mercoledì, Maggio 07, 2025 Anno XXI


Daniele De Rossida fifa.com

Si è fatto un gran parlare di un possibile tuo trasferimento all’estero. E’ nei tuoi piani? “Il pensiero ha attraversato la mia mente. Mi sono chiesto come sarebbe giocare all’estero, ma ad essere onesti Roma è tutto per me: è la mia vita. Non sarei felice da altre parti. Ovviamente non si sa mai cosa potrebbe succedere, ma al momento non riesco a vedermi in un altro club o a vivere da una parte che non sia Roma”.

Mauricio Pereyrada tuttomercatoweb.com

La dirigenza della Roma sarebbe vicina a chiudere per il giovane centrocampista uruguaiano del Nacional Montevideo Mauricio Pereyra (20), già offerto al Napoli di recente. L’agente del giocatore Antonio Caliendo aveva riportato ai microfoni di Tuttomercatoweb l’interesse della Roma per il giocatore già lo scorso aprile.

da La Gazzetta dello Sport – romanews.eu

Julio SergioAlla ricerca del tempo perduto (Proust). I passi perduti (Carpentier). Chi si ferma è perduto (film con Totò). Letteratura e cinema hanno celebrato il tempo che scorre: la storia di Julio Sergio Bertagnoli, il portiere della Roma che ha prolungato il contratto fino al 2014, è un romanzo da grande schermo. Tre anni al buio, uno da protagonista.

Che cosa rappresenta questo contratto?
«È il riconoscimento al mio lavoro. Sono a Roma da quattro anni e per tre non ho giocato. Prima c’è stata la fiducia nell’uomo, ora c’è anche la fiducia nei confronti del portiere».

Ha mai pensato che la definizione di miglior terzo portiere del mondo coniata da Spalletti fosse una presa in giro?
«Non ho mai capito che cosa volesse dire. In quel momento ero il terzo e mi dicevo “mah, meglio il miglior terzo portiere del mondo che niente”».

Trascurato per tre anni, poi a sorpresa titolare in Roma-Juventus, l’ultima gara di Spalletti: che successe quel giorno?
«Incrociai Spalletti a Trigoria. Mi chiese: “Sei pronto?”. Risposi: “Sì, come sempre”. Alla riunione tecnica, annunciò che avrei giocato. Qualcuno fece la battuta “ce l’hai i guanti?”.

Arriva Ranieri e lei diventa titolare: che cosa è cambiato?
«Mi sono trovato bene con i suoi metodi e con il preparatore dei portieri, Pellizzaro».

Che cosa non funzionava più tra Spalletti e la Roma?
«Posso dire che cosa funziona con Ranieri: parla poco e in modo schietto. In campo, cura molto la fase difensiva».

Quanta voglia ha di recuperare i tre anni buttati via?
«Non sono anni persi. Mi hanno insegnato a vedere cose di cui prima non mi accorgevo».

Quando decise di fare il portiere?
«Il giorno che mi portarono in una scuola calcio, la Palestra Italia. Vidi come si allenavano i portieri e scelsi quel ruolo».

Che idea si è fatto dell’Italia?
«Mi piace da morire, ma rispetto al 2006 la situazione mi sembra peggiorata».

È giusto lo scudetto dell’Inter?
«L’Inter ha una rosa impressionante. Aveva un ottimo allenatore. Era la più forte, ma noi abbiamo fatto una grande rimonta».

Che cosa perde il calcio italiano con l’addio di Mourinho?
«Mourinho è un personaggio particolare, ma il calcio italiano sopravviverà».

La Roma si rinforzerà?
«Mi aspetto una Roma competitiva. C’è la Champions».

Adriano è una scommessa?
«Non conosco Adriano, ma se viene a Roma, significa che vuole rilanciarsi».

Doni è riserva nella Roma e va al mondiale. Lei è titolare nella Roma e va in vacanza.
«Io vado avanti per la mia strada. Se poi Dunga mi chiamerà, tra due mesi o due anni, andrò volentieri in Nazionale».

da romanews.eu

Luca ToniDispiacere e soddisfazione. Questi i sentimenti che albergano nel cuore di Luca Toni in questo momento. Il gigante di Pavullo si rammarica di non poter rimanere a Roma per proseguire la sua avventura in giallorosso, perchè si è perdutamente innamorato della città e, soprattutto, della stupenda tifoseria della Magica. Il dispiacere più grande è, sempre secondo quanto ci ha detto l’ex centravanti del Bayern, il come si è comportata la società. Perchè è ovvio che un Club possa decidere di non tenere un giocatore, ma basterebbe dire un grazie. Tutto qua, questo almeno il suo pensiero. Cosa non potrà mai dimenticare, il Toni nazionale, è il rapporto che si era venuto a creare con i compagni di squadra, la fantastica, ma sfortunata, rincorsa all’Inter e le sensazioni che gli ha trasmesso il pubblico romanista.

Luca, la tua avventura a Roma sembra volgere al termine, che bilancio fai di questi sei mesi nella Capitale?
“Sicuramente positivo. Sono stati sei mesi molto intensi, abbiamo giocato un calcio esaltante sotto tutti i punti, avremmo sicuramente meritato di vincere lo scudetto. Peccato, ci è mancato veramente poco. Non avessimo sbagliato la partita con la Samp, a quest’ora saremo Campioni dItalia, ma non possiamo rimproverarci nulla. Perchè non è da tutti fare 48 punti su 57 in 19 partite. Per quanto riguarda un mio bilancio personale, credo di aver fatto bene, anche se l’infortunio contro la Juve (23 Gennaio 2010, ndr) non mi ha consentito di allenarmi con regolarità per un mese e mezzo. Dopo il rientro dall’infortunio penso di aver avuto un rendimento abbastanza buono, mi sentivo in forma. Fino alla partita con l’Inter credo di aver giocato molto bene, prova ne sono i tre gol che ho segnato (Livorno, Udinese e Inter, ndr)”.

Dopo la sfida-scudetto con l’Inter c’è stato il rientro di Totti e, Bari a parte, Ranieri non ti ha utilizzato molto. Ti aspettavi di giocare di più?
“Ma sai, sia io che Francesco siamo due punte centrali e tutti e due tornavamo da infortuni di una certa entità, ma, soprattutto, la Roma non è una squadra abituata a supportare due punte di ruolo, perchè ha un sistema di gioco collaudato che richiede due esterni d’attacco. Il mister ha provato, come hai detto tu, a schierarci insieme contro il Bari, perchè era convinto che il tridente pesante (Toni-Totti-Vucinic, ndr) potesse funzionare. Ovviamente si è ricreduto e, nel finale di stagione, ha preferito accantonare quel modulo. Ripeto, sono state scelte dell’allenatore e io le ho sempre rispettate”.

Che rapporto hai avuto con Ranieri?
“Un rapporto di stima reciproca, niente di più. Un normalissimo rapporto di lavoro tra un allenatore e un giocatore. Ranieri non è un il tipo di allenatore che instaura una pseudo-amicizia con i giocatori, è uno vecchio stampo che vuole che la squadra lo veda solo come quello preposto a fare delle scelte e allenare. Ha un grande pregio però, ed è quello di parlare sempre in maniera schietta e diretta”.

E parlando della Società, cosa hai da dirci?
“Sono rimasto un po’ deluso, non tanto dal fatto che alla fine abbiano deciso di puntare su altri attaccanti, perchè sono cose che possono capitare in un mestiere come il mio, quanto che nessuno sia venuto a salutarmi e/o ringraziarmi. Tutto qua, sarebbe bastato un semplicissimo grazie”.

I tifosi della Roma, invece, vorrebbero che tu rimanessi, almeno questo trapela dai rumours della piazza. Quale sarà il ricordo che ti porterai dietro del calorosissimo pubblico romanista?
“Un qualcosa di indefinibile nella sua straordinarietà. I tifosi della Roma rimarranno per sempre nel mio cuore. Mi hanno fatto sentire a casa fin dal primo momento in cui ho indossato la maglia della Roma, mi hanno sostenuto sempre, anche nel periodo dell’infortunio. Mi fa piacere sentire il loro affetto anche adesso che sto per andare via, tutti quelli che incontro continuano a chidermi di rimanere. Dipendesse solo da me, non ci sarebbero problemi. Un’ultima cosa, l’Olimpico è una cosa che mette i brividi e giocarci indossando questa maglietta è una cosa indescrivibile. Non potrò mai, dico mai, dimenticare quella mia corsa sotto la Sud dopo il gol con l’Inter, e quella marea umana che sembrava venirmi incontro. Da brividi, credimi”.

Un’ultima domanda, l’anno prossimo la tua dieta sarà più a base di pesto alla genovese o di pizza alla napoletana?
“Sarà sicuramente mediterranea (Ride, ndr). Ho deciso di rimanere in Italia, anche se andrò a rimetterci a livello economico. Ho, infatti, moltissime richieste dall’estero con offerte che le società italiane difficilmente potrebbero pareggiare, ma preferisco rimanere in Italia. La cosa che mi preme di più è che ci sia un progetto Luca Toni, ossia sceglierò la società che mi dimostrerà di volermi a tutti i costi. Ovviamente il mio destino è nelle mani del Bayern, con loro ho un ottimo rapporto, sanno benissimo che la mia avventura bavarese è finita, sono sicuro, perciò, che faranno di tutto per accontentarmi”.

Tommaso Gregorio Cavallaro