lunedì, Maggio 12, 2025 Anno XXI


da asromalive.com

Marco MottaMarco Motta è un giocatore dell’Udinese. A confermarlo è lo stesso giocatore in una intervista rilasciata a Sky Sport: “Ho sempre ribadito che a Roma stavo incredibilmente bene e quella città non l’avrei mai lasciata. Ho solo chiesto che il mio cartellino non doveva essere diviso tra due squadre. All’apertuta delle buste di questa mattina ho visto che l’Udinese ha riposto in me più fiducia della Roma. L’amarezza e la delusione è uno stato d’animo che è ricorso anche a gennaio scorso, quando capii che non ero nelle idee e nei piani dell’allenatore. Avevo preso rapporti con il Manchester City, Mancini credeva molto in me, ma non so perché questa trattativa non andò in porto. Mi sono state fatte delle promesse non mantenute poi. Il mio avvocato era disponibile a parlarne per un anno, 24 ore su 24, ma siamo arrivati nelle ultime due ore per rinnovare il contratto. Il problema comunque non era quello, perché a Roma avrei potuto firmare per dieci anni, ma non avevo più voglia di stare a metà di due squadre. L’Udinese ha creduto in me. Ora sono dell’Udinese e spetterà ai Pozzo decidere il mio futuro e faranno la scelta giusta”.

da La Gazzetta dello Sport

Clemente RodriguezMarco Motta torna ad Udine: pareva fosse tutto ok tra Roma e friulani ma alla fine si è arrivati alle buste. I giallorossi sono a 1 milione e 330, i bianconeri a 1.450. Il terzino non dovrebbe comuqnue restare alla corte dei Pozzo, su di lui ci sono la Juventus, l’Atletico Madrid e d il Manchester City. La Roma ha anche riscattato Barusso dal Rimini: non è una mossa da poco perché, se il ghanese va all’estero, libera un posto da extracomunitario per lo svincolato Clemente Rodriguez dell’Estudiantes. Si muove il mercato anche intorno ai giovani della Primavera, con il Lecce pronto a rinnovare il prestito di Bertolacci ed a chiedere, sempre con la stessa formula, Sini e Pettinari.

da romanews.eu

Marco MottaLE PAROLE DI DANIELE PRADE’, DIRETTORE SPORTIVO DELLA ROMA:

«Baptista al Tottenham? Non ci sono aggiornamenti. Baptista è un grande calciatore. Lo dimostra il fatto che sta giocando ai Mondiali col Brasile. Motta? Abbiamo provato in tutti i modi di trovare una soluzione. Purtroppo tutte le offerte fatte al calciatore sono state rifiutate dallo stesso. Gli abbiamo offerto anche il rinnovo del contratto. Discuteremo la situazione davanti a un tavolo. Ci siamo visti più volte con l’Udinese. Rosella Sensi e Pozzo hanno parlato per risolvere la situazione. Ma purtroppo così diventi un ostaggio dei calciatori. Traditi da Motta? Non voglio dire così. Certo, una mano alle società in un momento così i calciatori potrebbero darla».

da asromalive.com

Tessera del tifosoAnthony Weatherill, meglio noto come colui che – un lustro fa – diede vita al progetto denominato “Carta del Tifoso”, interviene a Te la do io Tokyo (CentroSuonoSport) per dichiarare pubblicamente lo stravolgimento esercitato dalle Istituzioni italiane che hanno di fatto modificato il senso originario delliniziativa. Nella penisola, afferma Weatherill, è diventata una vera e propria schedatura. E, in questo, pare avvallare l’atteggiamento fin qui tenuto dalle tifoserie organizzate: non solo la Curva Sud giallorossa ma quelle di tutta Italia che hanno esternato il proprio totale dissenso nei confronti della Tessera del Tifoso.

CARTA DEL TIFOSO. “La carta del tifoso nasce come progetto, non è uno strumento. Contemplava la possibilità per i tifosi di unirsi fra di loro poter avere voce: nel calcio parlano in tanti, giornalisti, presidenti, personaggi vari, ma i tifosi non parlano mai. Mi sembrava un fatto anomalo”.

AUTOREGOLAMENTAZIONE. “In sostanza il funzionamento di questa carta era proprio questo. Siamo partiti con il Torino, tutti i tifosi assieme per poterci presentare alla società, organizzare le trasferte con abbattimento dei costi”.

TESSERA DEL TIFOSO. “E’ un’altra cosa. Non c’entra nulla con la carta. Tant’è che nessuno la chiama così per motivi legali: nessuno può permettersi di chiamarla così, farei causa. Come accaduto con Inter, Milan e Banca Intesa. E continuo a percorrere questa strada, perché voglio continuare a difendere il marchio e il progetto originario”.

SCHEDATURA. “Hanno stravolto l’idea, è diventata una schedatura ed io sono d’accordo con questa definizione”.


da laroma.net

Parla l’inventore della Tessera del tifoso: Hanno copiato la mia idea e trasformata in un businness

Ecco le parole di Anthony Weatherill, creatore cinque anni fa del progetto Carta del Tifoso, a centro suono in merito all’introduzione della Tessera del Tifoso.

Lei cinque anni pensò una cosa un po’ diversa dalla tessera del tifoso attuale, pensò la carta del tifoso: come funzionava? “La carta del tifoso nasce come progetto, non è uno strumento. E’ un progetto che contemplava la possibilità per i tifosi di unirsi fra di loro per poter iniziare a dare voce a tante cose. Nel calcio parlano in tanti, giornalisti, presidenti, personaggi vari, ma i tifosi non parlano mai. Mancando i tifosi mi sembrava anomalo questo fatto, visto che poi sono loro alla fine ad usufruire di tutto. Quindi ho pensato che dare la voce ai tifosi risolveva un po’ il problema a tutti quanti”.

In sostanza il funzionamento di questa carta era un principio di autoregolamentazione dei tifosi che poi, uniti e compattati da questa carta, avrebbero potuto negoziare le loro richieste nei confronti delle società “Più o meno sì. Siamo partiti con il Torino, ci siamo messi insieme tutti i tifosi con questa carta che tutti avevano e credo che la società non ne sapesse nulla, perché noi ci siamo mai posti il problema di avere la società in quel momento come parte in causa, era solo fra tifosi. Poi con questa poter andare alla società una volta capito le richieste che avevamo, cosa che abbiamo fatto, abbiamo potuto organizzare delle trasferte, perché una della cose che mi hanno sempre chiesto era che le trasferte erano troppo costose. Ci siamo messi insieme e abbiamo dimostrato che si potevano abbassare i costi, ma per noi. E’ una cosa pensata solo ed esclusivamente per i tifosi”.

Le dà fastidio essere indicato da molti come l’inventore della tessera del tifoso? “Sì, perché io non c’entro nulla con quella lì, l’unico fatto che c’entro è che, capendo che probabilmente qualcuno ne avrebbe approfittato per scopo di lucro o altro, ho differenziato la carta del tifoso dalla tessera del tifoso. Se si va a vedere qualsiasi carta che sta uscendo non può chiamarsi carta del tifoso o tessera del tifoso. Nessuno mette il marchio tessera del tifoso, perché non possono e io sto continuando a fare causa a chiunque usi questo marchio”.

In particolare lei a chi ha fatto causa? “In particolar modo a Inter, Milan e Banca Intesa. E continuo a percorrere questa strada, perché voglio continuare a difendere il marchio e il progetto”.

Che idea si è fatto di questa tessera? “Hanno totalmente stravolto l’idea, è diventata una schedatura ed io sono d’accordo con questa definizione. Tutte le componenti speculative si sono buttate in questo, perché hanno visto un ritorno economico. Se legano il loro marchio a quello di una squadra, chiaro che hanno visto in questo un vero business. Una banca o una compagnia di assicurazioni che non riesce a fidelizzare i propri correntisti. E’ chiaro che se legano il loro marchio a quello di una squadra hanno visto in questo un vero business. Le banche hanno pagato le società, stanno facendo un investimento pazzesco”.

A lei risulta che ci siano banche che hanno pagato? “Ci sono banche che hanno sicuramente pagato. Di Banca Intesa ho sentito che avevano dato addirittura un milione di euro al Milan per fare le carte, ne ho sentito parlare e me ne assumo la responsabilità”.