche quando sono andato via dalla Juve sapevo di aver fatto un buon lavoro. Il massimo in quella situazione. Dopo l’eliminazione in Champions c’era stato un certo rilassamento, dovuto anche ai tre punti di vantaggio che avevamo sulla quarta, che ha portato ad una serie di pareggi. Questo fa parte del gioco, è acqua passata. A me fa piacere quello che ha fatto la Roma, come ha reagito”

Sono cambiati i rapporti con i tifosi “Questo è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore. Aver riportato la gente all’Olimpico, aver riempito con i nostri tifosi gli altri stadi, da Bari, a Parma a Verona. Abbiamo regalato al nostro pubblico una speranza, un sogno, un’illusione. Ma siamo stati di aprola. In tempi non sospetti avevo detto che il campionato si sarebbe deciso all’ultima giornata. Così è stato.”

Eppure lei, poco dopo essere arrivato, era stato duro con i tifosi, per i fischi al gol della vittoria contro il Bologna. “Sono arrivato in un momento di confusione. La paura di rivivere una stagione come quella dei quattro cambi di allenatore era tanta. Poi, con l’impegno e i risultati, abbiamo riportato i tifosi allo stadio. Si sono resi conto che avevano un allenatore che sapeva il fatto suo.”

Con un’esperienza internazionale di prmo livello e che ha ricostruito grandi squadre. “Ho lavorato sodo, sin dal primo giorno. Ho dato tutto me stesso. I giocatori mi hanno seguito, abbiamo fatto un blocco unico.”

Con i giocatori ha creato un rapporto solido ancha a livello umano “Quello viene al primo posto. E’ fondamentale per costruire una squadra vincente. L’importante è il gruppo, far sentire importanti tutti gli elementi della rosa, anche il ventiquattresimo. E’ quello che cerco di far capire sempre ai giocatori. E’ importante che si sentano coinvolti nel progetto. E’ un gioco di squadra, tutti sono importanti, anche chi gioca meno. E sono proprio quelli che possono decidere la partita della svolta.”

Lei non ha avuto difficoltà a manadre in panchina Totti o a sostituirlo alla fine del primo tempo. Un segnale importante per gli altri giocatori e per il gruppo. “Per me sono tutti sullo stesso piano quando devo decidere, anche se il capitano ha un ruolo importante, al di là della fascia che indossa in campo o al gagliardetto che consegna alla squadra avveraria. So cosa significa, perchè sono stato capitano anche io. Totti è il mio primo uomo in campo. Ho sempre sostenuto che se un’idea semplice viene sostenuta da tutti diventa un’idea fortissima.”

La società sta cercando di accontentarla, dopo Simplicio ecco Adriano, un altro rinforzo per la Roma “Cerco di fare un ragionamento esterno, non da allenatore della Roma. Nove anni fa questa società vinse uno scudetto spendendo tanto. Poi ci sono stati dei problemi, il presidente Sensi è stato male, è subentrata la figlia, che ha preso il comando delle operazioni. Ma questa società tra le difficoltà ha sempre cercato di fare il massimo. Negli ultimi 10 anni ha sbagliato solo la stagione dei 4 allenatori cambiati. Poi è sempre stata protagonista. E’ una società a conduzione familiare che ha fatto grandissime cose. La dottoressa Rosella Sensi, Conti, Pradè, loro vogliono per primi il bene della Roma quanto me, perchè sono tifosi. In altre società ci sono presidenti che hanno altri interessi, che sono appassionati di calcio ma non tifosi. La famiglia Sensi ha dato tantissimo. Capisco i tifosi che vorrebbero sempre di più. All’ultima mezz’ora siamo arrivati secondi contro una corazzata, una società che ha speso tanti soldi. Certo, in questi anni sono stati commessi alcuni errori, ma solo chi non opera non sbaglia. Comunque in questi anni la Roma è sempre rimasta ai vertici del calcio italiano.”

Adriano è una scommessa. “Sarò in contatto con la società ogni giorno, ho lasciato tutti i programmi. Aspettiamo l’ufficialità. L’importante è riuscire a fare quello che abbiamo pensato. Qui ci sono bravi giocatori che hanno dato tanto, quelli che hanno giocato meno e vogliono andare via li accontenteremo. Affronteremo una stagione che sarà ancora più impegnativa di quella appena conclusa. Sappiamo quante energie toglie la Champions. Ci servono rinforzi che diano tutto. A me piacciono le scommesse, tutta la mia carrera è stata una scommessa.”

Ai giocatori prima di andare in vacanza ha fatto qualche raccomandazione? “L’importante è che si riposino. Quello che conta è la mente, recuperare voglia di ricominciare a lottare. Quando saremo a luglio non vedranno l’ora di ripartire. Il precampionato sarà fondamentale e poi partire col piede giusto.”

Si ricomincia il 22 agosto con la Supercoppa, ancora contro l’Inter. Chi ci sarà quella sera sulla panchina avversaria? “Non mi interessa, in ogni caso sarà un ottimo allenatore che guiderà una grande squadra. Ma io penso solo alla Roma. Sarà una stagione impegnativa, anche le nostre avversarie penseranno a rinforzarsi. Chi non avrà indovinato gli acquisti non andrà lontano.”

La Juventus si è affidata a Del Neri. “Gigi è un allenatore con grande esperienza. Ma oltre a lui è arrivato Marotta. E’ importante avere un dirigente che sa di calcio… (ride ndr)”

E tra le altre chi vede in crescita? “La Lazio non potrà ripetere un campionato come quello passato. Avrà risolto i suoi problemi e cercherà di rinforzarsi. Lo stesso faranno Genoa e Napoli. Non non ci faremo trovare impreparati.”

Lei ha detto: “Visto che in questo gruppo ci sono bravi ragazzi, il bandito lo faccio io…” Eppure non abbandona mai il suo aplomb… “Il bandito che c’è in me lo conscono solo i giocatori. In pubblico sono uan persona, nello spogliatoio un’altra.”

Guido D’Ubaldo

Francesco Tottida francescototti.com

In vista dei mondiali voglio fare un grande in bocca al lupo a tutti i miei compagni che stanno per vestire i colori della propria nazionale: Doni, Baptista, Juan e Burdisso.

E a Daniele, in particolare, un caloroso abbraccio in un momento difficile.